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CORRIERE DELLA SERA, 9/10/2007
La Serafini accusa: da noi donne arretrate, premiano le più "maschili"
MILANO - Accusata di privilegi perché "moglie di" (del sottosegretario
della Quercia Piero Fassino): Anna Maria Serafini, senatrice diessina,
l'aveva gridato lo scorso inverno in una lunga intervista al settimanale
Chi, una delle sue prime uscite nel ruolo di protagonista, e oggi
parla ancora di discriminazione e di un maschilismo all'incontrario,
quello delle donne. "E' frutto di un'arretratezza che poggia su due
elementi - sostiene -. La donna è sempre collocata nel contesto
familiare, appoggiata dalla famiglia. E poi chi come me si distingue per
un percorso politico in autonomia non sempre può contare sulla comprensione
delle componenti innovatrici della società". Il suo atto d'accusa è nel
capitolo "I nemici delle donne", nel libro del massmediologo Klaus
Davi Fallocrazia, in libreria da domani (Rizzoli). Alla domanda dell'autore
"perché il maschilismo è nel Dna delle femministe o ex femministe?"
Serafini risponde che "è il frutto della tradizione elitaria delle donne".
E spiega:"Chi ha il potere non vuole perderlo, le altre devono arrangiarsi.
Chi ha una concezione non di potere nella politica è più esposta, più fragile".
Secondo Klaus Davi l'accusa della senatrice diessina è rivolta "alle donne
della sinistra in generale, della politica e della società civile", che non
l'hanno difesa quando le è stata appiccicata quell'etichetta di moglie-di.
E questo in un momento storico particolare, ai tempi delle candidature delle
Hillary e delle Ségolène e di protagoniste come Cherie Blair o Veronica Lario,
corteggiata dall'altra parte politica. Anna Maria Serafini, 53 anni, toscana
dell'Amiata, racconta di aver iniziato a far politica a 14 anni. Sono quarant'anni
di impegno, quattro legislature. Eppure resta per molti, peggio ancora, per
molte, la signora Fassino: è il teorema di Klaus Davi, uno che sul "protagonismo
onnipotente del maschio" ha deciso di scrivere un libro e definisce l'esclusione
delle donne dal potere un "apartheid", che condiziona la nostra
società su più livelli. "Quando si dice moglie-di vuol dire che ancora non si
dà valore simbolico alla donna che fa politica" - è la testimonianza che ha
raccolto Davi dalla senatrice Ds -. "Questo perché per lungo tempo ci siamo
accontentate delle briciole. E questo ha fatto sì che le donne scelte fossero
figure dai tratti più simili a loro, più familiari, cioè maschili". Nel caso di
una donna premier, dice Serafini, "attenti alle mode mediatiche".
Traduzione di Davi:"Penso che si riferisca alla Finocchiaro"..