Per gli "psicologi"

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  1. Mathias3
     
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    CONTRO LA TERAPIA

    Nel libro "Contro la terapia" Jeffrey Moussaieff Masson mostra come dall'inizio la psicoterapia sia stata creata per imporre il punto di vista del terapista, non per alleviare le sofferenze del paziente. In questo libro mostra inoltre che tutte le psicoterapie, da quelle classiche alle terapie femministe e Gestalt, sono pericolose per natura. Qui di seguito riportiamo la prefazione a tale libro.

    Il mio obbiettivo principale è di dimostrare che la stessa idea della psicoterapia è sbagliata. La struttura della psicoterapia è tale che, per quanto una persona possa essere buona e gentile, quando diventa terapista è portata a fare cose che diminuiscono la dignità, l'autonomia e la libertà delle persone che richiedono il loro aiuto. Durante il mio tirocinio in un classico ortodosso istituto psicanalitico, fui assalito da dubbi che io pensavo fossero tipici: aveva senso tutto ciò? Stavo veramente aiutando la gente durante la terapia? Ero forse io in qualche modo migliore dei miei così detti pazienti? Come previsto dal tirocinio dovevo continuare ad andare in analisi cinque giorni alla settimana per cinque anni; i miei "pazienti" erano pure loro in analisi cinque giorni alla settimana per cinque anni. Non avremmo potuto tranquillamente cambiare posto? Riuscivo io veramente a capire i "problemi emozionali della vita" un po' meglio di chiunque altro, incluse le persone che non avevano mai fatto tirocinio? Stavo imparando niente che avesse un'applicazione pratica? C'era qualche abilità che poteva essere acquisita come imparare ad ascoltare, imparare a sospendere il giudizio e così via? E in tal caso le stavo acquisendo? Questi dubbi erano abbastanza tipici dei miei colleghi nelle fasi iniziali del tirocinio psicanalitico. Ma io avevo ancora questi dubbi dopo otto anni di tirocinio.
    Vidi tre possibilità: c'era qualcosa di sbagli di trattamento obbligatorio è ancora la colonna portante della psichiatria, che si comporta a tutti gli effetti come se fosse una religione al di sopra del governo che definisce chi è buono e chi è cattivo, chi ha il diritto di vivere libero e chi no; e tutto ciò viene fatto passare per scienza. Come se la questione fondamentale fosse quella di rispettare la società piuttosto che certi valori fondamentali quali quello di essere liberi almeno fino a quando non si danneggia qualcuno o si viola una legge.
    Neglato in me; c'era qualcosa di sbagliato nel particolare tipo di tirocinio a cui ero sotto posto; o c'era qualcosa di sbagliato nella terapia e nella pratica. Scelsi di credere nella seconda (...)
    Andai in California per iniziare una pratica psicoanalitica. I miei dubbi persistevano, anzi aumentavano. Mi resi conto che finché non avessi chiarito quelle questioni, sarebbe stato meglio per me di non praticare. Spostai le mie energie verso la ricerca storica. Il problema che più mi affascinava era l'abbandono da parte di Freud della cosiddetta teoria della seduzione. Come studente di psicologia mi fu insegnato che Freud inizialmente credette che le donne che venivano da lui per la terapia dicessero la verità quando raccontavano che da bambine erano state vittime di abusi sessuali, spesso da membri della loro stessa famiglia. Poi fece quella che pensò essere una grande "scoperta" di grande importanza: quello che aveva sentito da queste donne non erano ricordi veri; essi erano, disse Freud, storie fabbricate, fantasie, non ricordi. O forse erano ricordi di fantasie. Esse erano, Freud credette, importanti ma non reali; esse avevano a che fare con eventi interni, non esterni. Le conseguenze di questa "scoperta"- a Freud non avvenne mai di pensare che questo era solo un punto di vista - furono enormi. Essa ha condizionato il corso della psicanalisi e della terapia in generale da allora in poi, ed ha causato sofferenze incalcolabili a pazienti che furono realmente vittime di abusi sessuali. I terapisti hanno accettato l'opinione di Freud che il miglior giudice di quello che è realmente accaduto non è necessariamente la persona interessata. In terapia, il resoconto di una persona su un evento traumatico non deve essere preso alla lettera come se si riferisse a qualcosa di reale accaduto nel mondo reale. Esso può essere nient'altro che un simbolo, un segnale che si riferisce ad un'oscura area di desideri e fantasie, un insieme di impulsi, bisogni e istinti non riconosciuti, che si dice siano nascosti nel cuore di ogni essere umano.
    Per capire cos'era successo, in quest'ottica, c'era bisogno di una persona esterna, obbiettiva, cui era stata insegnata una procedura smascherante: il terapista. (...) Il terapista pensò di sapere quando i pazienti stavano confondendo le fantasie interne con la realtà esterna perché aveva come guida esperienze di pazienti già analizzate dal fondatore della psicanalisi. Molte persone credettero di aver trovato un modo per alleggerire le sofferenze dell'umanità: se la gente poteva confondere la realtà interna con quella esterna fino a scambiare un oscuro (e mai conscio) desiderio con una paurosa e vivida memoria di essere stato violentato, allora quanto ancora possono aver distorto nelle loro vite? Come si può credere che loro sappiano le vere intrigate relazioni che hanno avuto con le loro madri, i loro padri, i loro fratellastri o i loro stessi coniugi? L'idea che solo l'analista può giudicare se qualcosa è reale o semplicemente una fantasia divenne una dottrina standard e la base della terapia psicanalitica. Mi fu insegnato durante il mio tirocinio che ciò che la gente raccontava sulle proprie relazioni avrebbe dovuto essere considerato come nient'altro che una descrizione di desiderio, fantasie e proiezioni. (...)
    I risultati delle mie indagini furono inizialmente ricevuti dalla professione psicanalitica in maniera poco obbiettiva. Non avrei dovuto essere sorpreso dal fatto che quando il mio libro "L'assalto della verità: la soppressione della teoria della seduzione da parte di Freud" apparì nel 1984, l'attenzione dei recensori fu focalizzata sul carattere dell'autore più che sull'esame delle problematiche. Avevo creduto che le implicazioni per la terapia psicanalitica dei nuovi documenti che avevo trovato (lettere di Freud fino ad allora non pubblicate, nuovo materiale dall'obitorio di Parigi sull'abuso dei bambini) sarebbero stati portati avanti dagli altri professionisti con un'esperienza clinica maggiore di quella che avevo io. Mi sbagliavo completamente. Al contrario, ogni volta che tenevo una conferenza, anche in Francia, Italia, Spagna e Olanda, la discussione si focalizzava sul mio aspetto fisico, il mio abbigliamento, le mie motivazioni nel riguardo delle ricerche sugli abusi dei bambini, i miei rapporti con mio padre, mia madre, il mio analista, Anna Freud e altri. (...) Ho imparato che la gente che critica i dogmi del sistema non viene ascoltata seriamente. (...)
    Ma se psicanalisti, accademici ed altra gente del pubblico che supportava la psicanalisi non era preparata a trattare il problema, un'altra importante parte del pubblico lo era: le femministe. Molte donne erano interessate al materiale ed alla documentazione storica che avevo raccolto. (...) Il mio libro era in linea con numerosi recenti lavori che espongono la realtà della violenza sessuale subita dalle donne, il più recente dei quali è l'eccellente libro di Diana Russell "il trauma segreto: l'incesto nella vita di donne e ragazze". Ho ricevuto molte lettere (...) quasi tutte da parte di donne violentate da bambine, che mi hanno mostrato che molte cose che ho scoperto come risultato delle mie ricerche negli archivi erano corrette e tutt'oggi rilevanti.
    La soddisfazione puramente intellettuale che ho provato con la pubblicazione nel 1985 dell' "Epistolario completo di Sigmund Freud a Wilhelm Fliess, 1887- 1904"e le critiche largamente favorevoli che ricevetti mi hanno aiutato a ritrovare un po' della mia fede nel valore della ricerca pura. Ma penso che sia stato così solo perché la maggior parte die critici non hanno visto la rilevanza di quelle lettere, che contengono la più accurata esplorazione che abbiamo sulle fluttuazioni delle idee di Freud a riguardo degli abusi sessuali nell'infanzia (...) Io credo che le lettere rendano chiaro il fatto che Freud aveva considerabili evidenze cliniche, materiale dai suoi propri pazienti, che le violenze che in seguito ripudiò come fantasie erano in verità reali. Dovevo ancora affrontare un punto importante: perché mi sarei dovuto aspettare che Freud e Fliess si fossero comportati con la loro paziente Emma Eckstein in maniera diversa da come hanno fatto? Freud l'aveva affidata a Fliess il quale le "diagnosticò" una "neurosi nasale riflessa" e condusse un'operazione sperimentale sul suo naso. La paziente fu sul punto di morire per un'emorragia causata da una garza che Fliess aveva lasciato nella ferita da lui causata. Freud in seguito disse a Fliess che l'emorragia era isterica, psicologica, e non la conseguenza dell'incompetenza di Fliess. Questo era da aspettarsi, mi disse qualche femminista, perché l'aspetto complessivo dell'intervento chirurgico sulle donne era violento. (...) Per collocare la controversia sulle violenze sessuali in un contesto storico piùampio fu necessario passare gli anni successivi per esaminare con un certo approfondimento la letteratura psichiatrica, pediatrica e ginecologica del 19° secolo. Il risultato fu "Una scienza oscura: donne sessualità e psichiatria nel 19° secolo", un resoconto degli orrori inflitti alle donne nel nome della "salute mentale". (...)
    Alla fine ho imparato qualcosa sulle pretese della sapienza. Ho imparato qualcosa sulla nostra poca capacità di aiutare un'altra persona che ha problemi emozionali, e soprattutto sulla pretesa di avere questa abilità. Ho imparato molto sul potere, le gerarchie, il dominio, la giustificazione dell'abuso, e l'incapacità di molta gente a comprendere le sofferenze che causano agli altri. (...)
    Quando iniziai il mio tirocinio psicanalitico, io ero uno scolaro Sanscrito che si era disilluso dall'idea che la vita potesse mai garantire un guru, una persona con una comprensione unica della vita interna delle altre persone. Pensavo che ciò fosse unico della cultura indiana, una cultura che ha causato alla gente molta infelicità, anche se senza dubbio molti asseriranno che ha pure portato molta felicità, anche gioia e beatitudine (proprio come alcune persone trattate con elettroshock dicono che tale trattamento ha fatto loro molto bene). Ho scritto un libro impopolare su questo tema nel 1980 "Il sentimento oceanico: le origini del sentimento religioso nell'antica India". E così dopo otto anni stavo arrivando alla medesima conclusione sulla psicoterapia: non ci sono guru. Probabilmente stavo toccando quella che è una delle caratteristiche dell'animale umano, la necessità di cercare qualcuno apparentemente più forte, è più saggio, migliore, più felice da cui essere guidati.
    Qualcuno che ha ascoltato le mie idee è stato d'accordo con me ma ha posto una domanda. Se la psicoterapia non è più buona, cosa si può mettere al suo posto di migliore?
    In risposta io noterei che, come mi ha detto un'amica femminista, nessuno pensa di domandare: Con che cosa rimpiazzeresti la misoginia? (...) è come se una volta ammesso che qualcosa esiste noi decidiamo che deve essere là per una ragione (indubbiamente vero) e poi arriviamo alla falsa supposizione che deve essere lì per una buona ragione, cosa che è indubbiamente non vera. (...) Chiunque opprima un altro essere umano invariabilmente chiede che cosa succederà una volta che l'oppressione sarà finita. (...) Cosa succederà alle donne quando smetteremo di dominarle? Cosa succederà ai non conformisti quando non li incarcereremo più nelle istituzioni psichiatriche? Cosa succederà alle mogli quando i mariti non le picchieranno più? Queste domande non hanno senso. Quello che è necessario è di spostare l'attenzione verso la gente che fa le cose, gli aggressori, non le vittime. Perché gli psichiatri torturano la gente e parlano di "terapia" dell'elettroshock? Perché gli uomini violentano? E, forse altrettanto importante, perché la società tende a biasimare le vittime per le violenze subite? Perché gli psicologi cercano ciò che pensano vi sia di sbagliato nella vittima che ha attirato l'attenzione del predatore?
    Io ho qualche idea su come la gente potrebbe vivere senza psicoterapia o psichiatria. Sto pensando a gruppi di aiuto reciproco che sono senza leader e che evitano strutture autoritarie, nei quali non circolano soldi, che non sono basati su principi religiosi, e nei quali ogni partecipante ha sperimentato il problema del quale si discute. So di alcune donne che sono state violentate che sono state aiutate dall'incontrarsi fra di loro per mettere in comune esperienze, strategie di sopravvivenza, analisi politiche, e le stesse violenze che hanno subito. Quello di cui abbiamo bisogno è più amici sinceri e meno professionisti.


     
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    Alcuni sostengono che la psicologia così com'è adesso non è una vera scienza in quanto non comprende ricerche quantificabili.
    Io non so se questa tesi sia sostenibile o meno, ma so per certo che una gran parte di psicoterapeuti sono dei CIARLATANI. Dico questo sulla base di una mia esperienza personale e diverse esperienze fatte da un mio amico che ha avuto la scellerataggine di farsi turlupinare per molti anni da alcuni "terapeuti".

    Anni fa passai uno dei tanti momenti neri della vita e mi feci prescrivere alcune sedute di psicoterapia presso il centro di igiene mentale della mia città. La "dottoressa" non faceva altro che farmi domande sulla mia vita e darmi qualche consiglio "parrocchiale" tipo "Non ci pensare", "Vedrai che passerà" e minchiaggini del genere. Poi a un certo punto mi disse che ero migliorato (?) e che potevo sospendere le sedute.
    Capii che era una cosa completamente inutile e da allora non ho più fatto ricorso a queste scempiaggini.

    Poi conobbi un mio attuale amico, ormai di vecchia data, il quale per anni è andato da diversi "terapeuti" sia a Verona, dove ha lavorato per 14 anni, che qui. Lor signori gli turlupinavano 60 euro a seduta per dargli consigli del cazzo tipo "Faccia dei viaggi, dimagrisca, faccia dello sport". Alla fine anche lui ha sfancualto queste cose.

    Ma dico, è possibile che uno si prende una laurea, va a "lavorare" in un centro di igiene mentale o apre uno studio per dare queste scemenze di consigli che neanche il più coglione dei conoscenti darebbe?

    Ma poi una cosa che mi sta sulle palle non poco è il fatto che molti di questi "medici" prescrivano antidepressivi come fossero caramelle. Ma dico ci rendiamo conto che gli antidepressivi sono una DROGA che produce dipendenza anche a vita?
     
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  3. doctor doctor
     
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    CITAZIONE (Giubizza @ 18/1/2009, 14:10)
    Alcuni sostengono che la psicologia così com'è adesso non è una vera scienza in quanto non comprende ricerche quantificabili.
    Io non so se questa tesi sia sostenibile o meno, ma so per certo che una gran parte di psicoterapeuti sono dei CIARLATANI. Dico questo sulla base di una mia esperienza personale e diverse esperienze fatte da un mio amico che ha avuto la scellerataggine di farsi turlupinare per molti anni da alcuni "terapeuti".

    Anni fa passai uno dei tanti momenti neri della vita e mi feci prescrivere alcune sedute di psicoterapia presso il centro di igiene mentale della mia città. La "dottoressa" non faceva altro che farmi domande sulla mia vita e darmi qualche consiglio "parrocchiale" tipo "Non ci pensare", "Vedrai che passerà" e minchiaggini del genere. Poi a un certo punto mi disse che ero migliorato (?) e che potevo sospendere le sedute.
    Capii che era una cosa completamente inutile e da allora non ho più fatto ricorso a queste scempiaggini.

    Poi conobbi un mio attuale amico, ormai di vecchia data, il quale per anni è andato da diversi "terapeuti" sia a Verona, dove ha lavorato per 14 anni, che qui. Lor signori gli turlupinavano 60 euro a seduta per dargli consigli del cazzo tipo "Faccia dei viaggi, dimagrisca, faccia dello sport". Alla fine anche lui ha sfancualto queste cose.

    Ma dico, è possibile che uno si prende una laurea, va a "lavorare" in un centro di igiene mentale o apre uno studio per dare queste scemenze di consigli che neanche il più coglione dei conoscenti darebbe?

    Ma poi una cosa che mi sta sulle palle non poco è il fatto che molti di questi "medici" prescrivano antidepressivi come fossero caramelle. Ma dico ci rendiamo conto che gli antidepressivi sono una DROGA che produce dipendenza anche a vita?

    Di ricerche quantificabili ve ne sono MIGLIAIA DI MIGLIAIA. In partica basta prendere una qualsiasi rivista scientifica di psicologia per vedere che la materia è trattata molto seriamente. Noi purtroppo riceviamo la versione banalizzata della psicologia (contrariamente a scienze vere quali la fisica, la biologia ecc.), ossia quella da giornale femminile.
     
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    CITAZIONE (doctor doctor @ 19/1/2009, 08:47)
    Di ricerche quantificabili ve ne sono MIGLIAIA DI MIGLIAIA. In partica basta prendere una qualsiasi rivista scientifica di psicologia per vedere che la materia è trattata molto seriamente. Noi purtroppo riceviamo la versione banalizzata della psicologia (contrariamente a scienze vere quali la fisica, la biologia ecc.), ossia quella da giornale femminile.

    Per riviste scientifiche ti riferisci a quelle tipo Mente&Cervello per caso? Quella mi sembra seria come rivista. Ma alcuni mi hanno detto che quella è neuro-psichiatria non psicologia. Boh!
    Comunque di ciarlatani ve ne sono troppi in giro che invece di fare psicoterapia si mettono a dare consigli del cavolo.
     
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  5. doctor doctor
     
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    Per riviste scientifiche ti riferisci a quelle tipo Mente&Cervello per caso? Quella mi sembra seria come rivista. Ma alcuni mi hanno detto che quella è neuro-psichiatria non psicologia. Boh!
    Comunque di ciarlatani ve ne sono troppi in giro che invece di fare psicoterapia si mettono a dare consigli del cavolo.

    Mente e Cervello è una buona rivista divulgativa (tranne quandodeve analizzare i comportamenti alla luce delle differenze di genere) ma le riviste più tecniche e utili per psicologi le si possono trovare nelle università.

    Ma tu Mathias cosa pensi dell'articolo che hai postato?
     
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  6. bartali
     
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    CITAZIONE (doctor doctor @ 19/1/2009, 11:30)
    Mente e Cervello è una buona rivista divulgativa (tranne quandodeve analizzare i comportamenti alla luce delle differenze di genere) ma le riviste più tecniche e utili per psicologi le si possono trovare nelle università.

    Quindi si potrebbe dedurre che la psicologia da baraccone abbia la finalità di controllare la mente di chi la apprende, in modo particolare delle donne. Una sorta di nuova religione, base per una nuova morale facilmente pilotabile da chi gestisce questo tipo di divulgazione.
     
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    CITAZIONE (doctor doctor @ 19/1/2009, 11:30)
    Mente e Cervello è una buona rivista divulgativa (tranne quandodeve analizzare i comportamenti alla luce delle differenze di genere) ma le riviste più tecniche e utili per psicologi le si possono trovare nelle università.

    Beh se le riviste serie vengono relegate nelle università allora mi pare ovvio che la gente non abbia idea di cosa sia la vera psicologia.
    Potresti indicarmi alcune di queste riviste che sarei curioso. Non è proprio possibile averne qualcuna?
     
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  8. doctor doctor
     
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    Beh se le riviste serie vengono relegate nelle università allora mi pare ovvio che la gente non abbia idea di cosa sia la vera psicologia.
    Potresti indicarmi alcune di queste riviste che sarei curioso. Non è proprio possibile averne qualcuna?

    Acta Psychologica
    Addictive Behaviors
    Adoption and Fostering
    Adoption Quarterly
    Advances in Psychiatric Treatment
    Aggression and Violent Behavior
    Cognitive Therapy and Research
    Counselling Psychology Quarterly
    Dyslexia
    E-Journal of Applied Psychology
    European Eating Disorders Review
    European Journal of Psychotherapy, Counselling & Health
    Journal Of Applied School Psychology
    Journal of Child and Adolescent Group Therapy
    Journal of Family Violence
    Journal of Personality Assessment
    Journal of Sex & Marital Therapy
    Mental Health, Religion & Culture
    Nigerian Journal of Clinical and Counselling Psychology
    Sexual Abuse: A Journal of Research and Treatment
    Sexual and Relationship Therapy
    Stress, Trauma, and Crisis: An International Journal

    E inoltre
    European Journal of Developmental Psychology, The
    European Journal of Psychotherapy, Counselling & Health
    European Journal of Work & Organizational Psychology
    Development and Psychopathology
    Developmental Psychobiology
    Developmental Psychology
    Developmental Review
    Developmental Science
    Anthropology of Consciousness
    Behavior Research Methods, Instruments, & Computers
    Behavioral and Brain Sciences
    Brain and Language
    British Journal of Educational Psychology
    British Journal of Health Psychology
    Canadian Journal of Experimental Psychology
    Journal of Abnormal Psychology
    Journal of Applied Biobehavioral Research
    Journal of Applied Psychology
    Journal of Applied Social Psychology
    Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry
    Journal of Child Psychology and Psychiatry and Allied Disciplines, The
    Journal of Cognition and Culture
    Journal of Comparative Psychology
    Journal of Empirical Legal Studies
    Journal of Experimental Child Psychology
    Journal of Experimental Psychology: Animal Behavior Processes
    Journal of Experimental Psychology: Applied
    Journal of Experimental Psychology: General
    Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance
    Journal of Experimental Psychology: Learning, Memory, and Cognition
    Journal of Experimental Social Psychology
    Journal of Family Violence
    Journal of General Psychology
    Journal of Memory and Language
    Journal of Psychiatric Research
    Journal of Sensory Studies
    Journal of Social and Clinical Psychology
    Journal of Social Psychology
    Journal of the Experimental Analysis of Behavior (JEAB)
    Journal of Youth and Adolescence
    Language & Cognitive Processes
    Language and Speech
    Mechanism of Ageing and Development
    Memory
    Memory & Cognition
    Neuropsychobiology
    Personality and Individual Differences
    Pharmacopsychiatry
    Journal of Abnormal Psychology
    Journal of Applied Biobehavioral Research
    Journal of Applied Psychology
    Journal of Applied Social Psychology
    Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry
    Journal of Child Psychology and Psychiatry and Allied Disciplines, The
    Journal of Cognition and Culture
    Journal of Comparative Psychology
    Journal of Empirical Legal Studies
    Journal of Experimental Child Psychology
    Journal of Experimental Psychology: Animal Behavior Processes
    Journal of Experimental Psychology: Applied
    Journal of Experimental Psychology: General
    Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance
    Journal of Experimental Psychology: Learning, Memory, and Cognition
    Journal of Experimental Social Psychology
    Journal of Family Violence
    Journal of General Psychology
    Journal of Memory and Language
    Journal of Psychiatric Research
    Journal of Sensory Studies
    Journal of Social and Clinical Psychology
    Journal of Social Psychology
    Journal of the Experimental Analysis of Behavior (JEAB)
    Journal of Youth and Adolescence
    Language & Cognitive Processes
    Language and Speech
    Mechanism of Ageing and Development
    Memory
    Memory & Cognition
    Neuropsychobiology
    Personality and Individual Differences
    Pharmacopsychiatry

    Sono solo alcune ma le trovi nelle università perché sono scritte per chi possiede una formazione molto tecnica ( e infatti non le comprerebbe nessun altro) e costano molto

    Comunque questa ti può esser utile: Feminism & Psychology :lol:
     
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    CITAZIONE (doctor doctor @ 19/1/2009, 11:40)
    Sono solo alcune ma le trovi nelle università perché sono scritte per chi possiede una formazione molto tecnica ( e infatti non le comprerebbe nessun altro) e costano molto

    Ma se sono destinati solo a chi è del mestiere non rischia di diventare una cosa chiusa e settaria alquanto contraria ai principi della scienza? :unsure:
    Voglio dire: come faccio a verificare i fondamenti di quanto viene esposto in una di queste riviste se devo prendere una laurea solo per capirle? Dovrei crederci come fosse una religione?
     
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  10. doctor doctor
     
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    Ma se sono destinati solo a chi è del mestiere non rischia di diventare una cosa chiusa e settaria alquanto contraria ai principi della scienza?
    Voglio dire: come faccio a verificare i fondamenti di quanto viene esposto in una di queste riviste se devo prendere una laurea solo per capirle? Dovrei crederci come fosse una religione?

    La stessa cosa accadrebbe con le altre discipline scientifiche. Ripeto che le teorie, i termini e gli strumenti di raccolta e analisi dei dati sono troppo sofisticati per chi ha una formazione da scuola superiore. Non li capirebbe pur con tutta la buon volontà. Servono agli accademici, ricercatori e clinici. Sapere se quello che scritto è attendibile o no lo dovrebbe dire uno che si prenda la briga di "tradurre" quanto scritto (ad esempio un buon giornalista scientifico come succede per le altre materie quali la fisica o la biologia) ma la momento non vedo nessuno che sia interessato alla psicologia in questo modo dal momento che è trattata alla stregua del pettegolezzo e della chiacchera.
     
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  11. virilonemagro
     
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    Gli psicologi sono tutti femministi,maschi o femmine che siano,cioè non servono a un cazzo! La psicologia è uno strumento del femminismo per portare avanti certe idee,specialmente in ambito sessuale.Mi ricordo che alcuni anni fa mia sorella,grande lesbica femminista,aveva prenotato per me una visita dal psico-terapeuta,contro la mia volontà e a mia insaputa, in quanto mi ero comportato in modo tipicamente maschilista-macio,e di conseguenza andavo rieducato,ma io le avevo detto che non ci sarei andato,lei ha insistito dicendomi urlando: TU VAI DAL PSICOTERAPEUTA! Allorchè io le dissi: BASTARDA IO TI FACCIO LA PELLE! E me ne andai sbattendo la porta a vetri e facendogli dei gestacci,nonostante ci fosse il vicinato di casa che mi guardava in modo strano e spaventato. Per fortuna dopo un anno dall'episodio sono riuscito a comprarmi la casa e ad andarmene da quella casa-manicomio(mia sorella per fortuna all'epoca dei fatti viveva da sola da alcuni anni,ma ogni tanto veniva a casa a rompere i coglioni).
     
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  12. doctor doctor
     
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    CITAZIONE (Mathias3 @ 18/1/2009, 13:41)
    CONTRO LA TERAPIA

    Nel libro "Contro la terapia" Jeffrey Moussaieff Masson mostra come dall'inizio la psicoterapia sia stata creata per imporre il punto di vista del terapista, non per alleviare le sofferenze del paziente. In questo libro mostra inoltre che tutte le psicoterapie, da quelle classiche alle terapie femministe e Gestalt, sono pericolose per natura. Qui di seguito riportiamo la prefazione a tale libro.

    Il mio obbiettivo principale è di dimostrare che la stessa idea della psicoterapia è sbagliata. La struttura della psicoterapia è tale che, per quanto una persona possa essere buona e gentile, quando diventa terapista è portata a fare cose che diminuiscono la dignità, l'autonomia e la libertà delle persone che richiedono il loro aiuto. Durante il mio tirocinio in un classico ortodosso istituto psicanalitico, fui assalito da dubbi che io pensavo fossero tipici: aveva senso tutto ciò? Stavo veramente aiutando la gente durante la terapia? Ero forse io in qualche modo migliore dei miei così detti pazienti? Come previsto dal tirocinio dovevo continuare ad andare in analisi cinque giorni alla settimana per cinque anni; i miei "pazienti" erano pure loro in analisi cinque giorni alla settimana per cinque anni. Non avremmo potuto tranquillamente cambiare posto? Riuscivo io veramente a capire i "problemi emozionali della vita" un po' meglio di chiunque altro, incluse le persone che non avevano mai fatto tirocinio? Stavo imparando niente che avesse un'applicazione pratica? C'era qualche abilità che poteva essere acquisita come imparare ad ascoltare, imparare a sospendere il giudizio e così via? E in tal caso le stavo acquisendo? Questi dubbi erano abbastanza tipici dei miei colleghi nelle fasi iniziali del tirocinio psicanalitico. Ma io avevo ancora questi dubbi dopo otto anni di tirocinio.
    Vidi tre possibilità: c'era qualcosa di sbagli di trattamento obbligatorio è ancora la colonna portante della psichiatria, che si comporta a tutti gli effetti come se fosse una religione al di sopra del governo che definisce chi è buono e chi è cattivo, chi ha il diritto di vivere libero e chi no; e tutto ciò viene fatto passare per scienza. Come se la questione fondamentale fosse quella di rispettare la società piuttosto che certi valori fondamentali quali quello di essere liberi almeno fino a quando non si danneggia qualcuno o si viola una legge.
    Neglato in me; c'era qualcosa di sbagliato nel particolare tipo di tirocinio a cui ero sotto posto; o c'era qualcosa di sbagliato nella terapia e nella pratica. Scelsi di credere nella seconda (...)
    Andai in California per iniziare una pratica psicoanalitica. I miei dubbi persistevano, anzi aumentavano. Mi resi conto che finché non avessi chiarito quelle questioni, sarebbe stato meglio per me di non praticare. Spostai le mie energie verso la ricerca storica. Il problema che più mi affascinava era l'abbandono da parte di Freud della cosiddetta teoria della seduzione. Come studente di psicologia mi fu insegnato che Freud inizialmente credette che le donne che venivano da lui per la terapia dicessero la verità quando raccontavano che da bambine erano state vittime di abusi sessuali, spesso da membri della loro stessa famiglia. Poi fece quella che pensò essere una grande "scoperta" di grande importanza: quello che aveva sentito da queste donne non erano ricordi veri; essi erano, disse Freud, storie fabbricate, fantasie, non ricordi. O forse erano ricordi di fantasie. Esse erano, Freud credette, importanti ma non reali; esse avevano a che fare con eventi interni, non esterni. Le conseguenze di questa "scoperta"- a Freud non avvenne mai di pensare che questo era solo un punto di vista - furono enormi. Essa ha condizionato il corso della psicanalisi e della terapia in generale da allora in poi, ed ha causato sofferenze incalcolabili a pazienti che furono realmente vittime di abusi sessuali. I terapisti hanno accettato l'opinione di Freud che il miglior giudice di quello che è realmente accaduto non è necessariamente la persona interessata. In terapia, il resoconto di una persona su un evento traumatico non deve essere preso alla lettera come se si riferisse a qualcosa di reale accaduto nel mondo reale. Esso può essere nient'altro che un simbolo, un segnale che si riferisce ad un'oscura area di desideri e fantasie, un insieme di impulsi, bisogni e istinti non riconosciuti, che si dice siano nascosti nel cuore di ogni essere umano.
    Per capire cos'era successo, in quest'ottica, c'era bisogno di una persona esterna, obbiettiva, cui era stata insegnata una procedura smascherante: il terapista. (...) Il terapista pensò di sapere quando i pazienti stavano confondendo le fantasie interne con la realtà esterna perché aveva come guida esperienze di pazienti già analizzate dal fondatore della psicanalisi. Molte persone credettero di aver trovato un modo per alleggerire le sofferenze dell'umanità: se la gente poteva confondere la realtà interna con quella esterna fino a scambiare un oscuro (e mai conscio) desiderio con una paurosa e vivida memoria di essere stato violentato, allora quanto ancora possono aver distorto nelle loro vite? Come si può credere che loro sappiano le vere intrigate relazioni che hanno avuto con le loro madri, i loro padri, i loro fratellastri o i loro stessi coniugi? L'idea che solo l'analista può giudicare se qualcosa è reale o semplicemente una fantasia divenne una dottrina standard e la base della terapia psicanalitica. Mi fu insegnato durante il mio tirocinio che ciò che la gente raccontava sulle proprie relazioni avrebbe dovuto essere considerato come nient'altro che una descrizione di desiderio, fantasie e proiezioni. (...)
    I risultati delle mie indagini furono inizialmente ricevuti dalla professione psicanalitica in maniera poco obbiettiva. Non avrei dovuto essere sorpreso dal fatto che quando il mio libro "L'assalto della verità: la soppressione della teoria della seduzione da parte di Freud" apparì nel 1984, l'attenzione dei recensori fu focalizzata sul carattere dell'autore più che sull'esame delle problematiche. Avevo creduto che le implicazioni per la terapia psicanalitica dei nuovi documenti che avevo trovato (lettere di Freud fino ad allora non pubblicate, nuovo materiale dall'obitorio di Parigi sull'abuso dei bambini) sarebbero stati portati avanti dagli altri professionisti con un'esperienza clinica maggiore di quella che avevo io. Mi sbagliavo completamente. Al contrario, ogni volta che tenevo una conferenza, anche in Francia, Italia, Spagna e Olanda, la discussione si focalizzava sul mio aspetto fisico, il mio abbigliamento, le mie motivazioni nel riguardo delle ricerche sugli abusi dei bambini, i miei rapporti con mio padre, mia madre, il mio analista, Anna Freud e altri. (...) Ho imparato che la gente che critica i dogmi del sistema non viene ascoltata seriamente. (...)
    Ma se psicanalisti, accademici ed altra gente del pubblico che supportava la psicanalisi non era preparata a trattare il problema, un'altra importante parte del pubblico lo era: le femministe. Molte donne erano interessate al materiale ed alla documentazione storica che avevo raccolto. (...) Il mio libro era in linea con numerosi recenti lavori che espongono la realtà della violenza sessuale subita dalle donne, il più recente dei quali è l'eccellente libro di Diana Russell "il trauma segreto: l'incesto nella vita di donne e ragazze". Ho ricevuto molte lettere (...) quasi tutte da parte di donne violentate da bambine, che mi hanno mostrato che molte cose che ho scoperto come risultato delle mie ricerche negli archivi erano corrette e tutt'oggi rilevanti.
    La soddisfazione puramente intellettuale che ho provato con la pubblicazione nel 1985 dell' "Epistolario completo di Sigmund Freud a Wilhelm Fliess, 1887- 1904"e le critiche largamente favorevoli che ricevetti mi hanno aiutato a ritrovare un po' della mia fede nel valore della ricerca pura. Ma penso che sia stato così solo perché la maggior parte die critici non hanno visto la rilevanza di quelle lettere, che contengono la più accurata esplorazione che abbiamo sulle fluttuazioni delle idee di Freud a riguardo degli abusi sessuali nell'infanzia (...) Io credo che le lettere rendano chiaro il fatto che Freud aveva considerabili evidenze cliniche, materiale dai suoi propri pazienti, che le violenze che in seguito ripudiò come fantasie erano in verità reali. Dovevo ancora affrontare un punto importante: perché mi sarei dovuto aspettare che Freud e Fliess si fossero comportati con la loro paziente Emma Eckstein in maniera diversa da come hanno fatto? Freud l'aveva affidata a Fliess il quale le "diagnosticò" una "neurosi nasale riflessa" e condusse un'operazione sperimentale sul suo naso. La paziente fu sul punto di morire per un'emorragia causata da una garza che Fliess aveva lasciato nella ferita da lui causata. Freud in seguito disse a Fliess che l'emorragia era isterica, psicologica, e non la conseguenza dell'incompetenza di Fliess. Questo era da aspettarsi, mi disse qualche femminista, perché l'aspetto complessivo dell'intervento chirurgico sulle donne era violento. (...) Per collocare la controversia sulle violenze sessuali in un contesto storico piùampio fu necessario passare gli anni successivi per esaminare con un certo approfondimento la letteratura psichiatrica, pediatrica e ginecologica del 19° secolo. Il risultato fu "Una scienza oscura: donne sessualità e psichiatria nel 19° secolo", un resoconto degli orrori inflitti alle donne nel nome della "salute mentale". (...)
    Alla fine ho imparato qualcosa sulle pretese della sapienza. Ho imparato qualcosa sulla nostra poca capacità di aiutare un'altra persona che ha problemi emozionali, e soprattutto sulla pretesa di avere questa abilità. Ho imparato molto sul potere, le gerarchie, il dominio, la giustificazione dell'abuso, e l'incapacità di molta gente a comprendere le sofferenze che causano agli altri. (...)
    Quando iniziai il mio tirocinio psicanalitico, io ero uno scolaro Sanscrito che si era disilluso dall'idea che la vita potesse mai garantire un guru, una persona con una comprensione unica della vita interna delle altre persone. Pensavo che ciò fosse unico della cultura indiana, una cultura che ha causato alla gente molta infelicità, anche se senza dubbio molti asseriranno che ha pure portato molta felicità, anche gioia e beatitudine (proprio come alcune persone trattate con elettroshock dicono che tale trattamento ha fatto loro molto bene). Ho scritto un libro impopolare su questo tema nel 1980 "Il sentimento oceanico: le origini del sentimento religioso nell'antica India". E così dopo otto anni stavo arrivando alla medesima conclusione sulla psicoterapia: non ci sono guru. Probabilmente stavo toccando quella che è una delle caratteristiche dell'animale umano, la necessità di cercare qualcuno apparentemente più forte, è più saggio, migliore, più felice da cui essere guidati.
    Qualcuno che ha ascoltato le mie idee è stato d'accordo con me ma ha posto una domanda. Se la psicoterapia non è più buona, cosa si può mettere al suo posto di migliore?
    In risposta io noterei che, come mi ha detto un'amica femminista, nessuno pensa di domandare: Con che cosa rimpiazzeresti la misoginia? (...) è come se una volta ammesso che qualcosa esiste noi decidiamo che deve essere là per una ragione (indubbiamente vero) e poi arriviamo alla falsa supposizione che deve essere lì per una buona ragione, cosa che è indubbiamente non vera. (...) Chiunque opprima un altro essere umano invariabilmente chiede che cosa succederà una volta che l'oppressione sarà finita. (...) Cosa succederà alle donne quando smetteremo di dominarle? Cosa succederà ai non conformisti quando non li incarcereremo più nelle istituzioni psichiatriche? Cosa succederà alle mogli quando i mariti non le picchieranno più? Queste domande non hanno senso. Quello che è necessario è di spostare l'attenzione verso la gente che fa le cose, gli aggressori, non le vittime. Perché gli psichiatri torturano la gente e parlano di "terapia" dell'elettroshock? Perché gli uomini violentano? E, forse altrettanto importante, perché la società tende a biasimare le vittime per le violenze subite? Perché gli psicologi cercano ciò che pensano vi sia di sbagliato nella vittima che ha attirato l'attenzione del predatore?
    Io ho qualche idea su come la gente potrebbe vivere senza psicoterapia o psichiatria. Sto pensando a gruppi di aiuto reciproco che sono senza leader e che evitano strutture autoritarie, nei quali non circolano soldi, che non sono basati su principi religiosi, e nei quali ogni partecipante ha sperimentato il problema del quale si discute. So di alcune donne che sono state violentate che sono state aiutate dall'incontrarsi fra di loro per mettere in comune esperienze, strategie di sopravvivenza, analisi politiche, e le stesse violenze che hanno subito. Quello di cui abbiamo bisogno è più amici sinceri e meno professionisti.

    L’articolo non dice nulla di nuovo ma vi sono alcune questioni che sono altamente opinabili, a cominciare dalle parole “pericolose per natura”. Che cosa significano? Se le applicassimo alla medicina troveremo senza alcuna sorpresa che anche i farmaci e le operazioni chirurgiche sono “pericolose per natura”, così come anche una serie infinita di arti e mestieri.
    La psicologia e la psicoterapia si basano sulla relazione e al di là delle teorie e delle tecniche impiegate è importante stabilire una buona sintonia con la persona, altrimenti non funziona.
    Quanto poi alla personalità del terapeuta, l’analisi didattica serve proprio per riconoscere determinati aspetti della personalità che potrebbero essere di ostacolo alla terapia e alla relazione; ora, è importante che il terapeuta riconosca determinati aspetti che potrebbero compromettere la cura e il percorso terapeutico, ma ciò vale anche per gli amici ed anche e forse soprattutto per i gruppi di auto aiuto di cui parla Masson. Infatti, i gruppi di auto aiuto si avvalgono spesso di un terapeuta esterno il quale guida il gruppo per poi distaccarsene e lasciare che prosegua da solo.
    E questo ci riporta all’altro punto sollevato da Masson, ossia al fatto che sarebbe opportuno che la cura avvenisse tra persone che abbiano sofferto dello stesso problema e che sarebbero in grado di aiutare meglio in quanto attuata in un clima non autoritario e pieno di rispetto reciproco.
    Anche qui non mancano i problemi perché le persone che hanno subito un trauma non è detto che siano in grado di aiutare gli altri proprio perché non è detto che abbiano risolto le conseguenze prodotte dal trauma stesso. Può sembrare paradossale ma è molto meglio uno psicologo che non sia stato stuprato ma che capisca il dolore che prova la persona che ha subito violenza piuttosto che un gruppo di donne violentate che non hanno elaborato il trauma e finiscono per proiettare i loro dolori sulle nuove arrivate (tipico negli Stati Uniti il proiettare nelle donne i sentimenti di odio verso gli uomini, dovuto al fatto di aver subito uno stupro). È tipico dire che chi non ha provato una determinata esperienza non la possa capire; è senz’altro vero che aver avuto la stessa esperienza può aiutare a comprendere meglio l’altro ma non si tratta di una regola ed inoltre due persone che hanno provato la stessa brutta sorte possono non riuscire a mettersi nei panni dell’altra perché hanno vissuto la stessa esperienza in modi completamente diversi.

     
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    Lupus in fabula

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    Ragazzi, so di prendere la cosa di punta, ma per me l'avversione istintiva e profonda che si ha verso la psicologia è solo il prodotto di una insufficiente conoscenza della materia.
    Non serve a molto leggere le riviste senza avere una "base culturale" in merito.
    E' necessario leggere qualche libro, preferibilmente serio.
    Ora però non chiedetemi titoli, perchè mi troverei in imbarazzo.
    Forse il nostro doc potrebbe essere utile.

    Ma rifiutare per principio l'esistenza di un modo univoco con cui il cervello umano funziona, significa solo consegnarsi nelle mani di chiunque utilizzi invece quelle conoscerze per manipolarci.

    Il principio poi è molto semplice: siamo mente razionale, inconscio e coscienza centrale.
    Escludiamo l'ultima, che ci interessa meno, si analizzino le altre due.
     
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    Ex pugile del web

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    CITAZIONE (doctor doctor @ 19/1/2009, 11:59)
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    Ma se sono destinati solo a chi è del mestiere non rischia di diventare una cosa chiusa e settaria alquanto contraria ai principi della scienza?
    Voglio dire: come faccio a verificare i fondamenti di quanto viene esposto in una di queste riviste se devo prendere una laurea solo per capirle? Dovrei crederci come fosse una religione?

    La stessa cosa accadrebbe con le altre discipline scientifiche. Ripeto che le teorie, i termini e gli strumenti di raccolta e analisi dei dati sono troppo sofisticati per chi ha una formazione da scuola superiore. Non li capirebbe pur con tutta la buon volontà. Servono agli accademici, ricercatori e clinici. Sapere se quello che scritto è attendibile o no lo dovrebbe dire uno che si prenda la briga di "tradurre" quanto scritto (ad esempio un buon giornalista scientifico come succede per le altre materie quali la fisica o la biologia) ma la momento non vedo nessuno che sia interessato alla psicologia in questo modo dal momento che è trattata alla stregua del pettegolezzo e della chiacchera.

    Sarà ma io la fisica la capisco abbastanza bene senza entrare in certi dettagli e non mi suscita gli stessi sospetti che mi suscita la psicologia. La scienza deve comunque essere anche alla portata del popolo altrimenti diventa davvero una nuova religione di una casta di "sapienti". E chi ci garantisce che questi "sapienti" dicano il vero?
     
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  15. doctor doctor
     
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    Gli psicologi sono tutti femministi,maschi o femmine che siano,cioè non servono a un cazzo! La psicologia è uno strumento del femminismo per portare avanti certe idee,specialmente in ambito sessuale.

    Non sono femminista e comnque, non so quanti psicologi hai frequentato nell tua vita, non mi pare che la maggior parte lo sia. Di solito si occupano di altre questioni.

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    Mi ricordo che alcuni anni fa mia sorella,grande lesbica femminista,aveva prenotato per me una visita dal psico-terapeuta,contro la mia volontà e a mia insaputa, in quanto mi ero comportato in modo tipicamente maschilista-macio,e di conseguenza andavo rieducato,ma io le avevo detto che non ci sarei andato,lei ha insistito dicendomi urlando: TU VAI DAL PSICOTERAPEUTA!

    Tranquillo, non ti avrebbe preso in cura e la psicoterapia, di solito, anzi quasi sempre non è rieducazione e la persona può sempre andarsene dalla terapia.
     
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92 replies since 18/1/2009, 13:41   1254 views
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