Il Femminismo o gli uomini di potere?
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Il Femminismo o gli uomini di potere?

... chi è il vero problema?

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  1. Ipazia58
     
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    CITAZIONE (Reduan @ 2/7/2007, 21:18)
    Se così è, paradossalmente anche noi dovremmo essere favorevoli alle quote rosa in parlamento, anzi: sostenerle con forza.
    In quel modo il femminismo toccherebbe anche lor signori e non soltanto noi.
    Io sarei favorevole.
    Tanto peggio di così, a noi, difficilmente potrà andare.

    no dai, al peggio non c'è fine :blink:

    io credo nella possibilità che l'uomo riprenda il suo posto, che tutto ritorni al suo posto
     
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  2. Scienziato apocrifo
     
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    CITAZIONE (Reduan @ 2/7/2007, 21:18)
    Se così è, paradossalmente anche noi dovremmo essere favorevoli alle quote rosa in parlamento, anzi: sostenerle con forza.
    In quel modo il femminismo toccherebbe anche lor signori e non soltanto noi.
    Io sarei favorevole.
    Tanto peggio di così, a noi, difficilmente potrà andare.

    Ma sai che quasi quasi mi hai convinto?

    Il fatto è che, secondo me, anche i personaggi alla Amato e compagnia bella non sono altro che degli "utili idioti" nelle mani dei burattinai che decidono sulle nostre teste.
    Non è sostituendo certi omuncoli che si cambiano le cose.


    Si dovrebbero tagliare i fili che ci sono dietro
     
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    CITAZIONE (Quinzio @ 17/2/2006, 21:09)
    La questione non si pone. Il vero pericolo sono gli uomini forti che concedono qualcosa alle LORO donne.
    Gli harem esistono ancora anche se non come luoghi fisici. Sono sempre esistiti. Gli uomini ricchi hanno ben piu' di una donna disposta a concedersi a loro.
    Non c'e' nulla di nuovo sotto il sole.

    Da come ho capito la questione è:
    Chi ha creato il femminismo, gli uomini o le donne?

    E' difficile risalire ad una causa primaria e distinguere le cause dalle conseguenze. Comunque io ho votato per il femminismo, perché non ci trovo tutta questa influenza della politica sul femminismo, mentre trovo ovviamente l'influenza del femminismo sulla politica.
    Secondo me la ginarchia nasce a livello sociale; gli uomini, cresciuti con determinate priorità, agiscono leccando il culo alle donne. L'arte del lecchinaggio è molto fruttuosa per conquistare, non tanto perché alla donna piace l'uomo sottomesso, ma in quanto l'uomo impara a vedere nella donna un'amica, non in competizione con lui. La donna accetta le avances del bavoso femminista che, aumentando la sua collezione, diventa sempre più potente socialmente e più attraente davante alle donne (per il principio "più donne hai, più donne avrai"). Essendo l'uomo in ogni caso, desideroso di rapporti sessuali, fatica a non vedere con invidia e spirito di emulazione, l'uomo di successo sessuale.
    Alla base di tutto il quadro ginarchico che noi conosciamo ci sono le caratteristiche dei gusti sessuali femminili.

    Ma perché le donne non s'ingegnano con la stessa foga per avere rapporti sessuali? Le cause possono essere di vario tipo e sinceramente è difficile definirle con esattezza. Forse quello che le ha salvate, è stato il potere maschile, che è rimasto nella nostra società e utilizzato ora a vantaggio delle donne.
    Questo potere maschile specifico, riferito come al solito ai gusti sessuali maschili, tendeva/tende a valorizzare la virtù della donna in direzione dei valori dell'inibizione; è per questo che le donne, anche se sole, anche se in astinenza, hanno un loro valore di mercato, anche più alto delle altre.

    L'uomo invece sessualmente inattivo è feccia, è l'esempio di fallimento, è il modello da cui tutti vogliono dissomigliare.
    Questa differenza causa una schiavitù sociale-sessuale-mentale dell'uomo, maggiore che nella donna.
    Questa mentalità, man mano che l'uomo cresce, entra in politica. L'uomo schiavo entra in parlamento e spara le sue cazzate, ma non pensate che fuori dal parlamento le cazzate si dicano di meno.

    In sintesi: alla base di tutto ci sono i gusti sessuali; il lecchinismo maschile è una conseguenza dei gs femminili.

    Edited by Warlordmaniac - 16/7/2008, 01:55
     
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  4. *STRIDER*
     
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    Warlordmaniac
    CITAZIONE
    perché non ci trovo tutta questa influenza della politica sul femminismo, mentre trovo ovviamente l'influenza del femminismo sulla politica.

    Ovvio, perché c'era e c'è un terreno fertile. Senza di esso sai cosa farebbe il femminismo? Niente!

    CITAZIONE (*STRIDER* @ 8/10/2006, 17:34)
    CITAZIONE (tanis70 @ 7/10/2006, 16:22)
    Gli uomini di potere ci sono sempre stati, ma è solo dall'avvento del femminismo che hanno iniziato a comportarsi in modo da daneggiare tutti gli altri uomini.

    E le guerre scatenate dai potenti per cui morivano uomini comuni, dove le mettiamo? E le responsabilità che dovevano assumersi in ogni caso (matrimoni, lavori ecc.), visto che le donne erano relegate in casa, anche se in parte ciò le ha preservate? Secondo me, attribuite un potere al femminismo che esso non ha, altrimenti avrebbe dovuto prendere piede anche 1000 anni fa; invece alcuni di voi dovrebbero capire che per far si' che determinati movimenti sopravvivano devono esserci condizioni favorevoli legate esse stesse alla modernità.
    Ad esempio, i movimenti ambientalisti non avevano senso nel 1500, come del resto il rispetto dei diritti degli animali, cosa che fa ridere se inserita in un'altra epoca dove violenza e distruzione la facevano da padroni e dove si moriva per un nonnulla...
    E comunque ripeto, perchè il femminismo non avanza nei Paesi Arabi non moderati? Semplice, perchè la democrazia là non esiste, anzi in Afghanistan i Talebani riprendono piede sempre di più... perchè il femminismo non fa nulla anche li'?

    ...

    Riporto una sintesi di un articolo pubblicato su LA NAZIONE del 3 luglio 2007

    DONNE AL POTERE MA SOLO A PAROLE
    VELTRONI e AMATO invocano le donne ma scelgono i maschi
    ... Stimolante anche la sortita del ministro dell'interno Giuliano Amato che ieri, alla cerimonia di cambio della guardia al vertice della polizia tra De Gennaro (Gianni) e Manganelli (Antonio), ha auspicato che il prossimo capo sia finalmente una donna. Il prossimo. La natura ha dotato le donne di grandi virtù che le renderebbero superiori, se fosse loro concesso spazio, anche e soprattutto in politica. Basterebbe andare con la memoria alla tangentopoli del '92 per accorgersi che non compare un solo nome femminile in quella e nella più generale storia repubblicana della corruzione che ha avvelenato e avvelena tuttora la politica italiana. A ben pensarci sta proprio qui il loro grande limite.
    Giuseppe Mascambruno

    Ora, che certe parole le possa scrivere una donna, lo trovo più che comprensibile (ognuno tira l'acqua al proprio mulino), ma che a farlo sia un "uomo", no! Nella maniera più assoluta!
    Giustificazioni del tipo "è colpa del femminismo", non le condivido affatto!
    Cazzo, ma un minimo di orgoglio ce l'hanno questi smidollati?

    CITAZIONE
    VELTRONI e AMATO invocano le donne ma scelgono i maschi

     
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  5. silverback
     
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    Amato show...

    http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/p...mato-donne.html

    POLITICA

    Per il ministro le violenze non derivano dalle religioni, ma dalle tradizioni culturali
    Poi spiega di essere figlio di siciliani e di essersi riferito ad una tradizione che non c'è più
    Amato: "Picchiare le donne
    è tradizione siculo-pakistana"
    Ma sull'affermazione del ministro scoppia la polemica
    Prestigiacomo: "Straparla, chieda scusa o lo querelo"

    Amato: "Picchiare le donne
    è tradizione siculo-pakistana"

    ROMA - "Nessun Dio autorizza un uomo a picchiare la donna. E' una tradizione siculo-pakistana che vuole far credere il contrario". Il ministro dell'Interno Amato, al convegno su Islam e integrazione, voleva puntare l'accento sulle tradizioni piuttosto che sulle religioni: ma ha usato una frase che ha fatto discutere. Amato lo ha più volte ricordato: fino agli anni '70 si trovavano in Sicilia costumi e tradizioni non molto distanti da quelle che ora in Italia sono importate dagli immigrati di certi gruppi musulmani.

    Il ministro ha sottolineato nel suo intervento che l'integrazione "passa anche di qua: attribuire alla tradizione ciò che appartiene alla tradizione che non vuol dire negare Dio" ma semmai "l'io" che domina negli atteggiamenti patriarcali e maschilisti. Dobbiamo evitare di imputare a Dio - ha ribadito - il Dio dei cristiani e dei musulmani, che in realtà è lo stesso, ciò che è da imputare invece agli uomini".

    Il ministro dell'Interno ha poi sottolineato come sia necessario evitare, quando pensiamo agli immigrati e in particolare ai musulmani, di avere di fronte dei "blocchi umani" invece che singole persone. "Non esiste il concetto noi contro gli altri - ha sottolineato - se lo deve cacciare fuori di testa tutto l'occidente: ognuno di noi è diverso e questo è importante soprattutto quando si parla di Islam", ha evidenziato, ricordando come questa religione non abbia una autorità gerarchica unica ma una pluralità di voci al suo interno. "Noi siamo gelosi della nostra identità - ha concluso - e ciascuno ha diritto alla sua".

    Dopo un pomeriggio rovente di polemiche, Amato ha spiegato che "da siciliano ho parlato di una Sicilia che non esiste più. Da figlio di famiglia siciliana, da bambino, ho conosciuto una Sicilia che, insieme alle tante cose positive che amavo, era anche la tradizione cui ho fatto riferimento. Ci sono capolavori del cinema e della letteratura su questo - aggiunge il ministro - per fortuna, come ho detto questa mattina, dagli anni '70 quell'aspetto della Sicilia non esiste piu"

    Le sue parole però hanno scatenato l'ira di molti politici a cominciare dall'ex ministro delle Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo (che è di Siracusa): "Amato straparla. Chieda subito scusa ai siciliani o lo querelo". Le fa eco Ignazio La Russa, An, anche lui di origini siciliane: "Amato ha compiuto un'operazione inaccettabile per servilismo culturale". Affermazioni "molto gravi" perché "offendono la Sicilia, che fa parte dell'Italia", e perché "vengono offese le stesse donne siciliane" dice Alessandra Mussolini, segretario nazionale di Azione Sociale ed europarlamentare di Alternativa Sociale.

    Qualche perplessità da parte di Anna Finocchiaro, presidente dei senatori dell'Ulivo, anche lei siciliana: "La violenza sulle donne è purtroppo una tradizione di tutti i maschi del mondo contro tutte le donne del mondo, senza distinzione di confini geografici o religiosi. La violenza sulle donne - ha aggiunto - è uno scandalo che dura dalla notte dei tempi". Sandro Bondi, coordinatore di FI, si interroga invece sulla salute del ministro: "Lo stesso Amato profeticamente aveva sostenuto l'impazzimento dell'Italia, pensando di esserne personalmente immune".

    (11 luglio 2007)


    CITAZIONE
    ognuno di noi è diverso e questo è importante soprattutto quando si parla di Islam",

    (...)
     
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  6. Quinzio
     
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    E pensare che li paghiamo noi.
     
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  7. silverback
     
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    http://www.corriere.it/esteri/08_aprile_12...44f486ba6.shtml
    SECONDO ESECUTIVO PER IL 47ENNE SOCIALISTA
    «Zapatero due»: 9 donne e 8 uomini
    La catalana Carmen Chacon, in avanzato stato di gravidanza, alla Difesa

    MADRID - Ci sono nove donne ministro e otto uomini nel nuovo governo di Josè Luis Zapatero. Il premier ha giurato, 47 anni, ha giurato sabato mattina ,davanti a re Juan Carlos e ha reso poi nota la
    Zapatero dopo il giuramento con Juan Carlos (Reuters)
    composizione del suo nuovo esecutivo. La principale novità è la presenza di una donna, la catalana Carmen Chacon, in avanzato stato di gravidanza, a ministro della difesa. Nel governo uscente Chacon era ministro della Casa. Chacòn è considerata in un l’astro nascente del Partito socialista spagnolo. Da titolare del dicastero della Casa si è distinta con la «Legge di aiuto agli affitti», che prevede assegni di 210 euro al mese per i giovani fra 22 e 30 anni con reddito inferiore ai 22 mila euro. La prima riunione del nuovo Governo è prevista lunedi.

    LA COMPOSIZIONE DEL NUOVO GOVERNO - Questa la composizione del nuovo governo socialista monocolore spagnolo, conforme a quanto anticipato questa mattina dalla stampa, annunciata in una conferenza stampa al Palazzo della Moncloa dal premier Josè Luis Zapatero: - Presidente del governo: Josè Luis Zapatero - Primo Vicepremier: Maria Teresa de la Vega - Secondo Vicepremier, ministro dell'economia: Pedro Solbes - Ministro della Difesa: Carme Chacon - Ministro degli Esteri: Miguel Angel Moratinos - Ministro della Giustizia: Mariano Bermejo - Ministro degli Interni: Alfredo Rubalcaba - Ministro Infrastrutture: Magdalena Alvarez - Ministro Educazione e Sport: Mercedes Cabreara - Ministro Lavoro e Inmmigrazione: Celestino Corbacho - Ministro Industria, Turismo e Commercio: Miguel Sebastian - Ministro Agricoltura e Ambiente: Elena Espinosa - Ministro Pubblica Amministrazione: Elena Salgado - Ministro Cultura: Cesar Antonio Molina - Ministro Sanità: Bernat Soria - Ministro Casa: Beatrix Corredor - Ministro Innovazione e Scienza: Cristina Garmendia - Ministro Uguaglianza: Bibiana Aido.

    MINISTRO DELL'UGUAGLIANZA - Per la prima volta c'è un ministero dell'uguaglianza, affidato alla 31enne Bibiana Aldo. «Ho sempre creduto al valore pedagogico degli atti di governo», ha detto Zapatero, indicando che la titolare dell’Uguaglianza dovrà dedicarsi a combattere la discriminazione e la violenza di genere e a promuovere attivamente la presenza femminile nal mondo del lavoro.

    LE CONFERME E LE NOVITA' - Sono confermati la maggior parte dei principali titolari di dicastero del governo uscente i due vicepremier Maria Teresa de la Vega e Pedro Solbes (responsabile dell'Economia), Miguel Angel Moratinos agli Esteri, Alfredo Rubalcaba agli Interni, Mariano Bermejo alla Giustizia. Non torna alla Difesa Josè Antonio Alonso, perchè nominato nuovo capogruppo del Psoe al Congresso dei Deputati, di fatto numero tre del partito. E non è stato rinnovato l'incarico di un fedelissimo di Zapatero, il ministro uscente del Lavoro Jesus Caldera, sostituito da Celestino Corbacho. Nuovi ministri sono la basca Cristina Carmedia al nuovo ministero della Innovazione, Beatriz Corredor alla Casa e Miguel Sebastian all'Industria.


    12 aprile 2008
     
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  8. silverback
     
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    http://lanazione.ilsole24ore.com/pisa/2008...o_ragazze.shtml
    La verve del ministro La Russa alla cerimonia del Gruppo d’Intervento
    Ignazio-show: «Voglio le ragazze nel Gis»

    di MARZIO PELU’

    LARUSSA-SHOW al 30° anniversario della fondazione del Gis, il Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri voluto trent’anni fa da Francesco Cossiga per combattere il terrorismo. Ieri mattina, in un blindatissimo Cisam (Centro Interforze Studi Applicazioni Militari) a San Piero a Grado, il ministro della Difesa si è presentato in grande spolvero, dando ennesima prova della sua verve. «Saluto tutti questi ragazzi e anche le ragazze», ha detto rivolgendosi ai reparti schierati. «Non ci sono ancora ragazze nel Gis? Beh, le metteremo, loro saranno contenti generale, stia tranquillo» ha detto girandosi verso il comandante generale dell’Arma, Gianfrancesco Siazzu. «Ormai le nostre ragazze possono partecipare a qualunque formazione. Hanno dimostrato di avere dei numeri, la volontà e la motivazione. E’ quindi tempo di verificare la possibilità di aprire alle donne anche i gruppi speciali. Nel reggimento ci sono già e potranno esserci anche nei gruppi operativi» ha aggiunto La Russa che ha voluto al suo fianco Arturo Parisi (Pd) - già titolare del dicastero che oggi è in mano all’esponente di An - e lo ha chiamato più volte “ministro”.

    DOPO i più vivi complimenti ai carabinieri del Gis, autori di operazioni importanti sia in Italia che all’estero, il ministro ha consegnato — alla presenza del comandante del Gis, tenente colonnello Salvatore De Montis — gli attestati di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana ai cinque soci fondatori del reparto ancora in servizio. Quindi, La Russa ha ricevuto dal comandante della Brigata Paracadutisti, generale Rosario Castellano, il tipico basco amaranto che Ignazio non ha esitato a indossare. La cerimonia è proseguita con una spettacolare esercitazione di liberazione di un ostaggio da un edificio, alla quale hanno preso parte (oltre al Gis) anche i carabinieri paracadutisti del 1° Reggimento “Tuscania” dal quale soltanto, finora, il Gruppo Intervento Speciale ha tratto tutti i suoi uomini. Uomini preparati a tutto, come dimostrano le missioni compiute: dalla liberazione di ostaggi in mano alle Brigate Rosse nel carcere di Trani nel dicembre del 1980 (fu il loro battesimo di fuoco) alle più recenti operazioni in Iraq e Afghanistan.

    «E’ FINITO il tempo in cui le Forze Armate erano viste dai cittadini come qualcosa di sganciato dalla pace e dalla democrazia — ha detto il ministro — : oggi la gente sa che voi siete un presidio di libertà e sicurezza contro criminalità e terrorismo. E io vi ringrazio e ringrazio le vostre famiglie per i sacrifici che fanno», ha aggiunto, unendosi al ricordo dei caduti fatto poco prima da De Montis. «Per questo il 4 Novembre celebreremo — ha anticipato — , oltre al 90° anniversario della fine della prima guerra mondiale, anche la festa delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale». Fra le tanti autorità presenti alla cerimonia, c’erano anche il presidente della commissione “Difesa”, Edmondo Cirielli, il prefetto Benedetto Basile, il sindaco Marco Filippeschi, il presidente della Provincia, Andrea Pieroni e la consigliera regionale di An, Marcella Amadio.

     
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  9. Sandokan1317
     
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    Quando ieri notte ho sentito le parole di La Russa mi è venuto lo schifo totale...Che merda di affermazione.Che maschio pentito d'uomo...Che merda!

    Comunque, ho votato la numero 1, senza uomini di potere, le femministe non sarebbero riuscite nelle loro nefande imprese.
    Sempre colpa dei maschi pentiti...vili traditori che si vendono per un pelo di fessa. Un vero uomo non dovrebbe vendersi per un pelo di fessa.
     
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  10. silverback
     
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    CITAZIONE (silverback @ 7/10/2006, 15:00)
    CORRIERE NAZIONALE, 7 ottobre 2006

    "Donne discriminate"
    Messaggio di Giorgio Napolitano per i 60 anni del voto femminile:
    "Non è ancora terminato il percorso che deve condurre alla parità"

    ROMA - In un messaggio all'Associazione nazionale
    Donne elettrici per i 60 anni del voto alle donne, il capo
    dello Stato Giorgio Napolitano ribadisce la necessità di
    iniziative concrete per realizzare le pari opportunità,
    dall'incidenza nei processi decisionali al lavoro, "non
    è ancora terminato il percorso per la parità nei diritti per
    le donne"
    .

    http://www.corriere.it/politica/09_marzo_0...44f02aabc.shtml
    CITAZIONE
    L'8 MARZO E IL PRESIDENTE
    Napolitano: stupro è sempre infame
    Il capo dello Stato:«Non contano le nazionalità». «Donne, resta disparità sui salari e presenza in politica»

    ROMA - Forte monito del presidente Napolitano sul fronte delle violenze contro le donne in occasione della festa dell'8 marzo. Lo stupro «è l'ombra più pesante» sulla lotta della donna per la piena parità, la vergogna, l'infamia «come tutte le forme di molestia, di vessazione, di persecuzione nei confronti delle donne». Questo «nel mondo come in Italia, in una parte del mondo in modi orribili, barbarici, in Italia verso donne italiane o straniere non fa differenza, ad opera di stranieri o italiani non fa differenza». «Nel nostro Paese - ha sottolineato ancora il capo dello Stato - possiamo dire che si stanno facendo dei passi nel reagire a ogni sorta di violenza contro le donne e a ogni sorta di pratiche lesive della loro dignità. Passi avanti sul piano della presa di coscienza e della denuncia» e - ha aggiunto Napolitano - passi avanti sul piano dell’intervento legislativo e dell’azione di governo, alcune delle quali già ampiamente condivise in Parlamento».

    LAVORO FEMMINILE - Ma la celebrazione dell'8 marzo è stata l'occasione da parte del presidente della Repubblica per un bilancio complessivo della situazione della donna nel nostro Paese. « «Il quadro di riferimento generale per portare avanti la causa delle donne in tutti i suoi aspetti resta più che mai la nostra Costituzione. Restano tuttavia molte ombre sulla strada della parità salariale e, innanzitutto, della partecipazione delle donne alle forze di lavoro e all'occupazione complessiva» ha spiegato Napolitano. Per il capo dello Stato in un contesto di «crisi finanziaria ed economica, che dà segno piuttosto di un ulteriore aggravamento che non di allentamento» occorre chiedersi «quanto rischi di essere particolarmente colpito il lavoro femminile». E' questo un tema, spiega Napolitano, «sul quale ancora non si vede concentrarsi abbastanza l'attenzione, la riflessione e l'impegno».

    Riguardo alle presunte ed enormi disparità negli stipendi, di cui le donne sarebbero vittime in ogni dove, riporto questo articolo postato da Ventiluglio nell'ottobre del 2004.
    http://questionemaschile.forumfree.net/?t=2080662
    CITAZIONE
    La Disparità negli Stipendi Riflette le Priorità delle Donne
    Mercoledì, 22 Settembre 2004
    Di Wendy McElroy


    Un rapporto dall'Ufficio del Censimento degli Stati Uniti del 26 Agosto ha affermato che lo stipendio medio a tempo pieno femminile per le donne era di 75,5 centesimi per ogni dollaro guadagnato similmente dall'uomo;
    Valore che è inferiore dello 0,6 percento dal dato del 2002.

    Le femministe di genere ("gender-feminist" nel testo N.d.T.) hanno immediatamente gridato: "la discriminazione sta aumentando!"
    Questo atto d’accusa è veritiero?
    In che modo viene utilizzato?

    L'Istituto di Ricerca per la Politica delle Donne ha immediatamente pubblicato un comunicato stampa che ha usato il dato dei 75,5 centesimi per richiedere un aumento nello stipendio minimo ed un maggiore rafforzamento nell'applicazione delle leggi per le pari-opportunità.

    Ma potrebbe non esserci alcun problema da risolvere.

    Per prima cosa, lo 0,6 percento potrebbe essere una variazione statistica insignificante, poiché particolarmente gli stipendi delle donne sono aumentati costantemente durante l'ultima decade.
    Inoltre un'indagine non è uno studio scientifico; indica soltanto che qualcosa può meritare più attenzione. Non spiega perché vi è un divario di stipendio.
    Nel 2003, L'Ufficio Generale di Contabilità degli Stati Uniti (GAO) ha osservato: "dei molti fattori che concorrono nel determinare le differenze nei guadagni fra gli uomini e le donne, il nostro modello ha indicato che la tipologia di lavoro è un elemento chiave".
    Specificamente, le donne hanno in media meno anni di esperienza di lavoro, lavorano meno ore all'anno, è meno probabile che lavorino con orario a tempo pieno e lasciano il lavoro per periodi di tempo più lunghi rispetto agli uomini."
    Il GAO ha affermato di non essere in grado di "determinare se questa residua differenza sia dovuta a discriminazione o ad altri fattori."
    Per esempio, alcuni esperti hanno detto che alcune donne rinunciano ad avanzamenti di carriera e più alti guadagni a favore di un lavoro che offra flessibilità per poter gestire le responsabilità della famiglia e del lavoro.
    In breve, più donne che uomini è probabile che cerchino dei lavori a basso-stipendio ma con orari flessibili per passare più tempo con le loro famiglie.
    Se è così, quando prendete due liste di dati, una relativa agli impieghi delle donne ed una relativa agli impieghi a tempo pieno degli uomini ed andate alla metà esatta di ciascuna, ovvero la media, gli stipendi delle donne saranno naturalmente inferiori a quelli degli uomini.


    Ma che dire a proposito di lavori a tempo pieno paragonabili?
    Che cosa può causare una disparità di stipendio in quel caso?

    Consideriamo soltanto due possibilità.
    In primo luogo, la definizione di "occupazione a tempo pieno":
    La maggior parte delle indagini la definisce come un impiego di 35-o più o 40 ore alla settimana.
    Ma esiste una differenza enorme fra un impiegato che cronometra 40 ore ed uno che ne lavora 60.
    Per gli stessi motivi per i quali le donne cercano orari flessibili, è anche probabile che lavorino meno ore in un lavoro a tempo pieno.
    Aumenti, indennità e promozioni si indirizzano più naturalmente verso gli impiegati che lavorano con orari più lunghi.
    Effettivamente, quando si eliminano alcune variabili come il fatto di avere bambini, il divario di stipendio virtualmente sparisce.
    Nel loro libro "Woman’s Figures" (1999), l'economista Diana Furchtgott-Roth e Christine Stolba hanno meticolosamente confrontato i dati sui guadagni degli uomini e delle donne senza figli dai 27 ai 33 anni. Hanno trovato che la disparità di stipendio è limitata a 98 centesimi.

    Un secondo motivo possibile per la disparità di stipendio:
    Le indagini non tengono conto solitamente di fattori quali i premi di spostamento.
    Cioè spostamenti pericolosi o comunque indesiderabili sono più altamente pagati ed è più probabile che siano fatti dall'uomo.
    Lavorare nel turno di giorno come tassista non è realmente la stessa cosa che lavorare nel più pericoloso turno di notte, ma è usualmente considerato in tal modo dalle indagini.

    La disparità risultante negli stipendi non ha niente a che fare con la discriminazione contro le donne. Riflette le preferenze delle stesse donne.
    Se questo è vero, quindi la disparità di stipendio non è un problema da risolvere.
    È soltanto una statistica interessante che indica che uomini e donne, una volta offerto loro un campo da gioco livellato, tenderanno ad esprimere differenti priorità e, così, finiranno ad occupare posti differenti. (questa è una generalizzazione grezza, naturalmente, e non dice niente di diversi uomini e di diverse donne).


    Persone, come me, che sostengono che la disparità di stipendio è principalmente un riflesso delle preferenze delle donne, sono spesso accusate di non preoccuparsi per niente di uguaglianza o giustizia.
    Una affermazione più esatta è che è differente la visione di "uguaglianza" e di "giustizia".
    Da decenni, le due visioni sono in competizione l’una con l’altra nel dibattito a proposito del divario negli stipendi.

    La prima visione — quella presentata qui — sostiene l’uguaglianza di opportunità (il termine in americano non ha niente a che vedere ovviamente col concetto italiano distorto di “pari-opportunità” – N.d.T.).
    Cioè dovrebbe essere protetta ugualmente dalla legge la capacità di ogni individuo di esercitare i suoi diversi diritti nei confronti della persona e della proprietà, con nessun vantaggio assegnato ad alcuno.
    Una tale uguaglianza di opportunità renderebbe inevitabilmente i risultati disuguali negli stipendi, per esempio — perché i risultati dipendono da molti altri fattori, compresa l’abilità, il lavoro duro, il carattere e la fortuna.
    La disuguaglianza dei risultati non è un'indicazione di ingiustizia, perché la giustizia risiede nel fatto di ricevere ciò che ogni individuo (sia esso un lui o una lei) merita.
    Gli impiegati che competono con uguaglianza di opportunità si meritano tutto ciò che sono in grado di negoziare con un datore di lavoro sulla base dei loro meriti e delle sue necessità.
    Questa è giustizia.

    Una visione alternativa definisce l'uguaglianza come il fatto la gente sia politicamente, economicamente e socialmente "uguale".
    La giustizia è misurata da quanto ugualmente tutte le persone condividono i profitti.
    Questa visione è spesso denominata egualitarismo.
    Winston Churchill ha fotografato la differenza che intercorre tra le due diverse visioni di giustizia con l’affermazione: < "tutti gli uomini nascono uguali" dice la dichiarazione di indipendenza americana. "tutti gli uomini saranno mantenuti uguali", dicono i socialisti. > Nessuna politica che sia priva di totalitarismo può assicurare il secondo principio.

    La disparità di stipendio, infatti, ci dice qualcosa che merita attenzione circa la preferenza dell'essere umano e della società.
    Gli egualitaristi dovrebbero ascoltare con più attenzione ciò che viene detto.

    Wendy McElroy è redattrice di ifeminists.com e ricercatrice per l'Istituto Indipendente di Oakland, California.
    È autrice e redattrice di molti libri ed articoli, compreso il nuovo libro, "la libertà per le donne: Libertà e Femminismo nel ventunesimo secolo "(Ivan R. Dee/Independent Institute, 2002).
    Vive con il marito in Canada.

     
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  11. Tex6969
     
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    La 1 !!! Il problema non è mai stato il femminismo, ma gli uomini che lo sostengono e che permettono compiaciuti la sua affermazione. Non lo fanno perchè ne sono convinti ovvio; barattano la loro dignità di uomini per raccogliere il maggior numero di consensi "mestruati".
     
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  12. ilmarmocchio
     
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    " Il Principe deve parere di avere fede, umanita', carita',integrita', religione." N. Machiavelli.
    Qualcuno crede ai politici ?
     
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56 replies since 12/2/2006, 14:21   3518 views
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