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  1. silverback
     
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    Il Messaggero, UMBRIA - 3 dicembre 2004

    Bimba vuol stare col padre, carabinieri a scuola
    Su indicazione degli assistenti sociali la piccola è stata prelevata e riportata dalla madre

    PERUGIA - Divorzi e drammi dei minori. Ieri alle 9, una squadra formata da assistente sociale, psicologa
    ed una componente privata del Tribunale di Perugia affiancata da alcuni carabinieri sono entrati in una
    scuola elementare di Assisi per prelevare una bambina di otto anni.
    La segnalazione arriva dall'Associazione genitori separati, la quale segnala come la bimba in questione
    sia la stessa che da circa diciannove mesi vive col padre dopo essersi rifiutata di tornare presso la madre
    dove - riferisce ancora l'Associazione, nella sua protesta - "ha detto di aver subìto maltrattamenti mai indagati".
    L'Associazione prende le difese del padre e segnala i problemi che sono stati creati alla piccola.
    "Nonostante - dice una nota - ogni precedente tentativo di farla tornare dalla madre, e nonostante la
    stessa Corte che ha richiesto l'odierno intervento precedentemente avesse escluso il ricorso alla forza pubblica ed anche il collocamento provvisorio della minore in strutture di accoglienza, un nuovo presidente di sezione della Corte d'appello ha ignorato tutti i precedenti e ha invece richiesto quest'azione"
    , che l'Associazione giudica pericolosa per la minore".
    Nella nota si parla della ferma intenzione della bambina di rimanere col padre, una intenzione disattesa.
    "Intendiamo denunciare alla pubblica opinione, e non solo, l'azione che probabilmente non ha avuto esiti violenti solo per la lucidità del personale scolastico e dei carabinieri intervenuti".
    Ma ci sono state "ripercussioni psicologiche sulla bambina e sui compagni di scuola strettisi intorno a lei e successivamente scoppiati a piangere", racconta ancora l'Associazione che annuncia: siamo disposti a scendere in piazza per tutelare davvero i diritti dei minori partendo dalla bambina assisana.
     
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  2. silverback
     
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    http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200412...1900177750.html
     
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    Lupus in fabula

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    CITAZIONE (silverback @ 6/12/2004, 00:07)
    http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200412...1900177750.html

    Articolo interessantissimo, che ho provveduto a salvare su hdd.
    E' strano: che di effetto o di causa si tratti, tutto sembra andare in una direzione ben precisa, quella indicata a suo tempo dal "padre" della demografia.

    Grazie, Silver, anche per le interessanti segnalazioni.
     
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  4. silverback
     
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    http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=132
     
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  5. silverback
     
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    http://www.corriere.it/solferino/severgnin...04-12-10/11.spm

    [...naturalmente...]
     
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  6. silverback
     
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    Tanto per mettere in evidenza una volta di più come la scuola e i mass media "formino", plasmino, indottrinino anche le nuove generazioni riporto l'articolo di una studentessa di Terni pubblicato oggi su
    IL CORRIERE DELL'UMBRIA.
    ______________________________________________________

    Donne e mass media
    La parità non si conquista facendo le "Veline"

    TERNI - Pollice verso nei confronti delle donne dei media: basta con quelle bambolone
    della tv che offrono una visione totalmente distorta della realtà. Negli anni si è assistito
    ad una liberazione della donna dalla sottomissione maschile. Le donne hanno preso coscienza
    delle loro capacità e rifiutano di essere viste esclusivamente come gli "angioletti del focolare" o, di contro,
    come "oggetto del desiderio" tutto corpo e niente cervello. Con spiccato senso pratico e grande
    responsabilità, si occupano della famiglia; non trascurano i propri interessi; sanno rendersi
    indipendenti; esercitano mestieri che erano esclusivamente riservati agli uomini.
    La donna è cambiata. Ma ha davvero raggiunto la "famosa" emancipazione? Ai miei occhi decisamente no.
    Se fino a ieri il gentil sesso veniva relegato tra le mura domestiche, costretto a presiedere ai rituali
    ripetitivi della vita familiare, oggi la figura femminile è divisa in due profili ben delineati: la donna
    che lavora e che al suo lavoro aggiunge tutte le mansioni familiari e la donna oggetto, che viene
    strumentalizzata dai mass media. Donne belle con fisici perfetti, pronte a svestirsi e ad esporsi senza
    alcun pudore; donne usate come oggetti da desiderare, spesso costrette al mutismo, da "sfruttare"
    solo per fare audience. Succubi della moda del successo, di quella "maledetta" televisione per cui
    sono disposte a rinunciare alla loro personalità e a "mettersi in vetrina". Questa non è indipendenza e non
    è nemmeno la realtà. Nella vita reale l'essere femminile ha raggiunto, o quasi, il suo obiettivo: ha una
    propria carriera intellettuale, divide con il marito le responsabilità della famiglia, non trascura l'aspetto
    sociale, ama curarsi ma non mercificarsi al servizio dei telespettatori. Donne in famiglia, donne in carriera
    e donne vamp...in mezzo c'è l'uomo che, privato ormai della sua assoluta superiorità sulla donna, vanta
    ancora privilegi su di lei, è ancora capace di modellarla a suo piacimento, riuscendo persino a farle accettare
    di essere strumentalizzata. Battaglie femminili, lotte per la libertà: anni di storia cancellati per quel famoso
    Auditel?! Siamo pronti a tutto. C'è chi interpreta personaggi "eliminando se stesso", chi accetta di essere
    usato come un vero e proprio soprammobile adatto solo ad attirare attenzione, c'è chi si spoglia per evitare
    che il telespettatore possa cambiare canale. Che fine ha fatto allora il pudore imposto anni fa e oggi
    quasi completamente svanito?! Perché invece di schiavizzarci al bello o al successo, invece di competere
    tra noi, non ci uniamo per quei valori comuni, per quel benessere generale che tutti in fondo sogniamo?
    Tutti fedeli alla parola d'ordine "the show must go on"; ma tutti dimenticano che la vita è diversa e che,
    in fondo, "ognuno sta solo sul cuor della terra".


    Manuela Ascani
    4 A Programmatori Itc "F. Cesi" di Terni
    __________________________________________________

    Anzitutto va sottolineato che anche questa ragazza tende a colpevolizzare l'intero genere maschile, facendo i soliti riferimenti al Passato e a tutto ciò che vi fu di Male.
    Naturalmente, neppure una parola su tutto ciò che vi fu di Bene.

    Poi, devo proprio dire che c'è un passaggio da "incorniciare", cioè questo:

    CITAZIONE
    ...in mezzo c'è l'uomo che, privato ormai della sua assoluta superiorità sulla donna, vanta ancora
    dei privilegi su di lei, è ancora capace di modellarla a suo piacimento, riuscendo persino a farle accettare di
    essere strumentalizzata.

    1) Bisognerà che prima o poi qualcuno mi spieghi per benino quali sarebbero i "privilegi" di cui godrebbero gli uomini di oggi, anno 2004, in Italia.

    2) Come può essere "modellato" chi è mentalmente "superiore"? [così si narra...]

    Edited by silverback - 6/10/2006, 20:19
     
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  7. bruno 62
     
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    io abito in provincia di ternicome sai bene.vedo che hai letto l articolo sul corriere dell umbria e le cose poco vere raccontate dalla gentile donzella.hai visto come stò messo male con le donne del luogo ,femministe all ennesima potenza.in piu ci sono quei personaggi del forum di narn....che continuano a dire scemenze su scemenze.ci credo che le ragazze-donne specialmente di terni e provincia scrivano simili nefandezze.ci sono ormai parecchi regazzini e non che sono stati ormai lobotomizzati dalle convinzioni delle nuove generazioni di donne e sono diventati pure loro complici.dio mio ,io,tu silverback e pochi altri dobbiamo tenere duro e dimostrare come deve comportarsi un vero uomo.
     
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  8. silverback
     
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    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach.../17/istat.shtml

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  9. silverback
     
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    NOI DONNE, novembre 1991

    IL MIO CORPO MI APPARTIENE

    Care compagne, ho scritto la lettera qui acclusa in risposta a un articolo apparso sul Giornale di Sicilia in cui si equiparavano maternità e paternità. La mando anche a voi (così come ad altri giornali) per il caso la vogliate pubblicare. Mi piacerebbe che lo faceste perché la pretesa dell'uomo (o di tanti uomini) di comandare sul corpo della donna mi indigna proprio, indigna un'appassionata femminista quale io sono.
    Vi ringrazio anticipatamente e vi saluto affettuosamente.
    Dunque, un signor marito chiede il risarcimento danni per il fatto che la moglie ha abortito e c'è chi, con superficiale facilità, gli dà ragione. Ebbene, su ciò vorrei fare le seguenti dichiarazioni:
    1) Anzitutto, per ragioni di correttezza, bisognerebbe smetterla di chiamare l'embrione "bambino".
    Le donne sanno bene, sentono profondamente, la differenza che passa fra un embrione e un bambino e che certi uomini non sentono o fingono di non sentire per la volontà, conscia o inconscia, di avere il dominio sul corpo della donna. Se è vero, infatti, che quasi tutte le donne fanno l'aborto, cioè un "embrionicidio", è altresì vero che quasi nessuna sarebbe capace di uccidere il bambino, e quando ciò avviene, come nel caso di alcune ragazze madri, avviene sempre come conseguenza di una ancora perdurante, almeno in certi strati sociali, morale clerical-borghese, ferocemente "verginista" per le donne, che ha messo sempre al bando la donna che ha fatto all'amore al di fuori del matrimonio.
    2) Se sembra assurdo che una moglie decida su ciò che è all'interno del suo corpo, tanto più assurdo dovrebbe sembrare che un marito decida sul corpo della moglie che è all'esterno del corpo di lui e che lui dall'esterno voglia comandare al corpo di lei, come a una macchina qualsiasi, di lavorare per procreare, senza tenere in alcuna considerazione la proprietaria, il soggetto di quel corpo.
    3) Se a un marito dispiace che un embrione venga eliminato, umanamente dovrebbe anche dispiacersi che la moglie, in nome di un embrione che "è un embrione, è un embrione, è un embrione", che, cioè, in atto è pura potenzialità, venga condannata, per tutta la vita, a vivere una vita non sua.
    4) Certo, sul piano culturale, maternità e paternità possono avere "uguale dignità e responsabilità", e anzi possono esserci dei padri che amano i figli più delle madri, ma sul piano naturale, cioè sul piano biologico, fisiologico, esistenziale, tra maternità e paternità si evidenzia una differenza abissale che potremmo definire la differenza delle differenze. Anche le pietre capirebbero ciò. Nei millenni migliaia e migliaia di donne sono morte di parto, cioè di maternità (e ancora tantissime ne muoiono nei paesi del Terzo Mondo), ma...a me non risulta che mai alcun padre sia morto di paternità.
    5) Se un marito avesse il diritto di imporre alla moglie una maternità, allora egli sarebbe padrone non soltanto del suo corpo, ma anche di quello della moglie e allora il detto biblico:<< E saranno due in una carne sola >> bisognerebbe completarlo aggiungendo:<< e tutta la carne è dell'uomo >>.
    6) Se tutta la carne è dell'uomo, allora l'uomo sarebbe un essere umano doppio, un doppio, e tutti potremmo salutare in lui il redivivo, anzi il realmente vivente, uomo del mito platonico, il miracolo dell'uomo-palla!


    Lina Noto
    Palermo

    Edited by silverback - 29/12/2004, 01:20
     
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  10. silverback
     
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    Tanto per concludere questo "meraviglioso" 2004, riporto un "magnifico" articolo dell'ultra-femminista e velenosissima Antonella Boralevi.
    ________________________________________

    Il Messaggero, 31/12/2004

    Trovate le aree del cervello colpite in chi è lasciato
    La mente soffre d'amore

    di ANTONELLA BORALEVI

    Matte come sono, le donne l'hanno sempre detto. Gli uomini guardavano a occhi bassi, sussurravano brevi frasi gentili, lievi di una compassione garantita dal profumo della libertà.
    "Senza di te non posso vivere". "Ma sì che ce la fai".
    E un abbraccio, un sorriso contratto di fretta. La porta che sbatte. E' andato via. E invece avevamo ragione noi. E adesso arriva a darcela un uomo, affidabile e certo, perché è uno scienziato della Medical University of South Carolina, di Charleston, e quello che sostiene non lo ha detto alla moglie, ma al serissimo American Journal of Psychiatry.
    Dice il signor Jeffrey Lorberbaum che, quando si patisce una pena d'amore, il cervello soffre come il cuore.
    E poiché il cervello ci governa, crea gli stati d'animo e le emozioni, ecco che davvero la vita dell'abbandonato si spezza. Si interrompe come vita capace di felicità e sprofonda nel nero della depressione.
    I pensieri su chi ci amava e adesso non ci ama più lavorano come distruttori di aree fondamentali del cervello, dice il signor Lorberbaum. Fanno soffrire e accecano le aree della motivazione, della attenzione, della emozione. Le stesse zone precise che vengono interessate e danneggiate dalla malattia depressiva.
    Dunque è vero che, quando si viene lasciati, quando si perde un amore, si precipita dentro il buio.
    E' vero che si patisce la menomazione esatta della riduzione della propria capacità vitale. E' tutto vero.
    E la cosa che ci impensierisce, e che richiede di certo una riflessione, è che la malattia, il danno, riguardano più di tutti le donne. Siamo noi che sentiamo la vita finire, noi che patiamo il sentimento lancinante e vacuo della fine di ogni aspettativa, di ogni speranza. Gli uomini meno. Loro si consolano prima, si consolano in fretta. Non tutti, per carità. Si sa che queste indagini hanno sempre la caratteristica della generalizzazione: e non è detto che non pochi uomini soffrano l'abbandono con la stessa precisa disperazione delle donne.
    Ma quello che la scienza ci dice, adesso, è che il modo "femminile" di vivere la fine di un amore è tragico assai più di quello "maschile".
    Ci dice che, per noi, l'amore è il catalizzatore di tutte le emozioni della vita, che il nostro uomo è per noi una parte viva del corpo, del cervello, del cuore. E alla fine, come spesso capita, ci spiega perché accade quello che abbiamo sotto gli occhi, tutti i giorni. Infinite schiere di donne sole, belle, carine, dolci, tenere, gentili, donne abbandonate rimaste sole, che, tra loro, quando escono la sera in gruppi rumorosi e ridenti, parlano solo degli uomini che non hanno. E perché, invece, un uomo resta solo appena il tempo di rendersene conto: e subito si trova immediatamente accasato. Dicono le statistiche, ormai da anni, che nelle città la percentuale di donne sole è di uno a sette: per ogni uomo libero, sette donne in attesa, in concorrenza, in fila.
    Non ci riesce di dimenticare, non ci riesce di ricominciare. E ci piace pensare che accada perché amiamo di più, amiamo tutte intere.
    Ma chissà se invece è il nostro solito autolesionismo che ci attanaglia il cervello, oltre che il cuore.
    Grazie, signor Lorberbaum: magari ora ci viene voglia di amare da maschi anche noi.

    _____________________________________________________________

    Ripeto: nulla di sensato, razionale, obiettivo, costruttivo, potrà mai uscire dalla bocca di qualsiasi femminuccia moderna.

    Buon Anno a tutti.

    Edited by silverback - 31/12/2004, 22:23
     
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  11. Paolo S.
     
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    Francamente trovo l'articolo (?) della Boralevi profondamente offensivo.
    Nella mia personale esperienza, come in quella di altri miei coetanei trentenni, ho potuto constatare che molto spesso e' esattamente il contrario!
    Mah...che schifo...
    Gia' che ci sono, segnalo questa lettera pubblicata oggi, su ITALIANS:
    http://www.corriere.it/solferino/severgnin...04-12-31/09.spm
     
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  12. bruno 62
     
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    penso pure io che la nostra antonellina dica cose con poca cognizione di causa.ma dove sono tutte queste donne belle,dolci,gentili eccche sono a disposizione. ameno che tutte queste donzelle non cerchino il principe azzurro(bello,alto,sicuro di se,ricco)ed allora si che devono fare la fila.io sono un uiomo di 42 anni e vivo in provincia e sinceramente non vedo tutte queste bellissime donne che mi tampinano .sarà perche non sono riccoanche se fisicamente non sono proprio da buttare.sarà per altri motivi ma vedo che quelle belle se la fanno tutte con dei ricconi e molte altre con bellissimi ragazzi.sarà un caso ma almeno qui a terni e provincia funziona cosi.ho notato invece molti uomini-ragazzi che stanno da soli e non tutti sono bruttissimi.
     
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  13. *Gianni
     
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    Bruno, t'assicuro che pure a Roma la situazione è molto simile, anzi secondo me lo è (con minime differenze) in tutta l'Italia.
    Certo, è pure vero che ci sono ragazzi ed uomini che cercano solo la strafica, uomini che magari tutto sono meno che belli e intelligenti e chissà cosa pretendono; ma di norma la realtà di oggi è quella da te descritta.
    Tra l'altro c'è un'affermazione di Antonella Boralevi che mi ha fatto proprio ridere, ed è quella relativa al solito luogo comune secondo il quale per ogni uomo ci sarebbero a disposizione sette donne...(ah, ah, ah...)
    E' vero che in Italia le donne sono la maggioranza della popolazione, ma è pure vero che sono poco più del 51% del totale (stando a quello che ho letto un pò di tempo fa su una rivista): perciò come è possibile che esista un rapporto di sette a uno?
    La matematica è forse un'opinione?
     
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  14. bruno 62
     
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    è vero che ci sono ragazzi non bellissimi,con un lavoro normale e che non hanno una simpatia spiccata ha cercare donne belle.appunto,solo cercare perche a parte qualche eccezione non le troveranno mai.moltissimi che appartengono a questa categoria ,si sono dovuti accontentare di qualcuna non proprio bellissima.diverso è se uno è brutto ma pieno di soldi.allora sta pur sicuro che costui è pieno di belle pollastre.gli uomini belli invece sono tampinati sia da donne belle che da quelle più bruttine.la loro scelta è varia(beati loro).donne sposate belle,donne sposate bruttine (ma che magari a letto sono molto più brave delle belle),single donne di tutte le età.quindi costoro basta che abbiano un po di faccia tosta(per non dire pochissima)non hanno problemi se non di abbondanza.le donne belle invece cercano sicuramente uno con i soldi ,meglio se bello e simpatico.qualche donnabella (sono poche)invece sposa anche uomini normali e non ricchissimi.ma sta pur sicuro che questi uomini sono zerbini di queste donne e gliene fanno passare di tutti i colori.invece le donne bruttine si accontentano anche di uomini normali in tutto.ad eccezione delle generazioni dai 45 anni in giu,perche costoro cercano eccome l uomo affascinante e se viene bene ricco.l impresa anche per quete donne non è facile.comunque tra lo bruttino normale e la bruttina normale ha sempre più successo la donna più che l uomo.il fatto che ci sono 7 donne per ogni uomo anche per me è una barzelletta.
     
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  15. silverback
     
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    CITAZIONE
    il fatto che ci sono 7 donne per ogni uomo anche per me è una barzelletta.


    Sì, caro Bruno, infatti è una barzelletta!
    Le femmine sono la maggioranza della popolazione in tutti i Paesi industrializzati (quindi anche in Italia) ma, in realtà, nel mondo ci sono più uomini che donne.
    Per l'esattezza 101 maschi ogni 100 femmine.
    Riguardo alla Boralevi, ciò che è realmente irritante ed offensivo, è il fatto che la tipa si permetta di raccontare l'Esperienza Maschile, cioè di descrivere i sentimenti dell'Altro.
    (Per carità, niente di nuovo sotto il sole...storia vecchia ormai...)
    E' sufficiente questo suo passaggio per rendere l'idea:
    "Siamo noi che sentiamo la vita finire, noi che patiamo il sentimento lancinante e vacuo della fine di ogni aspettattiva, di ogni speranza. Gli uomini meno. Loro si consolano prima, si consolano in fretta. Non tutti, per carità"...
    E' come se il sottoscritto (o qualsiasi altro uomo) spiegasse a una femmina cosa sono le mestruazioni e il parto...
    Cosa ne sa la Boralevi dei nostri sentimenti? Come può una femmina "sentire", "descrivere", "narrare" il mio/vostro/nostro stato interiore?...

    Edited by silverback - 2/1/2005, 19:28
     
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