"Ai miei tempi"...

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  1. *STRIDER*
     
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    Spesso, parlando con delle persone anziane, mi capita di sentirmi dire:"Oggi non c'è più rispetto, oggi i giovani sono tutti maleducati e irrispettosi, una volta c'era più rispetto per gli anziani, ai miei tempi c'era meno violenza, ecc., ecc.".
    Bene.
    Qualche giorno fa, mentre ero a casa di un amico, mi è capitato fra le mani un vecchio numero di FOCUS EXTRA (n.13 - primavera 2003), che gli ho immediatamente "sequestrato".
    Per quale ragione? Be', perchè all'interno vi è pubblicato un interessante articolo intitolato:
    "AI MIEI TEMPI..."
    "Nel 1861, a Napoli, c'erano 70 delitti ogni 100 mila abitanti. Oggi in Italia sono meno di 4, negli Usa circa 10, a Rio de Janeiro 65".
    ----------------------------------------
    Esiste davvero un'emergenza sociale in Italia?
    Ha ragione chi rimpiange il passato e parla di
    criminalità dilagante? O la paura non è che
    l'effetto del bombardamento di notizie cui
    siamo sottoposti dai mezzi d'informazione?
    "Se da un lato è vero che in alcuni periodi,
    anche recenti, gli omicidi sono aumentati"
    risponde Isabella Merzagora Betsos, docente
    di Criminologia alla facoltà di Medicina dell'Università
    di Milano "è pur vero che prendendo in considerazione
    intervalli temporali più ampi il fenomeno appare
    decisamente in calo". Nonostante i dati relativi
    all'Ottocento siano in genere poco attendibili
    e coerenti, Merzagora ha mostrato che nel
    nostro Paese si è passati da un tasso di 20
    omicidi volontari (tentati o consumati) ogni
    100 mila abitanti nel 1880, ai 3,83 del 2001.
    Il dato, che nel 1900 era già sceso quasi a 10,
    è arrivato sotto i 3 nel 1963, per poi risalire
    leggermente. "Il grafico" fa notare Merzagora
    "mostra una flessione dei crimini prima e durante
    le due guerre mondiali, e una forte crescita
    all'indomani (nel '45 si arrivò a un tasso di 28,52
    omicidi ogni 100 mila persone). Il calo era dovuto
    alla chiamata alle armi dei giovani, allo spopolamento
    delle città, alla diminuzione della disoccupazione
    grazie allo sviluppo dell'industria bellica; il successivo
    incremento, invece, si spiega con la depressione
    economica, le difficoltà di integrazione dei reduci,
    la più facile reperibilità di armi. Nell'ultimo quarto
    di secolo sono diminuiti anche gli omicidi a scopo
    di furto o rapina, passati dai 202 del 1975 ai circa
    40 attuali, mentre sono aumentati gli assassini di mafia.
    "Una volta, nel mondo contadino" dice Merzagora
    "i problemi di confine dei campi o di tradimento
    coniugale si risolvevano a schioppettate. Oggi si
    va dal giudice". Anche secondo Cary Cooper, psicologo
    comportamentale dell'Università di Manchester, il
    livello di violenza nella società non è aumentato.
    "A cambiare è stata la percezione che ne abbiamo".
    Una combinazione di fattori, compresa una maggiore
    copertura da parte dei mass media anche degli episodi
    di piccola criminalità, ci ha reso più sensibili al problema
    della sicurezza. Ma Cooper, statistiche alla mano, sottolinea
    come il rischio di essere derubati o aggrediti sia molto
    più basso di quanto la gente immagina. Se in Gran Bretagna
    una persona su 7 ammette di aver paura di essere rapinata,
    solo una ogni 200 lo sarà effettivamente. Parimenti,
    il 25% delle donne teme di essere stuprata, mentre la
    possibilità che accada è dello 0,078%. Anche gli automobilisti
    si preoccupano troppo. Uno su 5 ritiene probabile che
    il suo veicolo venga rubato, ma è una realtà solo per
    1 su 70. "Spesso, concentrandoci su ciò che è assente
    dalla nostra vita, in questo caso il crimine, finiamo per
    temerlo di più" conclude Cooper.

    Michele Scozzai
     
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  2. lelen
     
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    Be' interessante. E di sicuro è tutta colpa della lobby femminista! E se ci fosse dlel'altro, sotto sotto? Vi è mai venuto inmente eh?
    Vedete, a me sta bene che si analizzino gli aspetti deleteri del Femminsmo. Esaminiamoli opure (del resto sapete che alcuni aspetti vi do ragione!): Parlare di ale bahing è controcorrente, per certi versi rivoluzionario e mi sta bene. Ma aldilà delle divergenze sulle quali si può comunque discutere, il vostro errore secondo me e non solo è quello di chiudere la mente di fronte ad una realta più vasta e complessa, dove non è ammissibile che tutta la colpa dei mali moderni ricada sul fatto che trent'anni fa alcune donne (e alcuni uomini!) abbiano deciso di cambiare rotta, lottando pagando d persona e credendo in ciò che oggi non si crede più: un modo migliore per tutti, uomini e donne.
    Se poi si vuole dire che esiste una lobby di donne avide di potere, che possono ben essere definite nazi-femminste, bé allora facciamolo.
    Ma senza dimenticarci che il potere non ha genere. E i misfatti vengono commessi ora da l'uno ora dall'altro. Ossia da persone che non hanno un genere in comune, ma dei valori distorti... Avidità, invidia, bisogno di dominio... Persone malate, con un ego mostruosamente ipertrofico.
    Pazzi furiosi ma dotati di self-control, che spesso purtroppo stanno alla guida delle nazioni e decidono le nostre sorti.
     
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  3. Quinzio
     
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    Strider,
    spesso siamo stati cresciuti e ci hanno messo in testa dei luoghi comuni e delle credenze che sono prive di fondamento.
    Una di queste e' quella riguardo agli omicidi di cui parli tu.
    Spesso gli anziani sono spaventati da questo mondo che cambia in fretta, non ci si riconoscono, non si adeguano e non fanno altro che criticarlo.

    Un'altro luogo comune e' che nel passato la gente facesse la fame. Non e' vero anzi e' vero il contrario cioe' mangiavano piu' che noi.
    La dimostrazione e' semplice: dovevano fare lavori fisici molto pesanti, come sollevare pesi, grosse pietre, tronchi e pezzi di legno pesanti, dovevano camminare a piedi per lunghe distanze, dovevano spaccare e segare a mano ogni cosa, sulle navi i remi erano azionati a mano.
    Ora un uomo che fa questi lavori pesanti ha bisogno di qualcosa come 4000 calorie al giorno, mentre un uomo che fa un lavoro sedentario ne consuma 2500.
    E queste calorie arrivano solo dal cibo. Per cui si dimostra che nel passato si mangiava molto di piu' di oggi.
    Di sicuri c'era molta meno gente obesa, ma se si voleva andare avanti bisognava mangiare, e molto di piu' di oggi.

    Un'altro luogo comune da sfatare e' che le donne fossero maltrattate e picchiate dai mariti.
    La vicenda del Titanic invece illustra come se qualcuno ci doveva rimettere la vita, era l'uomo a farlo.
    I lavori pesanti erano svolti solo da uomini, mentre le donne stavano in casa a cucire, cucinare, lavare. Sempre meglio che spaccare pietre o zappare i campi.

    QUOTE
    sul fatto che trent'anni fa alcune donne (e alcuni uomini!) abbiano deciso di cambiare rotta, lottando pagando d persona e credendo in ciò che oggi non si crede più: un modo migliore per tutti, uomini e donne

    Le femministe non lottavano per un mondo migliore per tutti, ma solo per le donne.
     
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  4. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (lelen @ 12/8/2006, 00:06)
    Be' interessante. E di sicuro è tutta colpa della lobby femminista! E se ci fosse dlel'altro, sotto sotto? Vi è mai venuto inmente eh?
    Vedete, a me sta bene che si analizzino gli aspetti deleteri del Femminsmo. Esaminiamoli opure (del resto sapete che alcuni aspetti vi do ragione!): Parlare di ale bahing è controcorrente, per certi versi rivoluzionario e mi sta bene. Ma aldilà delle divergenze sulle quali si può comunque discutere, il vostro errore secondo me e non solo è quello di chiudere la mente di fronte ad una realta più vasta e complessa, dove non è ammissibile che tutta la colpa dei mali moderni ricada sul fatto che trent'anni fa alcune donne (e alcuni uomini!) abbiano deciso di cambiare rotta, lottando pagando d persona e credendo in ciò che oggi non si crede più: un modo migliore per tutti, uomini e donne.
    Se poi si vuole dire che esiste una lobby di donne avide di potere, che possono ben essere definite nazi-femminste, bé allora facciamolo.
    Ma senza dimenticarci che il potere non ha genere. E i misfatti vengono commessi ora da l'uno ora dall'altro. Ossia da persone che non hanno un genere in comune, ma dei valori distorti... Avidità, invidia, bisogno di dominio... Persone malate, con un ego mostruosamente ipertrofico.
    Pazzi furiosi ma dotati di self-control, che spesso purtroppo stanno alla guida delle nazioni e decidono le nostre sorti.

    Ehm... guarda che stai toppando alla grande, eh!
    Io non chiudo la mente di fronte a niente e non ho postato questo articolo per parlare di femminismo ma soltanto per sfatare certe leggende matropolitane relative al passato.
    Tu, lelen, vivi in un mondo fantastico, un mondo che non esiste ne' mai esisterà.
    Il genere umano (=uomini e donne) non è naturalmente buono ne' mai lo sarà.
    Nemmeno tu sei "buona", anche in te c'è un lato cattivo, malvagio come in ciascuno di noi.
    E il motivo è semplice: sei un fragile essere umano, capitato (come me e chiunque altro) su questo mondo di merda per caso.
    Ricordati bene che è la natura che fa la cultura, non la cultura che fa la natura.
    Anche se mi rendo conto che non ha alcun senso cercare di spiegare queste cose a una femminista 68ina sognatrice.
     
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  5. vero mummio 2
     
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    CITAZIONE (lelen @ 12/8/2006, 00:06)
    Be' interessante. E di sicuro è tutta colpa della lobby femminista! E se ci fosse dlel'altro, sotto sotto? Vi è mai venuto inmente eh?
    Vedete, a me sta bene che si analizzino gli aspetti deleteri del Femminsmo. Esaminiamoli opure (del resto sapete che alcuni aspetti vi do ragione!): Parlare di ale bahing è controcorrente, per certi versi rivoluzionario e mi sta bene. Ma aldilà delle divergenze sulle quali si può comunque discutere, il vostro errore secondo me e non solo è quello di chiudere la mente di fronte ad una realta più vasta e complessa, dove non è ammissibile che tutta la colpa dei mali moderni ricada sul fatto che trent'anni fa alcune donne (e alcuni uomini!) abbiano deciso di cambiare rotta, lottando pagando d persona e credendo in ciò che oggi non si crede più: un modo migliore per tutti, uomini e donne.
    Se poi si vuole dire che esiste una lobby di donne avide di potere, che possono ben essere definite nazi-femminste, bé allora facciamolo.
    Ma senza dimenticarci che il potere non ha genere. E i misfatti vengono commessi ora da l'uno ora dall'altro. Ossia da persone che non hanno un genere in comune, ma dei valori distorti... Avidità, invidia, bisogno di dominio... Persone malate, con un ego mostruosamente ipertrofico.
    Pazzi furiosi ma dotati di self-control, che spesso purtroppo stanno alla guida delle nazioni e decidono le nostre sorti.

    Se fossi di mente aperta potrei darti ragione, sul serio, ma non lo sei.
    E non lo dico per sminuirti o altro, lo penso proprio.
    Tu non vuoi andare oltre all'occidente fatto di bianchi bastardi figli di troia sfruttatori omicidianti occidente stronzo bush petrolio vaffanculo al cazzo viva gli hippies e viva gli indiani.
    Non vuoi e non lo farai mai.
    La tua visuale non è più profonda di quelli che non vanno oltre a femmine femminacce femminismo.
    Ha più parole, tu hai petrolio, bianchi bastardi, ameriCani, Bush, Consumismo, Mc Donald's... loro hanno femmine e femminismo, ma l'ampienza della panoramica è la stessa eh.
     
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  6. lelen
     
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    Nelle mia vita mi sono capitate cose che hanno determinato in me delle profonde convinzioni. Così è per tutti. Che significa per te essere aperti di mente? Io ho le mie convinzioni ben radicate, è ovvio e siccome nonsono campate in aria ma frutto di esperienze incisive e anche dolorose, non basta certo il primo Pinco pallino a farmi cambiare idea. Ma questo non significa affatto non essere pronti a confrontarsi con altri. E non mi smebra che io qui sia meno disposta a farlo di altri, anzi.
     
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  7. Barnart
     
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    CITAZIONE (lelen @ 12/8/2006, 00:06)
    non è ammissibile che tutta la colpa dei mali moderni ricada sul fatto che trent'anni fa alcune donne (e alcuni uomini!) abbiano deciso di cambiare rotta...

    Ripetiamolo ancora una volta: il femminismo non è il male assoluto (se non altro perché è male solo per chi lo subisce, in buona sostanza, i maschi) e non è il solo male di questa epoca. Non sarà l'ultimo male della storia.
    Ve ne sono anche altri. In parte autonomi, in parte correlati e intrecciati.
    E' una gravissima malattia dell'Occidente, ma non è caduto dal cielo. C'è una storia che lo precede (antecedenti, cause, concause) e - si spera - una che lo seguirà.
    Ad es. non esiste solo l'ideologia messianica femminista, esiste anche una femminilizzazione in senso lato (in molti aspetti della vita collettiva) che lo ha preceduto e ora lo accompagna. Che ne ha aiutato lo sviluppo. Ma sono cose in sé diverse.

    E ci sono poi tanti mali antichi e nuovi che con esso non hanno relazioni. Tralascio l'elenco.

    Il fatto che ci si occupi di fem.o non significa che non si veda altro.

    La QM non coincide con la critica al femminismo, non si esaurisce in essa.

    Il '68 non ha creato la modernità (benché l'abbia esaltata e diffusa). Semmai ne è stato figlio.
    E la modernità a sua volta si può criticare, anche condannare, se si vuole, ma da essa non si esce andando indietro.

    Quanto a me, io esprimo una sola condanna, che però non riguarda epoche, popoli o civiltà: io condanno la classe intellettuale maschile di queste ultime due generazioni.

    Il capo di imputazione, come ben sappiamo, è: alto tradimento.



    CITAZIONE (*STRIDER* @ 11/8/2006, 18:44)
    Spesso, parlando con delle persone anziane, mi capita di sentirmi dire:"Oggi non c'è più rispetto, oggi i giovani sono tutti maleducati e irrispettosi, una volta c'era più rispetto per gli anziani, ai miei tempi c'era meno violenza, ecc., ecc.".
    Bene.

    Sul passato.

    Ovunque si guardi, passato, presente, futuro, altrove (altre culture), vi è sempre il rischio di idealizzare o di condannare in blocco. Oppure semplicemente di stravolgere elementi e caratteri di epoche e luoghi. In malafede o meno, non importa. Istintivamente (per ragioni ovvie) chi è orientato in senso conservatore tende a idealizzare il passato, chi è progessista a condannarlo. Bisogna perciò sempre rapportare, tarare, la nostra valutazione tenendo conto di queste pulsioni inconsce.

    Il passato (al pari dell'altrove quando è troppo lontano per essere visitato personalmente) ha un grave difetto: non esiste se non nel racconto altrui. E questo racconto è soggetto a tutti i limiti e le deformazioni dalle quali vediamo alterata la cronaca. Il passato è una pura ricostruzione fondata sui c.d. "documenti", e questi, appunto, parlano del passato ma non sono il passato. Perciò quasi non vi è area degli studi storici che non sia oggetto di controversie. E dove queste non sono ancora sorte, nessuno può escludere che nasceranno.
    Dove è la verità storica?
    Già abbiamo difficoltà a metterci d'accordo sul presente, che pure abbiamo sotto gli occhi, figuriamoci su ciò che non possiamo controllare. Quasi ciascuno ha la sua mappa del presente, ma almeno qui c'è un territorio cui confrontarla. Per il passato invece ciò non vale: il territorio è scomparso e ci rimangono solo le mappe. Quale sarà quella meno errata?

    Queste considerazioni impongono prudenza nel riferirsi a tutto quel che "sappiamo" sul passato. Bisognerebbe sempre premettere una locuzione limitatrice e condizionante:
    "Pare che nel quindicesimo secolo..."
    "Sembra che in età classica..."
    "Dicono alcuni storici che le popolazioni dell'Alvernia..."
    "Sostengono certi antropologi che tra gli Iatmul..."
    "Affermano alcuni linguisti che il pre-latino del mediterraneo occidentale..."

    Questo quanto ai dati crudi.
    Quanto poi alla dimensione psicologica collettiva (o media), ossia alla vera esperienza esistenziale della vita di popoli ed etnie lontane e non più interrogabili, la prudenza dovrebbe essere estrema. Si tratta di congetture. Certo, sarebbe utilissimo conoscere veramente nel profondo quale fosse la vita interiore degli uomini del passato.
    E' più felice, vive psicologicamente più a lungo, fa esperienze più intense e profonde, è in miglior rapporto con se stesso etc. un manager del XXI secolo o un Arapesh di 2 secoli fa?
    E' più realizzata una single postmoderna in carriera o una donna Maori del '500?
    Non do risposte. Pongo domande.

    Quanto al nostro tema, nel caso del femminismo, il passato e l'altrove sono ovviamente dannati mente si loda il presente in senso autocelebrativo in quanto alla sua formazione il fem.o stesso avrebbe dato il contributo decisivo. Ancor più si celebra il futuro che sarà sempre più modellato su F. Il che non impedisce di affermare il contrario, ad es. dicendo che "...la violenza sulle donne continua a crescere". Affermazioni contraddittorie che hanno il ben noto scopo.

    Tra l'idea che si stia andando sempre in peggio e l'idolatria del progresso si colloca la linea del dubbio e della prudenza.

    Quanto a me, cerco di non deviare da questa.

    Rino



    Edited by Barnart - 14/8/2006, 15:23
     
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  8. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (Barnart @ 14/8/2006, 15:18)
    : io condanno la classe intellettuale maschile di queste ultime due generazioni.

    Il capo di imputazione, come ben sappiamo, è: alto tradimento.

    Rino

    Rino, mi sembra di sentire Silver. ^_^
    Condivido pure io.
     
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  9. Barnart
     
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    CITAZIONE (*STRIDER* @ 14/8/2006, 15:20)
    CITAZIONE (Barnart @ 14/8/2006, 15:18)
    : io condanno la classe intellettuale maschile di queste ultime due generazioni.

    Il capo di imputazione, come ben sappiamo, è: alto tradimento.

    Rino

    Rino, mi sembra di sentire Silver. ^_^

    Con Silver sono in sintonia davvero su molte cose. Anche non direttamente correlate alla QM.
    Vedo ad es. che ha per avatar la galassia di Andromeda. Ciò indica che... bla bla.

    Gran cosa averlo incontrato finalmente di persona.

    Rino
     
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  10. silverback
     
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    CITAZIONE (Barnart @ 14/8/2006, 14:27)
    Gran cosa averlo incontrato finalmente di persona.

    Rino

    Anche per me, Rino.
     
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9 replies since 11/8/2006, 17:44   427 views
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