Il Grande Tabù

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  1. Mododue
     
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    Desidero salutare tutti.

    In questi giorni sto vagando tra i primi e gli ultimi messaggi del forum, che trovo molto interessante. C'é davvero molto materiale: ho calcolato che, dedicando per esempio un minuto ad ogni messaggio, ci metterei ventiquattro giorni ininterrotti per completare la lettura. Mi inserisco quindi nelle discussioni più recenti, consapevole che molti argomenti sono già stati probabilmente trattati.

    Sono M, ho 41 anni e non sono mai stato sposato.
    Anche se tendo ad avere generalmente un rapporto astratto e non personale negli ambienti che frequento, mi piacerebbe "legare" con alcuni della lista, anche per mettere in pratica un po' di solidarietà maschile.

    La soddisfazione che provo a partecipare a U3000 deriva dal poter trattare temi che ordinariamente sembrano coperti da tabù.
    Sia a livello personale che a livello mediatico mi sono convinto che esista una interdizione, un ostracismo rispetto alla discussione di alcuni argomenti.
    Io credo che nella vita di noi tutti e a livello sociale siano intervenuti dei cambiamenti di grande portata, cambiamenti derivanti da dinamiche non controllabili a livello personale perché di origine sociale e politica. Ho avuto l'impressione che la loro forza sia tale, che sia difficile e pericoloso provare ad opporvisi, persino con l'esercizio del pensiero critico.

    Faccio un paio di esempi di considerazioni che sembrano interdette, argomenti che non si devono o non si possono toccare, fare, trattare: i Tabù del nostro tempo.
    Quando ragiono sui Comitati Pari Opportunità, mi sembra logico argomentare che un organismo che pretende di farsi tutore delle prerogative e dei diritti di tutti, di combattere le discriminazioni di genere, sempre che se ne riconosca la convenienza, debba essere composto di un numero pari di consiglieri uomini e di consiglieri donna. Il nome stesso dovrebbe suggerirlo: pari opportunità, pari consiglieri. Questo per permettere un controllo reciproco ed evitare ogni forma di discriminazione. Il volere consegnare aprioristicamente i suddetti comitati ad uno solo dei due generi significa avere aprioristicamente risolto il problema a livello ideologico, negando che l'altro genere abbia delle sfere a livello sociale in cui i diritti possano essere migliorati. Significa in ultima istanza sostenere che uno dei due generi, quello non rappresentato, viva in un mondo ideale (e irreale) in cui abbia già raggiunto piena realizzazione. Significa anche dimenticare che in una società fatta di interdipendenze, cambiamenti previsti per un genere hanno inevitabilmente delle ricadute e delle conseguenze a livello sociale sull' altro, che quindi dovrebbe intervenire di diritto nel processo decisionale.
    Eppure mi sono reso conto che fare un discorso di questo tipo è impossibile: appena si cerca di impostarlo si provoca una sensazione di disagio, di imbarazzo, di eccitazione degli animi, un'ansietà che ci avverte di un pericolo. Prima di poterne valutare il contenuto razionale, ci si rende conto di avere varcato una soglia: quella dell'interdizione. Abbiamo superato il limite del Grande Tabù.

    Quando ragiono sul tema delle pensioni mi rendo conto che un fattore di primissima rilevanza è il trattamento riservato alle donne. La loro categoria è quella in cui si può trovare la maggiore discrepanza tra contributi versati ed assegni ricevuti, dato che lavorano mediamente meno anni degli uomini e vivono in media di più. Mi sembra di aver letto che mediamente un uomo beneficia della pensione per dodici anni, una donna per ventiquattro. Se ragioniamo sulle pensioni di reversibilità e sui loro criteri di assegnazione, troviamo un altro aspetto per cui le donne pesano moltissimo sulla spesa pensionistica. Mi sembra evidente concludere che uno dei principali fattori che condizionano la spesa pensionistica sia il trattamento di genere.
    Eppure a livello mediatico e politico non trovo che questi temi siano sviluppati in maniera trasparente. Probabilmente sono argomenti scottanti che possono condizionare pesantemente, per le conseguenze del voto femminile, il destino di una formazione politica. Ciò che mi impressiona è che bisogna immaginare indirettamente quale sia la posizione presa dalle forze politiche, sulla base di dichiarazioni collegate ai temi in questione, ma che esprimere una posizione chiara equivalga ad entrare in un terreno minato. Le uniche a cui sembra consentito poter trattare il tema paiono essere le donne.
    Ancora una volta c'imbattiamo nel disagio, nell'imbarazzo, nell'eccitazione degli animi, nell'ansietà che ci avverte di un pericolo prima di poterne valutare il contenuto razionale: abbiamo di nuovo superato il limite del Grande Tabù.

    Dopo avere fatto questi due esempi, vorrei quardare il fenomeno da un punto di vista qualitativo e psicanalitico e fare un'ipotesi legata ai recenti mutamenti dell'inconscio collettivo, cioé della struttura della psiche dell’uomo contemporaneo.
    Sappiamo che il tabù nelle società ha costituito un'interdizione di carattere religioso verso tutto ciò che è considerato sacro e ha riguardato, tra gli altri soggetti e in maniera differente a seconda dei periodi storici, i temi della sessualità e vari aspetti dei rapporti uomo-donna.
    L'ipotesi che voglio proporre è che la recente diffusione di argomenti che sembrano oggetto di tabù sia direttamente collegato con la femminilizzazione della società. La conquista del pubblico da parte della donna ha portato alla modifica dei suoi tratti, trasformandolo a sua somiglianza, moltiplicandone perciò i caratteri femminili legati alla ambiguità, al non detto, al tabù.
    Insomma, questo "monologo della vagina" di cui trovo un riferimento anche nella pagina del sito intitolata "Cosa vuole U3000", sembra ci stia condizionando pesantemente non solo dal punto di vista dei contenuti, ma anche nei modi di relazione e nelle forme archetipiche.

    A presto

    Mododue
     
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  2. C. Nemo
     
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    Veramente un ottimo biglietto da visita il tuo, Mododue.

    Un caloroso benvenuto da parte mia!

    Sebastiano
     
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  3. silverback
     
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    Motodue
    CITAZIONE
    Eppure mi sono reso conto che fare un discorso di questo tipo è impossibile: appena si cerca di impostarlo si provoca una sensazione di disagio, di imbarazzo, di eccitazione degli animi, un'ansietà che ci avverte di un pericolo.

    Verissimo.

    CITAZIONE
    Sono M, ho 41 anni e non sono mai stato sposato.

    Come me e tanti altri della nostra generazione, del resto. :)

    CITAZIONE
    Sia a livello personale che a livello mediatico mi sono convinto che esista una interdizione, un ostracismo rispetto alla discussione di alcuni argomenti.

    Sì, è così.

    CITAZIONE (Mododue @ 13/6/2007, 16:44)
    Dopo avere fatto questi due esempi, vorrei quardare il fenomeno da un punto di vista qualitativo e psicanalitico e fare un'ipotesi legata ai recenti mutamenti dell'inconscio collettivo, cioé della struttura della psiche dell’uomo contemporaneo.

    L'ipotesi che voglio proporre è che la recente diffusione di argomenti che sembrano oggetto di tabù sia direttamente collegato con la femminilizzazione della società. La conquista del pubblico da parte della donna ha portato alla modifica dei suoi tratti, trasformandolo a sua somiglianza, moltiplicandone perciò i caratteri femminili legati alla ambiguità, al non detto, al tabù.

    A presto

    Mododue

    Silverback 11/3/2007, 12:09:
    CITAZIONE
    Come funziona la coscienza collettiva?
    E in che modo dà l'impronta alla nostra società e ai suoi cambiamenti?
    Nel libro L'ombra del potere (1998), Claudio Bonvecchio e Claudio Risé mettono in luce le possibili analogie fra coscienza individuale e collettiva.

    Anche nella "psiche sociale" esiste una zona oscura, che Carl Gustav Jung denominava Ombra: lo spazio interiore in cui viene esiliato non solo il male, ma anche sentimenti, desideri, pulsioni che rischiano di minare il predominio della coscienza vigile e dell'Io.
    E che tendiamo a rimuovere.

    Una delle grandi intuizioni del secolo scorso, la convivenza di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, della razionalità e dell'inconscio, si ripropone così anche sullo scenario sociale.
    Dove ormai da tempo il "maschile" è un'ombra rifiutata e rimossa.
    Ma come tutte le rimozioni genera una nevrosi collettiva, che si esprime nel disagio di una "società senza padri".

    Benvenuto.
     
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  4. animus
     
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    Trovo che l'osservazione sollevata da mododue, quella del tabu', sia fondamentale e sicuramente non esplorata nelle sue piene potenzialita', ha infatti toccato un punto importantissimo e, per il genere femminile, dolentissimo, perche' ogni epoca ha avuto la sua classe dominante, e che si trattasse del Soviet Supremo, del Clero al suo apice, o dei gerarchi fascisti, il potere dominante era accompagnato sempre (nel senso che viaggiavano insieme) da tutta una serie di tabu che lo contraddistinguevano, cioe i tabu' non potevano che essere tipici di quel potere e non di altri, e quindi in definitiva, sono proprio i tabu' a dirci quale sia la categoria al potere.

    Ora e' chiaro perche' coloro che noi identifichiamo come la nuova aristocrazia, quando sente che certi argomenti vengono "tirati fuori", inizia a dire "poveretto ma cosa ti hanno fatto le donne? c'hai avuto molte esperienze negative, etc,etc" proprio perche' gli "rode" che se ne parli ed utilizza quindi "la vergogna" per permettere tutto a tacere e discreditare le ragioni dell'interlocutore, proprio perche' vorrebbe che quegli argomenti continuassero a rimanere tali, cioe' un tabu' sui quali non proferire nessuna parola e/o ragionamento.
    Ed e' invece per questo che noi ne parliamo, ne scriviamo e ci ragioniamo. ;)
     
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  5. adangwin
     
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    Bella presentazione e con un'ottima analisi.
    Benvenuto anche da parte mia.
     
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  6. -Julius-
     
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    Benvenuto.
     
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  7. *STRIDER*
     
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    Benvenuto a bordo!
     
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  8. Mododue
     
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    CITAZIONE (animus @ 13/06/2007, 20:27)
    Ed e' invece per questo che noi ne parliamo, ne scriviamo e ci ragioniamo.

    Mi fa talmente bene sentirlo dire , che voglio ripeterlo anch'io:
    Ed e' invece per questo che noi ne parliamo, ne scriviamo e ci ragioniamo. ;)

    E aggiungerei: ed è per questo che ci ritroviamo in un convivio maschile (altro comportamento osteggiato e avversato). ;)

    Mododue
     
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  9. animus
     
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    CITAZIONE (Mododue @ 14/6/2007, 22:33)
    E aggiungerei: ed è per questo che ci ritroviamo in un convivio maschile

    Gia', come i carbonari.. :D
     
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  10. Sissy371966
     
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    benvenuto :)
     
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  11. COSMOS1
     
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    OLÀ

    FORZA E ONORE
     
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  12. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (Mododue @ 13/6/2007, 16:44)
    Faccio un paio di esempi di considerazioni che sembrano interdette, argomenti che non si devono o non si possono toccare, fare, trattare: i Tabù del nostro tempo.

    Eppure mi sono reso conto che fare un discorso di questo tipo è impossibile: appena si cerca di impostarlo si provoca una sensazione di disagio, di imbarazzo, di eccitazione degli animi, un'ansietà che ci avverte di un pericolo. Prima di poterne valutare il contenuto razionale, ci si rende conto di avere varcato una soglia: quella dell'interdizione. Abbiamo superato il limite del Grande Tabù.

    Quando ragiono sul tema delle pensioni mi rendo conto che un fattore di primissima rilevanza è il trattamento riservato alle donne. La loro categoria è quella in cui si può trovare la maggiore
    Ancora una volta c'imbattiamo nel disagio, nell'imbarazzo, nell'eccitazione degli animi, nell'ansietà che ci avverte di un pericolo prima di poterne valutare il contenuto razionale: abbiamo di nuovo superato il limite del Grande Tabù.

    Cmq, vorrei far notare che il suddetto non è l'unico Tabù di questa società e del nostro tempo.
    Personalmente, ho potuto constatare (anche in caserma) che un disagio e un imbarazzo simile lo si riscontra anche quando si "osa" parlare di Islam ed extracomunitari (cioè i futuri dominatori dell'Italia e dell'Europa).
    Ritengo che le differenze sostanziali fra i due Tabù siano da ricercare nella vergogna, per quanto riguarda le donne e il femminismo, e nella paura, per quanto concerne l'Islam e gli immigrati extracomunitari.

    Edited by *STRIDER* - 16/6/2007, 10:57
     
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  13. dontpanic
     
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    Mah...
    continuiamo a guardare i sintomi.. e non le cause.. e a fare la figura degli idioti di fronte al "vero" potere: il mercato.

     
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  14. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (dontpanic @ 16/6/2007, 13:19)
    Mah...
    continuiamo a guardare i sintomi.. e non le cause.. e a fare la figura degli idioti di fronte al "vero" potere: il mercato.

    Gestito da chi, scusa...?
     
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  15. dontpanic
     
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    CITAZIONE (*STRIDER* @ 16/6/2007, 14:13)
    CITAZIONE (dontpanic @ 16/6/2007, 13:19)
    Mah...
    continuiamo a guardare i sintomi.. e non le cause.. e a fare la figura degli idioti di fronte al "vero" potere: il mercato.

    Gestito da chi, scusa...?

    Ma non eri tu, quello che conosceva perfettamente la storia?
    A che ti serve l'opinione di un sinistroide con i paraocchi?
    Sai già tutto.

     
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17 replies since 13/6/2007, 15:44   732 views
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