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adangwin.
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CITAZIONEpiù del sessanta per cento delle donne polacche ha dichiarato di voler votare per «Partia Kobiet».
Solita sparata... il caso del partito femminista svedese evidentemente non ha ancora fatto scuola.
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silverback.
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CITAZIONENude per la politica.
Saranno state sicuramente "costrette" a farlo da qualche "sporco maschilista" polacco...
Il Sistema, si sa, "odia" le donne.... -
+Vargan+.
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Ci vorebbe una controinformazione circa la mercificazione del corpo femminile . -
davide_v.
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yahoo.it
Cassazione: nelle coppie non esiste il diritto all'amplesso
ROMA - Non si puo' esigere dal partner, sia all' interno del matrimonio sia nell' ambito di una convivenza, alcun tipo di prestazione sessuale, specie se con forme di prepotenza, in quanto non esiste - all' interno dei rapporti di coppia - "un diritto all' amplesso". Lo sottolinea la Cassazione, condannando per violenza sessuale un marito che aveva costretto la moglie - dalla quale e' ora separato - ad avere un rapporto sessuale. La Suprema corte - confermando la condanna per stupro e sequestro di persona - ha respinto la tesi dell' uomo, Giuseppe Z., in base alla quale nell' ambito di una coppia e' da ritenersi che ci sia sempre "un consenso putativo" per il partner al rapporto sessuale. Con questa decisione i supremi giudici della terza sezione penale (sentenza 35408) hanno confermato il verdetto emesso nel maggio 2006 dalla Corte d'appello di Reggio Calabria.
In merito al reato commesso dall' imputato e alla sua linea difensiva, la Cassazione ricorda che "in tema di reati contro la liberta' sessuale, costituisce violenza sessuale qualsiasi forma di costringimento psicofisico idonea ad incidere sull' altrui liberta' di autodeterminazione, a nulla rilevando l'esistenza di un rapporto di coppia coniugale o paraconiugale tra le parti, dato che non esiste all' interno di un tale rapporto un 'diritto all' amplesso', né conseguentemente il potere di esigere o imporre una prestazione sessuale".Giuseppe aveva costretto la moglie e il figlioletto di alcuni mesi a seguirlo da Palermo in Calabria, per portarli dai propri parenti ed evitare che la donna si allontanasse da lui e dal clima di violenza che l'uomo aveva instaurato. Nel viaggio, poi, Giuseppe la aveva violentata e picchiata. (ANSA)CITAZIONE"in tema di reati contro la liberta' sessuale, costituisce violenza sessuale qualsiasi forma di costringimento psicofisico idonea ad incidere sull' altrui liberta' di autodeterminazione, a nulla rilevando l'esistenza di un rapporto di coppia coniugale o paraconiugale tra le parti, dato che non esiste all' interno di un tale rapporto un 'diritto all' amplesso', né conseguentemente il potere di esigere o imporre una prestazione sessuale".
Da tenere bene presente per future sentenze della Cassazione.
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vero mummio 2.
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CITAZIONE (davide_v @ 25/9/2007, 16:23)yahoo.it
Cassazione: nelle coppie non esiste il diritto all'amplesso
ROMA - Non si puo' esigere dal partner, sia all' interno del matrimonio sia nell' ambito di una convivenza, alcun tipo di prestazione sessuale, specie se con forme di prepotenza, in quanto non esiste - all' interno dei rapporti di coppia - "un diritto all' amplesso". Lo sottolinea la Cassazione, condannando per violenza sessuale un marito che aveva costretto la moglie - dalla quale e' ora separato - ad avere un rapporto sessuale. La Suprema corte - confermando la condanna per stupro e sequestro di persona - ha respinto la tesi dell' uomo, Giuseppe Z., in base alla quale nell' ambito di una coppia e' da ritenersi che ci sia sempre "un consenso putativo" per il partner al rapporto sessuale. Con questa decisione i supremi giudici della terza sezione penale (sentenza 35408) hanno confermato il verdetto emesso nel maggio 2006 dalla Corte d'appello di Reggio Calabria.
In merito al reato commesso dall' imputato e alla sua linea difensiva, la Cassazione ricorda che "in tema di reati contro la liberta' sessuale, costituisce violenza sessuale qualsiasi forma di costringimento psicofisico idonea ad incidere sull' altrui liberta' di autodeterminazione, a nulla rilevando l'esistenza di un rapporto di coppia coniugale o paraconiugale tra le parti, dato che non esiste all' interno di un tale rapporto un 'diritto all' amplesso', né conseguentemente il potere di esigere o imporre una prestazione sessuale".Giuseppe aveva costretto la moglie e il figlioletto di alcuni mesi a seguirlo da Palermo in Calabria, per portarli dai propri parenti ed evitare che la donna si allontanasse da lui e dal clima di violenza che l'uomo aveva instaurato. Nel viaggio, poi, Giuseppe la aveva violentata e picchiata. (ANSA)CITAZIONE"in tema di reati contro la liberta' sessuale, costituisce violenza sessuale qualsiasi forma di costringimento psicofisico idonea ad incidere sull' altrui liberta' di autodeterminazione, a nulla rilevando l'esistenza di un rapporto di coppia coniugale o paraconiugale tra le parti, dato che non esiste all' interno di un tale rapporto un 'diritto all' amplesso', né conseguentemente il potere di esigere o imporre una prestazione sessuale".
Da tenere bene presente per future sentenze della Cassazione.
Sentenza della suprema Corte nei confronti di un uomo di Trapani
"Responsabile del crac matrimoniale e di aver leso la dignità della consorte"
Cassazione, condannato il marito
che non fa sesso con la moglie
ROMA - Il marito che rifiuta di fare sesso per anni con la moglie per la corte di Cassazione è colpevole due volte: non solo del crac matrimoniale ma anche per avere leso la "dignità" della consorte in quanto "donna" e come "moglie". La suprema corte, richiamando i coniugi ai loro doveri coniugali, prende spunto dal caso analizzato per stabilire che i mariti che rifiutano di fare l'amore con la moglie, in caso di separazione, si devono fare carico anche dei danni morali arrecati alle consorti con il loro 'rifiuto'.
Per essersi rifiutato "per ben sette anni di intrattenere normali rapporti affettivi e sessuali con la moglie", Francesco G., un uomo di Trapani, si è visto rendere definitivo l'addebito della separazione dalla moglie Piera N. Non solo, per la Prima sezione civile (sentenza 6276/05), l'uomo, avendo negato l'amore, ha arrecato "gravissima offesa alla dignità e alla personalità del partner", causando una "situazione che oggettivamente provoca senso di frustrazione e disagio, spesso causa di irreversibili danni dell'equilibrio psicofisico".
Invano il marito, cui già il Tribunale di Trapani (nel maggio 2000) e la Corte d'appello di Palermo (nel novembre 2001) avevano attribuito la colpa della separazione, si è difeso in Cassazione, sostenendo di avere interrotto i rapporti con la moglie perché "aveva preso le difese del fratello quando questi lo aveva ingiustamente accusato di essersi appropriato di somme appartenenti alla cooperativa edilizia da cui era stato realizzato l'appartamento coniugale e della quale era diventato presidente".
La suprema Corte, allinenandosi "pienamente" al verdetto dei giudici di merito che avevano sottolineato come anche il comportamento tenuto dalla moglie "non era certo confrorme ai doveri di solidarietà verso il marito", non ha potuto fare a meno di evidenziare la "gravità" del comportamento del marito che rifiutandosi di fare sesso ha causato alla consorte "lesione alla dignità di donna e di moglie".
Perché, come scrive il consigliere Sergio Del Core, non si può "dubitare che il rifiuto, protrattosi per ben sette anni, di intrattenere rapporti affettivi e sessuali con il coniuge costituisca gravissima offesa alla dignità e alla personalità del partner e situazione che oggettivamente provoca senso di frustrazione e disagio, spesso causa di irreversibili danni sul piano dell'equilibrio psicofisico".
Un rifiuto, quello della "prestazione sessuale" che, "ove volontariamente posto in essere non può che costituire addebitamento della separazione" in quanto rende "impossibile all'altro il soddisfacimento delle proprie esigenze di vita dal punto di vista affettivo e l'esplicarsi della comunione di vita nel suo profondo significato". Francesco G., il cui ricorso è stato dichiarato "inammissibile" dovrà sborsare anche 3.100 euro per avere portato la moglie in giudizio.
(24 marzo 2005)
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.CITAZIONEPer essersi rifiutato "per ben sette anni di intrattenere normali rapporti affettivi e sessuali con la moglie", Francesco G., un uomo di Trapani, si è visto rendere definitivo l'addebito della separazione dalla moglie Piera N. Non solo, per la Prima sezione civile (sentenza 6276/05), l'uomo, avendo negato l'amore, ha arrecato "gravissima offesa alla dignità e alla personalità del partner", causando una "situazione che oggettivamente provoca senso di frustrazione e disagio, spesso causa di irreversibili danni dell'equilibrio psicofisico".CITAZIONELa suprema Corte non ha potuto fare a meno di evidenziare la "gravità" del comportamento del marito che rifiutandosi di fare sesso ha causato alla consorte "lesione alla dignità di donna e di moglie".
Senza vergogna
Edit: da notare poi l'espressione pansessista "avendo negato l'amore...", che ci voleva ad essere sinceri?. -
tyrtix.
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CITAZIONEQuesto non sembrava essere il caso del pensionato che fino ad allora - hanno assicurato i commercianti - era sempre puntuale e preciso nei pagamenti
Pover'uomo...immagino mio padre come potrebbe sentirsi se dovesse comportarsi così per arrivare in fondo al mese. L'umiliazione di aver lavorato una vita e non riuscire a campare per aver dato soldi allo stato, e quella di dover rubare....altro che parità fra i sessi, son qui che dovrebbero arrivare i fondi statali.. -
-Julius-.
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Donna violenta uomo, condannata
Norvegia:nove mesi di galera per stupro
La giustizia norvegese ha condannato a nove mesi di carcere una donna di 23 anni per aver violentato un uomo di 31. Alla vittima anche un risarcimento di 40.000 corone norvegesi, quasi 5000 euro. In Norvegia si tratta del primo caso di condanna di una donna accusata di stupro. La donna si era difesa sostenendo che l’uomo fosse consenziente ma la procura ha giudicato false le sue spiegazioni.
I fatti si sono svolti in un’abitazione di Bergen (costa ovest del paese) e risalgono allo scorso gennaio. La donna, il suo boy friend e la vittima si erano trovati nell’appartamento per bere molto alcol e ubriacarsi insieme. L'uomo violentato ha dichiarato ai giudici di essersi risvegliato dai postumi della sbornia mentre la donna stava praticando nei suoi confronti una fellatio e contemporaneamente l'amico li stava fotografando.
28/4/2005
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articol...olo254693.shtml. -
adangwin.
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CITAZIONEDonna violenta uomo, condannata
Norvegia:nove mesi di galera per stupro
Se fosse stato un uomo a violentare una donna, col cavolo che se la cavava con nove mesi.. -
silverback.
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... i "privilegi" maschili:
http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre...sudafrica.shtml
In una miniera d'oro in sudafrica: già salvati 2.500
Ancora 700 da portare in superficie
Si è rotto il cavo di un ascensore. Sono bloccati a circa 2 mila metri di profondità nel pozzo di Elandsrand
JOHANNESBURG - Rimangono da portare in superficie ancora 700 minatori sui 3.200 rimasti intrappolati mercoledì in una miniera d'oro a Elandsrand, in Sudafrica, a causa della rottura del cavo di un ascensore. Lo ha reso noto una portavoce della Harmony Gold, il quinto produttore di oro al mondo. La miniera, di proprietà della Harmony Gold, è situata nella provincia di Mpumulanga.
SALVI IN 2.500 - I soccorritori sono riusciti a trarre in salvo 2.5000 persone. Il sindacato dei minatori sudafricani (Num) ha denunciato la negligenza dei proprietari del sito come causa dell'incidente. «Non ci sono state vittime, ma l'ascensore di servizio impiegato per riportare i minatori in superficie va molto lentamente per evitare rischi. Sono certo che risolveremo la cosa», ha dichiarato l'amministratore della miniera, Graham Briggs precisando che l'attività di estrazione verrà interrotta fino a che non verranno determinate le cause del guasto dell'ascensore.
IL CAVO ROTTO - La portavoce Amelia Soares ha detto che l'incidente è avvenuto intorno alle 10 di mercoledì mattina (ora locale e italiana) per la rottura del cavo di alimentazione di un ascensore che stava riportando gli uomini in superficie. I minatori si trovano intrappolati in un pozzo a una profondità di circa 2 mila metri. I soccorritori, secondo la Bbc, stanno cercando di raggiungerli attraverso un pozzo adiacente a quello rimasto bloccato a causa dell'incidente.
SOCCORSI LUNGHI - «Sono rimasti intrappolati quando il cavo elettrico che fa funzionare l'ascensore della miniera è rimasto tranciato», ha detto Amelia Soares. Tutte le miniere della zona sono profonde e, secondo un portavoce del sindacato dei minatori, lasciano molto a desiderare dal punto di vista della sicurezza dei lavoratori.
03 ottobre 2007
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silverback.
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CORRIERE DELLA SERA, 9/10/2007
La Serafini accusa: da noi donne arretrate, premiano le più "maschili"
MILANO - Accusata di privilegi perché "moglie di" (del sottosegretario
della Quercia Piero Fassino): Anna Maria Serafini, senatrice diessina,
l'aveva gridato lo scorso inverno in una lunga intervista al settimanale
Chi, una delle sue prime uscite nel ruolo di protagonista, e oggi
parla ancora di discriminazione e di un maschilismo all'incontrario,
quello delle donne. "E' frutto di un'arretratezza che poggia su due
elementi - sostiene -. La donna è sempre collocata nel contesto
familiare, appoggiata dalla famiglia. E poi chi come me si distingue per
un percorso politico in autonomia non sempre può contare sulla comprensione
delle componenti innovatrici della società". Il suo atto d'accusa è nel
capitolo "I nemici delle donne", nel libro del massmediologo Klaus
Davi Fallocrazia, in libreria da domani (Rizzoli). Alla domanda dell'autore
"perché il maschilismo è nel Dna delle femministe o ex femministe?"
Serafini risponde che "è il frutto della tradizione elitaria delle donne".
E spiega:"Chi ha il potere non vuole perderlo, le altre devono arrangiarsi.
Chi ha una concezione non di potere nella politica è più esposta, più fragile".
Secondo Klaus Davi l'accusa della senatrice diessina è rivolta "alle donne
della sinistra in generale, della politica e della società civile", che non
l'hanno difesa quando le è stata appiccicata quell'etichetta di moglie-di.
E questo in un momento storico particolare, ai tempi delle candidature delle
Hillary e delle Ségolène e di protagoniste come Cherie Blair o Veronica Lario,
corteggiata dall'altra parte politica. Anna Maria Serafini, 53 anni, toscana
dell'Amiata, racconta di aver iniziato a far politica a 14 anni. Sono quarant'anni
di impegno, quattro legislature. Eppure resta per molti, peggio ancora, per
molte, la signora Fassino: è il teorema di Klaus Davi, uno che sul "protagonismo
onnipotente del maschio" ha deciso di scrivere un libro e definisce l'esclusione
delle donne dal potere un "apartheid", che condiziona la nostra
società su più livelli. "Quando si dice moglie-di vuol dire che ancora non si
dà valore simbolico alla donna che fa politica" - è la testimonianza che ha
raccolto Davi dalla senatrice Ds -. "Questo perché per lungo tempo ci siamo
accontentate delle briciole. E questo ha fatto sì che le donne scelte fossero
figure dai tratti più simili a loro, più familiari, cioè maschili". Nel caso di
una donna premier, dice Serafini, "attenti alle mode mediatiche".
Traduzione di Davi:"Penso che si riferisca alla Finocchiaro".. -
Quinzio2.
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Non so se qualcuno ha appena ascoltato sul LA7 alle 8:30, si parlava di burqa si o no, se è giusto consentire l'uso del burqa alle donne islamiche in Italia. . -
.CITAZIONE (Quinzio2 @ 10/10/2007, 21:39)Non so se qualcuno ha appena ascoltato sul LA7 alle 8:30, si parlava di burqa si o no, se è giusto consentire l'uso del burqa alle donne islamiche in Italia.
Mi fanno ridere e anche un po' incazzare. Sapete perché.. -
Quinzio2.
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CITAZIONE (Warlordmaniac @ 10/10/2007, 21:43)CITAZIONE (Quinzio2 @ 10/10/2007, 21:39)Non so se qualcuno ha appena ascoltato sul LA7 alle 8:30, si parlava di burqa si o no, se è giusto consentire l'uso del burqa alle donne islamiche in Italia.
Mi fanno ridere e anche un po' incazzare. Sapete perché.
Non so il perchè ti fa incazzare. Mi sono perso dei pezzi evidentemente.
Il problema del burqa secondo me è molto semplice e nessuno degli illustri ospiti lo ha capito, secondo il mio umile parere.
Ed è questo: ho davanti una donna col burqa, io come faccio ad essere sicuro che questa lo porta per un suo genuino sentimento religioso o invece è costretta perchè se altrimenti viene picchiata, o viene espulsa dal suo ambiente famigliare e culturale ?
Ovvero, io sono libero di andare a messa la domenica, ma se non ci vado, non vengo additato, non vengo espulso dalla mia famiglia, ecc...
Al contrario, se decidessi di frequentare assiduamente la chiesa, nessuno mi darebbe fastidio.
Questa è libertà religiosa. (E' anche ipocrisa, ma questo è un altro discorso).
Chi mi dice se la donna col burqa può toglierselo quando vuole senza incorrere in nessuna ostracizzazione ?
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La scelta deve essere della donna. .