GRADI DI PERFEZIONE MASCHILI E FEMMINILI
CITAZIONE (Giubizza @ 14/10/2006, 10:45) CITAZIONE (Alexandros Basileus @ 13/10/2006, 18:10) attenzione, non dico femminilità - che è ciò che in una donna mi attira - ma femmineità - che invece è ciò che in una donna mi disgusta Interessante. Se ti va potresti spiegarmi la differenza? Mi hai incuriosito! Nel mio, del tutto personale, sistema di pensiero, io giudico gli uomini e le donne in base al grado di perfezione che essi sono riusciti a raggiungere nella loro vita.
Io credo che la natura abbia un telos (= scopo, fine, progetto) e che le forme che si manifestano in natura giungono a perfezione allorché questo telos viene compiuto (visione teleologica della vita e della natura).
Orbene, nascere uomini o donne non è una cosa che avviene a caso, ma qualcosa che rimanda a ben precisi contenuti archetipici: ogni uomo e ogni donna deve divenire, come avrebbe detto il grande Weininger e come avrebbe ribadito, ancora più precisamente, il divino Evola, un "Uomo Assoluto" (prototipo dell'assoluta attività e creatività) e una "Donna Assoluta" (prototipo dell'assoluta passività e ricettività), impegnandosi a sviluppare tutte le potenzialità del genere cui appartiene.
In questa scala evolutiva, che dal singolo uomo concreto e dalla singola donna concreta giunge all'Uomo Assoluto (o Uomo ideale) e alla Donna Assoluta (o Donna ideale), ci sono vari gradi di perfezione.
Elenchiamoli sinteticamente:
A) PER L'UOMO
1. al grado più basso del gradino evolutivo sta l'uomo effeminato, che anziché sviluppare caratteristiche del suo genere di appartenenza, sviluppa caratteristiche dell'altro sesso;
2. quindi viene l'uomo "machista", che è sì centrato sul proprio sesso, ma ne sviluppa solo gli aspetti più deleteri e grossolani (aggressività non controllata e incanalata, spacconeria, volgarità, bestialità, etc. etc.);
3. viene poi l'uomo maschile, che invece ha già acquisito un discreto numero di virtù maschili (pazienza; coraggio; senso morale; capacità di comando e di equilibrio; senso della giustizia e dell'onore; capacità di organizzare un mondo, di varcare frontiere e di aprire le menti a nuovi orizzonti; etc. etc.), ma non le ha ancora portate a perfezione;
4. infine vi è l'uomo virile (dal latino Vir= Uomo perfetto; Eroe), che possiede le virtù maschili in grado pieno e perfetto.
B) PER LA DONNA
1. al grado più basso del gradino evolutivo sta la donna mascolina, che anziché sviluppare caratteristiche del suo genere di appartenenza, sviluppa, in modo scimmiesco, caratteristiche dell'altro sesso (vedi le varie "uome" di oggi cui, giustamente, la grande Wookyee riferisce di non voler per nulla assomigliare);
2. quindi viene la donna femminea, che è sì centrata sul proprio sesso, ma ne sviluppa solo gli aspetti più sgradevoli e frivoli (vanità, narcisismo, superficialità, assoluta piattezza culturale, mancanza di profondità, etc. etc.);
3. viene poi la donna femminile, che invece ha già acquisito un discreto numero di virtù femminili [dolcezza; ricettività, remissività; capacità di comprensione e di immedesimazione nel prossimo; empatia; gioiosità; capacità di amare sia in senso affettivo sia in senso erotico; capacità di essere calda a letto; "apertura vaginale" (da intendersi sia in senso simbolico che in senso letterale: una donna non "aperta" all'uomo e al Fallo non è una vera donna); etc. etc]), ma non le ha ancora portate a perfezione;
4. infine vi è la donna muliebre (dal latino Mulier = compagna e sodale dell'Uomo, da cui il nostro "moglie"), che possiede le virtù femminili in grado pieno e perfetto.
Riassumendo abbiamo dunque i seguenti gradi di perfezione:
PER L'UOMO:
1. effeminatezza (stadio gravemente difettivo) 2. "machismo" (stadio difettivo) 3. maschilità (stadio equilibrato) 4. virilità (stadio perfetto)
PER LA DONNA:
1. mascolinità (stadio gravemente difettivo) 2. femmineità (stadio difettivo) 3. femminilità (stadio equilibrato) 4. muliebrità (stadio perfetto)
Ovviamente questa visione è molto personale (anche se io l'ho fondata sulla scorta delle innumerevoli letture da me compiute sull'archetipo maschile e sull'archetipo femminile) e non pretendo che riceva consensi; tuttavia è sulla base di essa che io giudico il valore dell'uomo o della donna con cui mi trovo a dover interagire o interloquire.
Un saluto a tutti
Alexandros
P.S.: Non aggreditemi per il mio pensiero; l'ho esposto solo perché mi è stato chiesto di farlo. Se volete criticarlo (o correggerlo o integrarlo e completarlo in qualche punto) fatelo pure, ma per favore non inveite contro il suo autore... Grazie!
Edited by Alexandros Basileus - 14/10/2006, 17:14
|