La bufala dell' 8 MARZO

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  1. tyrtix
     
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    Ti sbagli ancora una volta lelen, sul fattore politica così come sul fattore donne manager: tu pretenderesti che le donne, che non hanno MAI (a detta tua e del femminismo) dovuto affrontare un certo tipo di situazione, da domani, anzi, da oggi, riescano a farlo come lo fanno gli uomini che hanno millenni di esperienza...Io credo sia impossibile, se vista così, e inoltre non mi pare tu abbia ribattuto esaurientemente. In Italia ci sono anche donne in politica che si occupano di ALTRO piuttosto che della questione femminista, e sno quelle donne che sono valide per la politica, non certo SOLO quelle che si lamentano del maschio oppressore, ti pare? Ora, vuoi spiegarmi CHE CE NE FACCIAMO di un terzo di parlamentari che si battono tutti per la solita stupida cosa?
    Vuoi le chances di occuparsi di politica seguendo altre modalità??
    Da noi l'han già trovate: le donne ufficiali dell'esercito, la prossima leva politica italiana (se ne iniziano già a vedere i risultati...), le donne che aspirano sempre più SOLO AL POTERE.... la politica è ben'altro, invece. Magari a tempi maturi ci saranno anche molte donne...SENZA BISOGNO DELLE QUOTE.
     
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  2. ventiluglio
     
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    Lelen:
    CITAZIONE
    Riguardo  al fatto che le meutilazioni genitali così come altri obbrobri vengano sostenuti e addirittura praticati dalle stesse donne ( madri, zie etc,) non vedo contraddizione: una cultura  condiziona maschi e femmine allo stesso modo. Ma é evidente che si tratta di una cultura maschilista, tesa cioé a privilegiare il maschio. Le mutilazioni sono semplicemente un modo di controllare la sessualità femminile (siamo alle solite).


    Lelen, è passato un anno credo, da quando ho cercato di spiegarti come e perché già questa storia di una presunta *contrapposizione* tra Natura e Cultura (che è sempre chiaramente sottesa a tutti i tuoi "ragionamenti") sia una sciocchezza totale (e a dirlo, ovviamente, non sono io, ma lo ribadirebbe con chiarezza qualunque antropologo o studioso del comportamento umano serio).

    Ma vedo che le cose che ti si spiegano ti entrano in un orecchio ed escono dall'altro. E ritorniamo sempre allo stesso punto di partenza...
    Forse credi di poter ottenere ragione solo per "sfinimento" degli interlocutori? E' così, vero?

    Perché non impieghi una parte del tuo (evidentemente abbondante) tempo libero documentandoti?
    Leggiti alla svelta il libro di Rino - e cerca di capire bene quello che c'è scritto - anzichè scrivere coattivamente sempre i soliti 4-concetti-4 (dicasi "spamming", e qui non è tollerato).

    Per quanto mi riguarda la lettura attenta da parte tua di "Questa Metà Della Terra" diventa un presupposto indispensabile per continuare la discussione con te:
    Non ho intenzione di sprecare le mie energie per controbattere migliaia di volte sempre agli stessi argomenti. Dal momento che un libro assai documentato è stato scritto su questi temi (e nessuno qui ha voglia di farti migliaia di volte lo stesso riassuntino), fai la fatica di andare a leggerlo.
    PRIMA leggi, POI (semmai) fai le tue obiezioni, possibilmente circostanziate e chiare.
    Dimostreresti così di essere realmente desiderosa di capire le nostre ragioni e non soltanto di una ribalta da cui lanciare sterili (ma non meno fastidiose) provocazioni.
    Altrimenti il dialogo con te diventa veramente irritante e siamo autorizzati a sospettare la tua malafede.

    Lorenzo

    Edited by ventiluglio - 8/3/2005, 01:45
     
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  3. lelen
     
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    Tyrtix e Ventiluglio, purtropppo mi sembra che parliamo due lingue diverse.
    In merito al testo illuminante di Rino, può darsi che lo leggerò (non lo escludo assolutamente anzi).
    Ma prima devo finire la decina di libri, tutti piuttosto impegnativi, che come sempre sto leggendo in semicontemporanea.
    Immagino che nel testo in questione ci possano essere aspetti interessanti, ma il fatto di aver letto e ribattuto a centinaia di post in questo forum ( nonché nei vari siti del Movimento maschile) credo che non sia proprio sintomo di disinteresse verso le Questione maschile ( collegata del resto a quella feminile)
    E non so se nel libro di Rino ci troverei tutte 'ste grandi novità.
    Certo potrei approfondire ulteriormente...
    come peraltro potreste fare voi in merito al Femminismo storico, alle lotte degli anni settanta, ad altre culture (o argomenti che magari vi coinvolgono meno di quanto coinvolgono me ).
    Ma faccio quello che posso come tutti e visto che il mio tempo libero non é poi così tanto come potrebbe sembrare (ma perché, ancora una volta, tutta quest'attenzione in merito? Sarò ben padrona di usare il mio tempo come voglio o no? Invece di apprezzare che dedico energie al vostro forum, sembra che vi dia fastidio) ecco che leggere il libro di Rino non é la mia massima priorità.
    E a questo punto vi chiederei di collaborare, tirandomi in ballo il meno possibile con domande serie o provocatorie che siano perché effettivamente il forum mi sta riassorbendo troppo (eh sono una passionale che ci volete fare?).
    Io non posso essere altro che quella che sono. Verrò messa nuovamente alla berlina solo per questo?
    Ma insomma, credete che sia facile per una donna come me che ha fatto un certo cammino e dell'emancipazione il suo baluardo, stare ad ascoltare commenti di persone che spesso sanno solo offendere e denigrare il genere femminile pur definendosi, chissà poi perchè, rigorosamente antimaschilisti?
    Potrei evidenziare in questo forum dozzine e dozzine di farsi che meiterebbero una denuncia.
    Se sono tornata in quest'arena é perchè credo che ci siano comunque persone seriamente disposte a dialogare e a capire ( non la "mia" verità, poiché la verità non ha padroni: ognuno ne possiede un pezzettino e dobbiamo essere umili per ammettere che per ampliare, ammesso che ci interessi, la nostra ristretta visione abbiamo bisogno degli altri ).
    Sappiate che non sono qui per combattere né tantomeno distruggere.
    Se poi a qualcuno piace pensare che sia così, amen!
    Non sono più disposta a dimostrare che sono in buonafede. Un paio di giorni fa ho detto e qui lo ripeto, che non voglio più raccogliere provocazioni di nessun tipo.
    Non ho bisogno né di sfogarmi, né di usare strategie chè quelle servono ai colonnelli, o anche a coloro che non sanno confrontarsi lealmente.
    E ora per favore smettiamola di parlare della mia persona e passiamo a discorsi più importanti.
    In effetti ho anch'io l'impressione che quello che ci diciamo sia un po' un déjà-vu e il rischio di trasformare quello che potrebbe rivelarsi uno scambio profiquo in una sterile partita a ping-pong , in questi casi c'é sempre.Ma non posso certo fare solo io lo sforzo di rompere questo schema. Missione impossibile?
    Una grande sfida che vi lancio miei cari Uomini 3000 e che naturalmente siete liberi di ignorare o di accettare.
    ( Ehm, dimmi un po' Ventiluglio: dicasi spamming anche di un messaggio magari ripetitivo, ma scritto con l'anima?)

    Edited by lelen - 8/3/2005, 03:27
     
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  4. ventiluglio
     
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    La storia ed il significato della festa delle donne
    Intervista ad Alessandra Nucci, studiosa dei fenomeni legati al femminismo

    ROMA, lunedì, 7 marzo 2005 - La festa delle donne ha assunto nel corso degli anni una valenza ideologica sempre più forte, al punto da essere espressione di una cultura radicale che identifica la figura femminile come ribelle contro le caratteristiche naturali di madre e moglie.

    Dopo decenni in cui questa ideologia ha prevalso, sembra ora emergere una cultura nuova che fa riferimento all’insegnamento ed alla concezione antropologica cristiana.

    Per saperne di più, ZENIT ha intervistato la dott.ssa Alessandra Nucci, Direttrice della rivista "Una Voce Grida...!" e studiosa dei fenomeni che fanno riferimento al femminismo e all’ecofemminismo (e membro del Rinnovamento nello Spirito, ndr).

    La Nucci è anche Responsabile per l'area "Donna e culture" del Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa (GRIS).

    Qual è la storia ed il significato dell'8 marzo. E' una vera festa per le donne?

    Nucci: La mitologia femminista ha tramandato per decenni il racconto che la data dell’8 marzo fu scelta alla seconda Conferenza internazionale di donne socialiste a Copenhagen, nel 1910, per commemorare il massacro di oltre cento operaie di una camiceria di New York, intrappolate in un incendio appiccato dal padrone della fabbrica per vendicarsi di uno sciopero.

    Qualche anno fa qualcuno è andato a spulciare le cronache vere, e si è saputo che un tale terribile incendio ci fu, ma che non era riconducibile né a scioperi né a serrate, che fece vittime anche fra gli uomini, e che avvenne nel 1911, un anno dopo Copenhagen.

    Così adesso noto che le versioni che vengono avanzate si sono diversificate, cercando sempre però di ricordare qualche evento negativo che sarebbe avvenuto in America. In realtà, l’istituzione dell'8 marzo come Festa della donna risale alla III Internazionale comunista, svoltasi a Mosca nel 1921, dove fu lanciata da Lenin come "Festa internazionale delle operaie", in onore della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo.

    Il racconto di un 8 marzo istituito in memoria un massacro frutto di odio classista e capitalista fu opera del Partito Comunista Italiano, che nel 1952, in piena Guerra Fredda, pubblicò la cronaca di questo incendio vero, ma manipolato in chiave anti-americana. La versione fu ripresa dall'Unione Donne Italiane, il settore femminile della Cgil, per organizzare quell’anno la festa dell’8 marzo, e poi dalla Cgil stessa, che vi ricamò ulteriormente, aggiungendo altri personaggi al racconto due anni dopo.

    La vicenda è indicativa dell’egemonia cercata, e alla lunga ottenuta, dalla sinistra italiana sulle istanze delle donne, dove spesso oggi anche la voce di chi di sinistra non è raccoglie gli stessi temi, le stesse parole d’ordine. Così l’8 marzo in Italia è effettivamente sentita come festa generica di tutte le donne.

    Proprio in questi giorni si sta discutendo a New York (Pechino+ 10), della Piattaforma per l’Azione votata alla conferenza ONU di Pechino (1995) sui diritti della donna. C'è una notevole polemica che riguarda l'aborto, per molti è un diritto, un atto di libertà e di progresso dell'universo femminile. Lei che ne pensa?

    Nucci: Quando in Italia, negli anni Settanta, si tenne il referendum sull’aborto, furono in molti a votare per la sua liberalizzazione perché convinti della necessità di mettere fine a un numero altissimo di aborti clandestini. Oggi però siamo andati ben oltre questo concetto di "male minore", e un certo tipo di femminismo radicale ha dato all’aborto la dignità di vessillo di libertà, una conquista di cui andare molto fieri. C’è chi, addirittura, ne vuole fare un diritto umano, in nome della vita. La vita della donna, naturalmente, senza aver riguardo alla vita del figlio.

    La donna si vuole presentare come minacciata non solo dall’incidenza della mortalità per aborti clandestini, che si presume altissima, ma anche dal fatto stesso della gravidanza e della maternità. E’ incredibile come in un’epoca in cui si vuole che tutto sia "naturale" e "olistico", si voglia a tutti i costi manipolare la naturale fisiologia della donna, scorporandone la maternità come fosse un aspetto aggiuntivo.

    Sta preparando un libro sul femminismo e sulle politiche antivita che alcune agenzie delle Nazioni Unite hanno praticato dalla fine degli anni Sessanta. In che modo la cultura femminista è stata strumentale all'applicazione di programmi per la riduzione delle nascite?

    Nucci: Le politiche demografiche delle Nazioni Unite nascono dalla volontà di prevenire quella che viene percepita come un’imminente catastrofe demografica, nonostante i dati dicano il contrario. Non vi è dubbio però che il rinfocolato femminismo degli anni Novanta abbia prestato a queste politiche una nuova legittimità e militanza, specie con il vessillo dei "diritti riproduttivi".

    Secondo queste femministe, appartenenti a delegazioni governative e non-governative, ma anche inserite a tanti livelli diversi dello stesso sistema ONU, è di somma importanza liberalizzare l’aborto e inondare il mondo di contraccettivi, perché il bene primario della donna - che lo sappia o no - consisterebbe nel ridurre la maternità ad un’opzione marginale rispetto alle cose veramente importanti della vita.

    Che cosa pensa della Carta della Terra che secondo alcuni dovrebbe sostituire la Dichiarazione dei Diritti Universali dell'Uomo adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948?

    Nucci: Non saprei esprimermi meglio del Professor Michael Schooyans, per dire che la Carta della Terra è uno strumento ideologico anti-cristiano, utile a "legittimare politiche di controllo demografico su scala mondiale, specialmente nei confronti dei più poveri".

    Nell'estate dello scorso anno la Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato un documento in cui analizza l'ideologia femminista e la confronta con la cultura cristiana. Qual è il suo parere in proposito?

    Nucci: Il documento firmato dal cardinal Joseph Ratzinger e dall’arcivescovo Angelo Amato ha il pregio di mettere in guardia le donne dal rischio di favorire la creazione di una società dove le condizioni dell’umanità, e quindi della donna stessa, saranno molto peggiori di adesso. Bisogna rendersi conto che le campagne che riguardano la donna in realtà prendono di mira tutta la società. Adesso se ne rendono conto in poche, ma basterà che le donne ne diventino pienamente consapevoli: allora saranno in grado, insieme agli uomini, di ribaltare l’intero corso della storia.


    Edited by ventiluglio - 8/3/2005, 11:03
     
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  5. silverback
     
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    CORRIERE dell'UMBRIA - 8 marzo 2005

    Il lavoro uccide 118 donne ogni anno[=diverso valore=la vita di una donna vale più di quella di 4 uomini=teorie naziste]
    Lo affermano Inail e Anmil in uno studio dedicato alla sicurezza


    MILANO - Sono vittime di uno ogni cinque infortuni sul lavoro e, sebbene in Europa le donne siano adibite
    a mansioni a minor rischio, nel 2001 sono morte sul lavoro 267 donne, 57 delle quali in Italia.
    Sono le cifre comunicate da Inail e Anmil (l'associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) in occasione della presentazione del progetto. "L'altra metà del lavoro" un concorso di arti visive dedicato, appunto, al tema del lavoro in rosa e dei problemi della sicurezza.
    "Pochi sanno che sono quasi 1400 i morti ogni anno accadono in Italia per motivi di lavoro e di essi 118 sono donne
    - ha detto il vicepresidente regionale dell'Anmil della Lombardia, Gualtiero Ceccon, presentando l'iniziativa - e che purtroppo il trauma dell'infortunio viene vissuto secondo ritmi e modalità diverse dalla donna, che vede turbato il proprio equilibrio psico-fisico e familiare, del tutto diverso rispetto a quello dell'uomo".
    La donna, dopo un incidente sul lavoro subisce anche atteggiamenti "sfavorevoli" in ambito lavorativo al punto da crearle serie difficoltà a proseguire l'attività professionale "per mancanza - ha spiegato - di comprensione, di sostegno, di adeguati supporti".
    Questo il motivo che l'anno scorso, in occasione dell'8 marzo, ha spinto l'Anmil a promuovere la presentazione di una proposta di legge, firmata da un centinaio di deputati, tendente a istituire "speciali agevolazioni per l'integrazione al lavoro delle donne infortunate".
    Secondo l'associazione, infatti, tra le donne di età inferiore ai 50 anni vittime di un infortunio si opera una forte spinta al licenziamento, con punte superiori al 40% di abbandono del lavoro.
    Oltre i 50 anni, poi, 6 donne su 10 smettono completamente di lavorare e quelle che continuano a lavorare, come minimo, cambiano datore di lavoro almeno in 4 casi su 10.
    Insomma, avvisano Inail e Anmil, la donna lavoratrice non è al sicuro in Europa e, tanto meno, in Italia.
    Lo sforzo delle due associazioni è quello di stimolare gli istituti di studi economici e statistici a fotografare meglio la realtà della donna lavoratrice, per poi spingere lo stato, gli enti locali, le regioni a un intervento sempre più efficace e mirato. Intanto, secondo i dati della banca Inail, nel 2004 in Lombardia (regione che detiene il record di infortuni) sono stati oltre 116.000 gli infortuni denunciati nel settore industria-commercio e servizi, 36.000 dei quali hanno avuto per vittima una donna. Senza contare quel accade nel lavoro cosiddetto "sommerso". Seguono Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Toscana, mentre, per quanto riguarda l'agricoltura il maggior numero di infortuni a donne si registra in Emilia Romagna (2.374) seguita da Campania, Toscana e Piemonte.
    ____________________________________________________________________

    Definire vergognosi simili articoli è un eufemismo.

    Edited by silverback - 8/3/2005, 12:17
     
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  6. Barnart
     
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    QUOTE (silverback @ 8/3/2005, 12:10)
    MILANO - Sono vittime di uno ogni cinque infortuni sul lavoro e, sebbene in Europa le donne siano adibite
    a mansioni a minor rischio, nel 2001 sono morte sul lavoro 267 donne, 57 delle quali in Italia.
    ....
    e che purtroppo il trauma dell'infortunio viene vissuto secondo ritmi e modalità diverse dalla donna, che vede turbato il proprio equilibrio psico-fisico e familiare, del tutto diverso rispetto a quello dell'uomo"[/i].

    "per mancanza - ha spiegato - di comprensione, di sostegno, di adeguati supporti".

    Secondo l'associazione, infatti, tra le donne di età inferiore ai 50 anni vittime di un infortunio si opera una forte spinta al licenziamento, con punte superiori al 40% di abbandono del lavoro.

    Insomma, avvisano Inail e Anmil, la donna lavoratrice non è al sicuro in Europa e, tanto meno, in Italia.


    Definire vergognosi simili articoli è un eufemismo.

    Nazifemminismo puro.

    Guardando da un altro pianeta si sarebbe costretti a pensare che il male di una specie valga 25 volte quello dell'altra.

    Persino il bene viene rovesciato in male.
    Anche in Canada uguali statistiche hanno detto che "nel 40% dei casi la vittima deve abbandonare il lavoro"

    Che la vittima F abbandoni il lavoro:

    - perché fugge per Natura (negata) dai luoghi del pericolo, mentre M per natura (negata) li affronta;

    - perché può abbandonarlo, mentre M non può;

    - che possa abbandonarlo perché ha chi la mantiene mentre M non ha nessuno,

    questo non lo si vede, non lo si pensa nemmeno.

    Questo è il privilegio trasformato in onere, in discriminazione, in nuovo motivo di lamento e di condanna contro colui che ...muore 25 volte di più.

    Abbiamo poi mai sentito parlare di "comprensione, di sostegno, di adeguati supporti" ai maschi feriti, mutilati?


    QUOTE
    ... purtroppo il trauma dell'infortunio viene vissuto secondo ritmi e modalità diverse dalla donna, che vede turbato il proprio equilibrio psico-fisico e familiare, del tutto diverso rispetto a quello dell'uomo"[/i].


    Ed ecco che subito la diversità naturale, sempre negata (un feticcio maschilista), emerge per significare che la Sua sofferenza è più grande, più profonda. Più nobile.

    Tutto è così chiaro da restarne abbagliati.

    Forse è per questo che i maschi stessi non riscono a vedere la svastica rosa che incombe su di loro.

    Ieri ci siamo chiesti cosa sarebbe stato raccontato oggi e abbiamo risposto: un altro capitolo delle nefandezze maschili.

    Anche l'otto marzo del 2006 sarà così.
    e del 2007
    e del....

    Ma non per sempre.

    Possiamo chiederci da quale atteggiamento emotivo, da quale sentimento possa nascere una interpretazione che rovescia il bene in male: c'è una sola risposta.

    La peggiore.

    Rino


     
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  7. silverback
     
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    CITAZIONE
    Ma non per sempre.


    No, non sarà per sempre.
    Questo è più che sicuro.
    Ogni cosa a suo tempo.
    E quel tempo verrà.
     
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  8. silverback
     
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    A proposito di maschi pentiti...
    _____________________________________________

    IL GIORNALE - 8 marzo 2005

    Otto marzo:
    la mimosa al capolinea


    La notizia è riportata sul Giornale del due marzo:
    una donna su tre vorrebbe abolire la festa dell'otto marzo,
    mentre una su due ritiene che la ricorrenza sia divenuta principalmente
    una faccenda commerciale.
    Mi compiaccio con quella metà dell'altra metà del cielo che
    ha finalmente compreso: l'otto di marzo altro non è che
    l'ennesima presa in giro dei signori uomini i quali, con un
    rametto di mimosa si mettono il cuore in pace per tutto l'anno.
    Un rametto di mimosa che, nelle intenzioni, vorrebbe simboleggiare
    una parità di diritti che in realtà non esiste dal momento che
    il maggior peso della gestione familiare è sempre e comunque
    sulle spalle della donna.
    Mi rallegro quindi con quella metà di donne che hanno compreso
    che l'otto di marzo è niente altro che l'ennesimo spot propagandistico.
    Già che ci sono mi rallegro anche con le località rivierasche che,
    almeno in prospettiva, non vedranno più scomparire nel giro di
    poche ore, fagocitate dal Moloch del "politicamente corretto",
    le deliziose mimose che ne adornano le coste!


    Carlo Nebuloni
    Milano
    _______________________________________________

    CITAZIONE
    Carlo Nebuloni, un uomo (?): l'otto di marzo altro non è che l'ennesima presa in giro dei signori uomini...



    Amen.
     
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  9. tyrtix
     
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    Istituito dalle donne, diventa degli uomini nonappena si scopre che c'è qualcosa di male e di scorretto... il ribaltamento del sentimento: se è bene è donna, ma se diventa male, diventa uomo.
     
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  10. lelen
     
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    La tendenza odierna a demonizzare tutto ciò che é maschile, la riscontro anch'io e non per niente mi sono avvicinata a voi e al Movimento mascolinista... opsss maschile.
    Ma non è attaccando l'emancipazione femminile che le cose miglioreranno.
    Anzi ottenete proprio l'effetto contrario.
    So che non accettare suggerimenti, perdipiù da una donna e oltretutto da
    una diabolica stratega femminista...
    Ma secondo me dovreste rivedere la vostra posizione: la rigidità e le schematizzazioni non aiutano. Ed è un vero peccato, vista la posta in gioco.
     
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  11. tyrtix
     
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    Ti dirò che non vedo questo grande attaco all'emancipazione femminile, da parte nostra, ma semmai è il cercare di dare una spiegazione che abbia un minimo di logica a certi fatti che avvengono nella nostra società (e come nostra intendo soprattutto quella Italiana). Semmai cerchiamo di abbattere quei luoghi comuni creati dal femminismo e sui quali si basa la finta emancipazione odierna, un processo che coinvolge praticamente solo gli uomini, limitandoli, obbligandoli e umiliandoli.
     
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  12. lelen
     
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    Se così fosse Tyrtix, ti do la mia parola ( pe quello che vale ancora oggi e poi figurarsi quella di una donna e in un forum!) ti assicuro non avrei nulla da eccepire.
    E anche se si volesse rivedere e correggere il racconto femminista( cos ache il post femminismo ha comunque fatto!) della Storia (un racconto per certi versi sicuramente enfatizzato).
    Anch'io concordo nel dire che non eisiste affermare i buoni di qui ( donne ) i cattivi di là. Ma tu i post di questo forum li hai letti regolarmente??? Come puoi allora affermare che vi limitate ad abbattere i luoghi comuni etc.? La vostra logica, come negarlo?, va ben oltre questo.
    Sicuramente giocano molto i rancori personali e una mncanza di informazione obiettiva.

    Edited by lelen - 9/3/2005, 17:47
     
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    Lupus in fabula

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    CITAZIONE (lelen @ 9/3/2005, 12:13)
    coe begarlo?; va oltre questo. Siczarmt efoocano i arncori perobali e una mncanza di informazione
    obiettiva.

    Scusate l'off topic, ma questo è inequivocabilmente dialetto irochese antico ed ho qualche difficoltà a tradurre, necessita l'aiuto di Lelen.
    Chiudo l'ot.

    Edited by Reduan - 9/3/2005, 13:52
     
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  14. tyrtix
     
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    L'informazione obiettiva direi che la facciamo proprio noi attraverso gli articoli che raccogliamo, e che spesso vengono relegati in pen'ultima pagina nei quotidiani, o stravolti in televisone. Non vogliamo rivedere e correggere niente, questa è solo una fase in cui DEMOLIAMO il falso racconto femminista (quello che non c'è di falso, ovvio, non ci interessa di smontarlo), perchè per far capire alle persone che ci vedono da fuori che cosa pensiamo e così incominciare un possibile dialogo, bisogna mostrargli che la realtà può avere altre chiavi di lettura, diverse da quelle che il femminismo propone. Forse il problema con te sta nel fatto che tu continui a difendere la posizione del femminismo, e non dell'emancipazione femminile (cose ben diverse, direi), nonostante per tua stessa ammissione il femminismo moderno sta creando tantissimi problemi di difficile risoluzione (voglio vedere come si risolverà poi l'aumento della violenza F., quando l'uomo prenderà coscienza e incominceranno a fioccare le decine di migliaia di denunce che adesso rimangono sommerse...), quindi alla fine non mi pare molto corretta la tua posizione, soprattutto perchè appare un pò "confusa"....
    Il rancore che poi proviamo noi di U3000 è il motore che, in un certo qual modo, ci spinge ad andare avanti, ma se credi, come tantissime persone che ci rispondono SEMPRE nella stessa maniera, che il nostro rancore si riversa sulle donne, ti sbagli: si riversa sul femminismo, specie quello attuale, sulle leggi iniquie che continuiamo a far prevalere su quelle eque che un tempo neanche erano scritte, sulle persone che sfruttano le attuali situazioni a proprio ed esclusivo vantaggio, togliendo libertà agli altri.

    Ps: spero di averti fatto capire che qualsiasi messaggio posterai che sia OT, se non preventivamente segnalato, verrà cancellato DA ME, che mi prendo da solo l'incarico di fare pulizia dei tuoi 50 messaggi al dì...
     
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  15. lelen
     
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    Caro Red,
    hai ragione ora ho corretto... sapete com'é la solita maledetta fretta... visto che le donne non fanno mai niente, per vostra informazione mentre vi scrivo sto anche tenendo d'occhio una torta nel forno, ogni tanto vado a stendere o a caricare la lavatrice, traduco, rispondo al telefono, alle mail e ai miei famigliari che mi chiedono sempre qualcosa e... vabbé basta sennò dite che faccio la vittima (e non mi sento affatto tale) e che gli uomini muoiono al fronte in miniera etc.

    Ah comunque non era irochese antico: era bengalese.

    Edited by lelen - 9/3/2005, 17:55
     
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186 replies since 8/3/2004, 14:03   4939 views
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