Antologia di testi tradizionali

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  1. Purusha
     
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    Nel mettere in evidenza questo thread, ci corre l'obbligo di precisare che quanto vi si trova scritto non vuol necessariamente rappresentare l'ideologia e la presa di posizione dell'associazione Uomini3000.
    Si tratta peraltro, come del resto è specificato nel titolo, di una antologia di testi tradizionali; come tale, il documento conserva un notevole interesse da un punto di vista, per così dire, "conoscitivo".
    Si lascia poi al libero pensiero di ognuno il compito di valutare la bontà o meno dei pensieri e delle considerazioni ivi esposte.


    Postate a questo link vostri eventuali commenti sull'argomento.

    Grazie.
    Lo staff -16/01/2006





    Cari amici,
    con il vostro permesso intendo riservare questo topic ad una antologia selezionata di testi che illustrano in termini quanto mai inequivocabili e significativi la corretta e autentica conoscenza che gli uomini deli mondi tradizionali hanno avuto della natura femminile. Sono testi di genere sapienziale, da non considerare alla stregua di manifesti ideologici o di prospettive 'culturali', bensì quali "documenti", ossia, in senso etimologico, insegnamenti esenti da qualsivoglia frattura tra enunciato e realtà profonda delle cose. Poiché il carattere della Conoscenza è di ordine universale, e la sua scaturigine metafisica, sarà inutile attardarsi su categorie del tipo 'occidentale/orientale'. Al contrario, auspico che possa emergere con evidenza l'assoluta solidarietà e convergenza fra testi di ogni provenienza, a riprova del carattere strutturale e fondante della costituzione umana in ogni tempo e luogo, pur nella variegatezza e molteplicità delle sue declinazioni locali e specifiche.
    Nell'intento di procedere ordinatamente, prenderò le mosse dalla presentazione di scritture prodotte nell'Occidente antico e medievale, limitandosi a tale arco cronologico la dimensione veramente tradizionale delle civiltà di ambito europeo. L'inserzione di brani tratti dalle Scritture bibliche (vetero neo-testamentarie), è inclusa in questa prima sezione per l'innegabile espansione e radicamento occidentale di una tradizione spirituale pur sorta nel Vicino Oriente.
    Tutto ciò varrà a fornire una prova eloquente di quell'ASSE DI STABILITA' assai giustamente richiamato da Ganesha, attorno al quale si è millenarmente snodata la corretta e armoniosa relazione gerarchica uomo/donna.
    Agli amici del forum chiedo unicamente di non inserire interventi in questo topic, di modo che possa essere unicamente riservato alla collezione dei testi.
    Ogni eventuale commento potrà trovare spazio in uno dei recenti rami di discussione, dove tanto il sottoscritto quanto Ganesha saranno lieti di poter partecipare a qualsiasi interrogativo o esigenza di confronto.
    Buona lettura a tutti[/B]

    Edited by Reduan - 16/1/2006, 16:52
     
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  2. Ganesha
     
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    Offro il mio saluto di bentornato a Purusha ed invito cortesemente tutti i partecipanti al Forum a seguire le direttive già da lui segnalate nel messaggio con cui ha aperto questo nuovo topic.
    Vedrò di contribuire anch'io, affiancando Purusha e cercando di creare un'antologia di testi tradizionali utili alla definizione del corretto rapporto fra i sessi.
    Fiato alle trombe dunque...
    Ganesha

    Edited by Ganesha - 13/10/2004, 15:48
     
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  3. Purusha
     
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    OMERO, Odissea

    "E dunque anche tu non essere buono con la tua sposa, non confidarle tutto quello che sai, dille una cosa, un'altra la nascondi" (XI, 441)
    ___________________

    ESIODO (VIII sec. a. C.), Le opere e i giorni, Rizzoli, Milano 2000:

    "Né una donna che si agghinda il deretano t'inganni il cuore sussurrandoti carezzevoli parole e osservando la dispensa. Chi si fida di una donna si fida di un ladro" (p. 123)

    "A tempo debito porterai a casa la sposa, quando, cioè, non sarai molto lontano dai trent'anni e non li avrai di molto sorpassati; questo sia il tempo delle nozze. La donna rimanga per quattro anni in pubertà, e al quinto si mariti; sceglila illibata in modo che tu le possa insegnare virtuosi costumi. Soprattutto sposa una che abiti vicino, e dopo aver ben esaminato ogni cosa, affinché le tue nozze non siano causa di allegria per i tuoi vicini. Non v'è cosa migliore che sposare una buona moglie, e niente di peggio che sceglierla cattiva e che pensi a gozzoviglie: per quanto il marito sia forte, costei lo brucia senza bisogno di fiaccola e lo condanna a precosce vecchiaia" (p. 151)
    ___________________

    SEMONIDE (VII sec. a. C.), cit. in E. Cantarella, L'ambiguo malanno, Editori Riuniti, Roma 1986, pp. 55-58:

    [creazione della donna]
    "Una gli dei la fecero di terra
    e la diedero all'uomo: minorata,
    non ha idee né di bene di male.
    Una cosa la sa: mangiare. E basta.
    Se Dio manda un dannato inverno, brontola
    ma lo sgabello al fuoco non l'accosta.
    Viene dal mare un'altra, e ha due nature opposte:
    un giorno ride, tutta allegra,
    sì che a vederla in casa uno l'ammira
    ("non c'è al mondo una donna più simpatica,
    non c'è donna migliore").
    Un altro giorno non la sopporti neppure a vederla
    o ad andarle vicino: fa la pazza
    e a chi s'accosta, guai! Pare la cagna
    coi cuccioli, implacabile:
    scoraggia nemici e amici alla stessa maniera.
    Come il mare che sta sovente calmo,
    non fa danno e rallegra i marinai nell'estate,
    e sovente in un fragore di cavalloni s'agita e s'infuria
    tale l'umore di una simile:
    anche il mare ha carattere cangiante"
    Una deriva dalla scrofa setosa:
    la sua casa è una lordura, un caos,
    la roba rotola per terra.
    Lei non si lava; veste panni sozzi
    e stravaccata nel letame ingrassa.
    Un'altra Dio la fece dalla volpe
    matricolata: è quella che sa tutto;
    non c'è male né bene che le sfugga.
    Dice, sì, bene al benee male al male,
    ma si adegua agli eventi e si trasmuta.
    Come sua madre è quella che deriva dalla cagna:
    curiosa di sentire e di sapere,
    vagola, perlustra;
    anche se non c'è un'anima, si sgola,
    e non la calmi né con le minacce,
    né se t'arrabbi e le fracassi i denti con un sasso,
    né a furia di blandizie,
    neppure stando in casa d'altri:
    insiste quell'aeterno latrato senza scopo.
    [...]
    Nasce dalla cavalla raffinata,
    tutta criniera, un'altra.
    Ed ecco, schiva i lavori servili e la fatica,
    la macina, lo staccio, l'immondizia
    e la cucina (teme la fuliggine).
    Anche all'amore si piega per obbligo.
    Si lava tutto il giorno la sporcizia
    due, tre volte, si trucca, si profuma.
    Sempre pettinatissima la chioma
    fonda, fluente, ombreggiata di fiori.
    Una simile donna è uno spettacolo
    bella per gli altri: per lo sposo un guaio.
    A meno che non sia principe o re,
    che di simili cose non si compiaccia
    [...]
    Una viene dall'ape: fortunato
    chi se la prende. E' immune da censure lei sola;
    è fonte di prosperità;
    invecchia col marito in un amore mutuo;
    è madre di figli illustri e belli.
    E si distingue fra tutte le donne,
    circonfusa da un fascino divino.
    Non le piace di stare con le amiche
    se l'argomento dei discorsi è il sesso.
    Fra le donne che Dio largisce agli uomini
    ecco qui le più sagge, le migliori.
    Il più gran male che Dio fece è questo: le donne.
    A qualche cosa par che servano,
    ma per chi le possiede sono un guaio.
    Chi sta con una donna non trascorre
    neppure un giorno sano in santa pace,
    né caccerà mai di casa la fame,
    triste divinità, brutta inquilina.
    E quand'uno s'illude di godersela
    per buona sorte o per favori umani,
    quella mugugna e affila le sue armi.
    E sarà meglio, quando arriva un ospite,
    non ospitarlo dove c'è una donna.
    La più santarellina all'apparenza
    è proprio quella che ti disonora;
    il marito, minchione, a bocca aperta
    e i vicini si godono la beffa.
    Loda ognuno, si sa, la propria moglie
    e critica l'altrui: però la sorte
    è una, uguale, e non ce ne accorgiamo.
    Il più gran male che Dio fece è questo:
    le diedi ceppi che nessuno spezza,
    da che la Morte accolse tanti eroi,
    scesi, per una donna, a dura guerra.
    ___________________

    Edited by Purusha - 13/10/2004, 23:57
     
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  4. Purusha
     
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    ARISTOTELE (m. 322 a . C), Etica nicomachea, a cura di M. Zanatta, vol. II, Rizzoli, Milano 1996:

    "La comunità del marito e della moglie è in tutta evidenza aristocratica, giacché è secondo valore che il marito comanda e in quelle cose che è l'uomo che deve comandare; e tutte quelle che sono adatte ad una donna, le rimette ad essa". (p. 745)
    _______________

    ANTIPATRO DI TARSO, Frammenti morali, in Stoici antichi. Tutti i frammenti, a cura di R. Radice, Bompiani, Milano 2002, p. 1475-1477:

    "In certe città nel momento del rilassamento dei costumi in varia maniera consolidato, dell'anarchia, dell'inclinazione al degrado e all'indolenza, anche sposarsi sembra mostrare difficoltà insormontabili. La vita da scapolo pare quasi divina, per la libertà che offre alle intemperanze e al godimento di ogni sorta di piacere, tutti squallidi e di breve momento, e il matrimonio con una donna è ritenuto alla stregua di una stazione di guardie introdotta in città. E senz'altro la vita con una donna sembra inopportuna a molti che non hanno autodominio e son servi dei piaceri. Siccome talora sono attratti dalla bellezza, talaltra dalla dote, pensano bene di viziare la moglie e non la preparano all'amministrazione e alla promozione della casa, né l'ammaestrano sui fini della loro unione, o, con santi principi, sulla pietà e il rispetto dovuti agli dèi; non le rappresentano la rovina a cui reca il lusso e l'infelicità a cui portano i piaceri, neppure la allenano a ben guardare al presente per potere con retto giudizio interamente dedurne il futuro, a non essere scioccamente e ingenuamente fiduciosa nel fatto che, solo se il marito volesse, tutti i suoi capricci sarebbero soddisfatti. Neppure la abituano a non contare solamente sulla presenza del marito, e a valutare insieme con lui il luogo, il modo, l'utilità e la convenienza di una certa azione in tutti i suoi aspetti. Se si potessero tradurre in pratica tutti quei principi che i filosofi vanno teorizzando e predicando, una donna come moglie apparirebbe certo un peso, ma dei più cari e dei più lievi: è come se uno che abbia l'uso di una sola mano se ne vedesse aggiungere un'altra, oppure, avendo un piede solo, se ne ritrovasse un secondo dall'altra parte: costui, senz'altro, potrebbe camminare e muoversi dove vuole molto più speditamente. Allo stesso modo, chi si porta in casa una moglie con molta più facilità assolverebbe a quegli impegni utili e giovevoli per la vita, perché anziché di due occhi disporrebbe di quattro e al posto di due mani ne avrebbe altre due, in sovrappiù, con le quali agevolmente compiere, in un solo colpo, i lavori manuali".
    ______________

    MUSONIO RUFO (I sec. d. C., filosofo stoico romano-etrusco), Diatribe, a cura di I. Ramelli, Bompiani, Milano 2001:

    "Conviene infatti che gli uomini siano molto più forti e capaci di controllarsi delle donne, se hanno almeno la pretesa di governarle: ma se gli uomini si riveleranno più deboli, meno temperanti, essi saranno anche peggiori" (p. 171)

    "La cosa più importante in un matrimonio è la comunanza di vita e nella generazione dei figli. Infatti , lo sposo e la sposa devono unirsi l'uno all'altra in modo tale da vivere insieme l'uno con l'altra, generare insieme e considerare tutto comune, nulla come proprio, neppure il corpo stesso. E grande evento è la generazione di un essere umano , che questo giogo procura. Ma per lo sposo non basta questo soltanto, che invero potrebbe risultare anche al di fuori dal matrimonio, dal altre unioni, come anche gli animali si uniscono tra loro. Bisogna invece che nel matrimoni oabbia luogo una completa comunanza di vita ed una reciproca sollecitudine dell'uomo e della donna, sia nella salute, sia nella malattia, sia in qualsiasi circostanza. A questa sollecitudine, come pure alla procreazione dei figli, entrambi tendono con il matrimonio.
    Quando dunque tale sollecitudine è completa, e gli sposi che convivono se la donano compiutamente in modo reciproco, facendo a gara per vincersi l'un l'altro, questo matrimonio funziona come si deve ed è degno di emulazione, perché è bella simile unione; laddove invece ciascuno guarda soltanto al proprio interesse senza curarsi dell'altro, o anche, per Zeus, uno solo dei due si comporta così, nella medesima casa, ma con la mente è rivolto a fuori, senza volersi porre in sintonia di sentimenti e di spirito con il coniuge, in tal caso è inevitabile che l'unione si rovini, che le cose vadano male ai conviventi e che, infine, o si separino l'uno dal'altra, oppure che sentano il protrarsi della convivenza come peggiore della solitudine.
    E' perciò necessario che chi si sposa non guardi alla casata del'altro, se è nobile, né alle ricchezze, se ne possiede molte, né al corpo, se lo ha bello, perchè né ricchezza, né bellezza, né nobiltà possono per loro natura, accrescere l'armonia o, parimenti, la concordia o indurre una migliore procreazione di figli" (pp. 173-177)

    Edited by Purusha - 14/10/2004, 11:29
     
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  5. Ganesha
     
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    PLUTARCO, Precetti coniugali (Coniugalia praecepta, Gamikà parangelmata), in Filosofia del Matrimonio, a cura di Ludmilla Bianco, Sellerio, Palermo 1997-II, pp. 61-64:

    L’ARMONIA E LA CONCORDIA FRA GLI SPOSI
    IL SUPERAMENTO DELLE PRIME DIFFICOLTÀ DEL MATRIMONIO


    “[…] Tra i molti e bei discorsi pertinenti la filosofia, quello che concerne il matrimonio non è meno degno di attenzione; con esso la filosofia è in grado di incantare coloro che assieme si avviano ad una vita in comune, rendendoli teneri e l’uno all’altro arrendevoli.
    Così dei precetti dell’istruzione filosofica ho raccolto qui i capi essenziali sotto forma di alcune brevi similitudini, perché siano più facili da ricordare, ritenendo che non meno dell’accordare una lira o una cetra è importante mettere armonia nell’unione fra uomo e donna grazie all’esercizio della parola e la pratica della concordia e comuni elevati pensieri.
    E infatti gli antichi posero Hermes (=divinità tutelare del Logos e della parola) accanto ad Afrodite (=divinità tutelare del piacere erotico), giudicando che le gioie del matrimonio hanno bisogno più che mai della parola. Vi aggiunsero poi anche Peithò - la Persuasione - e le Charites - le Grazie - affinché persuadendosi reciprocamente gli sposi ottengano l’uno dall’altro ciò che desiderano, e non con discussioni e litigi.
    Solone raccomandava alla giovane sposa di giacere insieme allo sposo solo dopo aver mangiato una mela cotogna, volendo significare, a quel che sembra, che l’incanto che nasce dalla bocca e dalla voce sia la prima forma di armonia e soavità.
    In Beozia, dopo aver messo il velo alla giovane sposa, la incoronano con foglie di asparago selvatico. Tale pianta produce, tra spine molto pungenti, un frutto assai dolce; così allo sposo che non si lascerà respingere né irritare dalle sue prime asprezze e ritrosie, la sposa offrirà un’intimità tenera e dolce. Coloro che non sopportano le prime ripulse da parte di una giovane vergine non differiscono in nulla da chi, a causa del sapore aspro dell’uva acerba, lascia ad altri i grappoli maturi. A loro volta molte giovani spose che si rifiutano ai loro mariti nei primi approcci, si trovano in uno stato simile a quello di coloro che, subita la puntura dell’ape, rinunciano poi al miele.
    Soprattutto all’inizio bisogna che gli sposi evitino contrasti e dissapori, considerando che anche gli oggetti fatti di parti congiunte insieme possono facilmente disgregarsi, al principio, per un qualunque accidente; quando invece le loro giunture si sono consolidate col tempo, allora possono venire disgiunte a malapena dal ferro e dal fuoco.
    Come il fuoco si attacca facilmente alla paglia, alle stoppie, al pelame delle lepri, ma si spegne ben presto qualora non possa estendersi ad altri materiali capaci di mantenerlo e di alimentarlo, così il vivo amore che si accende nei giovani sposi per l’attrattiva dei corpi e per la giovane età non va ritenuto né durevole né sicuro, a meno che, fondandosi sul carattere e aderendo al pensiero, non diventi una disposizione interiore.”

    Edited by Ganesha - 14/10/2004, 12:05
     
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  6. Ganesha
     
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    PLUTARCO, Precetti coniugali (Coniugalia praecepta, Gamikà parangelmata), in Filosofia del Matrimonio. Introduzione, traduzione, commento e note a cura di Ludmilla Bianco, Sellerio, Palermo 1997-II, pp. 64-67.

    L’ARMONIA E LA CONCORDIA FRA GLI SPOSI
    PERCHÉ E IN CHE MODO L’UOMO DEVE ESSERE GUIDA DELLA DONNA


    Pescare con l’aiuto di droghe permette di catturare il pesce in modo rapido e facile, ma lo rende anche non commestibile e cattivo; così le donne che usano filtri e incantesimi nei riguardi dei loro mariti e li soggiogano con la voluttà finiscono col vivere insieme a uomini stupidi, insensati, corrotti. Quelli che erano stati stregati da Circe con filtri magici, non le recarono alcun diletto: da loro, divenuti porci e asini, ella non trasse infatti alcun utile; viceversa ella provò un amore straordinario per Odisseo, il quale conservava la sua ragione e convisse con lei come si addice ad un uomo.
    ___________

    Le donne che preferiscono dominare un marito senza cervello piuttosto che obbedire a un marito avveduto assomigliano a coloro che, in cammino, preferiscono guidare i ciechi anziché seguire quelli che conoscono la strada e ci vedono.
    ___________

    Esse trovano inverosimile che Pasifae, lei che era la moglie di un re, si sia innamorata di un toro, e tuttavia vedono bene che talune di loro, stanche di mariti austeri e saggi, si uniscono più volentieri a uomini dediti solo a intemperanza e lussuria, come cani e caproni.
    ___________

    Coloro che per debolezza o effeminatezza sono incapaci di montare in sella ai loro cavalli, li ammaestrano a piegarsi sulle ginocchia e ad accosciarsi; allo stesso modo certi uomini che hanno sposato donne nobili o ricche, invece di rendersi migliori, cercano di umiliare le loro mogli per poterle più facilmente dominare, una volta sottomesse. Ma come va rispettata la taglia di un cavallo, così va rispettata la dignità di una donna nel tenerla alla briglia.
    ___________

    La luna ci appare chiara e luminosa quando è lontana dal sole, ma si oscura e si nasconde quando gli è vicina; la donna saggia, al contrario, deve mostrarsi soprattutto quando è in compagnia del marito, ma ritirarsi in casa e stare nascosta in sua assenza.
    ___________

    Come in un accordo di due suoni è il più grave a dare la tonalità, così in una casa amministrata saggiamente ogni cosa è fatta dai coniugi di concerto, però mostra la preminenza e la decisione dell’uomo.
     
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  7. Purusha
     
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    ANTICO TESTAMENTO

    Qoélet:

    "Trovo che amara più della morte è la donna, la quale è tutta lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge, ma il peccatore resta preso" (VII, 26)
    ____________

    Siracide:

    "Non essere geloso della sposa amata,
    per non inculcarle malizia a tuo danno.
    Non dare l'anima alla tua donna,
    sì che essa si imponga sulla tua forza.
    Non incontrarti con una donna cortigiana,
    che non abbia a cadere nei suoi lacci.
    Non frequentare una cantante,
    per non esser preso dalle sue moine.
    Non dare l'anima tua alle prostitute,
    per non perderci il patrimonio.
    Distogli l'occhio da una donna bella,
    non fissare una bellezza che non ti appartiene.
    Per la bellezza di una donna molti sono periti;
    per essa l'amore brucia come fuoco.
    Npn sederti mai accanto a una donna sposata,
    non frequentarla per bere insime con lei,
    perché il tuo cuore non si innamori di lei
    e per la tua passione tu non scivoli nella rovina" (IX, 1-9)


    "Una donna accetterà qualsiasi marito,
    ma una giovane è migliore di un'altra.
    La bellezza di una donna allieta il volto,
    e sorpassa ogni desiderio dell'uomo;
    se vi è poi sulla sua lingua bontà e dolcezza,
    suo marito non è più uno dei comuni mortali.
    Chi si procura una sposa, possiede il primo dei beni,
    un aiuto adatto a lui e una colonna d'appoggio.
    Dove non esiste siepe, la proprietà è saccheggiata,
    ove non c'è moglie, l'uomo geme randagio" (XXXVI, 21-25)

    "Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore;
    qualunque malvagità. ma non la malvagità di una donna;
    [...]
    Preferirei abitare con un leone e con un drago
    piuttosto che abitare con una donna malvagia.
    La malvagità di una donna ne altera l'aspetto,
    ne rende il volto tetro come quello di un orso.
    [...]
    Ogni malizia è nulla di fonte alla malizia di una donna,
    possa piombarle addosso la sorte del peccatore!
    Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio,
    tale la donna linguaggiuta per un uomo pacifico.
    Non soccombere al fascino di una donna,
    per una donna non ardere di passione.
    Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo
    è una donna che mantiene il proprio marito.
    Animo abbattuto e volto triste
    e ferita al cuore è una donna malvagia;
    mani inerti e ginocchia infiacchite,
    tale colei che non redne felice il proprio marito.
    Dalla donna ha avuto inizio il peccato,
    per causa sua tutti moriamo.
    Non dare all'acqua un'uscita
    né libertà di parlare a una donna malvagia.
    Se non cammina al cenno della tua mano,
    toglila dalla tua presenza.
    Beato il marito di una donna virtuosa;
    il numero dei suoi giorni sarà doppio.
    Una brava moglie è la gioia del marito,
    questi trascorrerà gli anni in pace.
    Un donna virtuosa è una buona sorte,
    viene assegnata a chi teme il Signore.
    Ricco o povero, il cuore di lui ne gioisce,
    in ogni tempo il suo volto appare sereno.
    [...]
    Giogo di buoi sconnesso è una donna malvagia,
    colui che la domina è come chi acchiappa uno scorpione.
    Gran motivo di sdegno una donna ubriaca,
    non riuscirà a nascondere la vergogna.
    La scostumatezza di una donna è nell'eccitazione degli sguardi,
    si riconosce dalle sue occhiate.
    [...]
    La grazia di una donna allieta il marito,
    la sua scienza gli rinvigorisce le ossa.
    E' un dono del Signore una donna silenziosa,
    non c'è compenso per una donna educata.
    Grazia su grazia è una donna pudica,
    non si può valutare il peso di un'anima modesta.
    Il sole risplende sulle montagne del Signore,
    la bellezza di una donna virtuosa adorna la sua casa" (XXV-XXVI)

    "Meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna" (XLII, 14)

     
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  8. Purusha
     
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    NUOVO TESTAMENTO

    San Paolo, 1 Corinzi, XI, 3-10.

    "Voglio che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e a capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliersi i capelli o radersi, allora si copra.
    L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. PER QUESTO LA DONNA DEVE PORTARE SUL CAPO UN SEGNO DELLA SUA DIPENDENZA a motivo degli angeli".
    -------------

    San Paolo, Colossesi, III, 18-19

    "Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse".
    -------------

    San Paolo, 1 Timoteo, II, 11-15.

    "La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare; né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia".
    -------------

    Edited by Purusha - 8/11/2004, 14:39
     
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  9. Purusha
     
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    TRADIZIONE CRISTIANA


    TERTULLIANO (m. 225 d.C.), De virginibus velandis, a cura di P. A. Gramaglia, Borla, Roma 1984.

    "...le nostre ragazze devono portare il velo, non appena abbiano varcato la soglia della pubertà". (p. 217)

    "...devono portare il velo a partire da quando abbiano iniziato a sentirsi donne, ad avere una netta percezione della loro sessualità femminile, ad uscire dallo stato di fanciulle vergini e a dover sopportare quel nuovo fenomeno fisiologico che indica il passaggio ad un'altra età della loro vita". (p. 269)

    "Ci resta ancora il compito di rivolgerci alle interessate con la speranza che accettino più volentieri quanto abbiamo detto.
    Puoi essere una madre, una sorella o una figlia vergine, tanto per usare i termini che si riferiscono alle varie età,, ebbene, vi prego, mettetevi il velo in testa! Se sei una madre, fallo per i figli; se sei una sorella, fallo per i fratelli e se sei una figlia, fallo per i padri. Tu sei un pericolo per gli uomini di qualsiasi età!" (p. 291)

    "Mi fanno proprio pena, se sono così malate d'orecchi da non poterci più sentire con un velo sopra! Sappiano però che la testa le donne ce l'hanno tutta intera! I confini di demarcazione che la delimitano si estendono fin là dove incomincia la veste. La zona da coprire con il velo corrisponde esattamente a quella occupata dai capelli, quabndo sono sciolti, i modo da avvolgere anche la nuca e la parte posteriore del volto. E' la nuca infatti che deve stare sottomessa ed è per questo che le donne devono portare sopra la testa il segno di un dominio che le tenga soggiogate. IL VELO E' APPUNTO UN GIOGO MESSO SULLA LORO NUCA". (p. 293)

    "...a noi poi il Signore ha comunicato persino tramite rivelazioni come devono essere le misure del velo. Un angelo infatti apparve in sogno ad una nostra sorella e, mentre le batteva la nuca, come per farle degli applausi e dei complimenti, diceva: "Ma che bel collo, fai proprio bene a tenerlo nudo! Faresti meglio a svestirti dalla testa fino alle natiche,a ltrimenti a te non servirà gran che questo andare a testa scoperta"". (p. 295)

    "se davvero Dio sarà nel cuore delle femmine, lo si riconoscerà anche sulla loro testa" (p. 298)

    Edited by Purusha - 8/11/2004, 14:46
     
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  10. Purusha
     
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    RICHARD DE FOURNIVAL (m. 1260 ca.), Il bestiario d'amore, a cura di F. Zambon, Pratiche, Parma 1987

    "Ma Dio non fece nulla senza una ragione: è giusto infatti che una cosa che proviene da un'altra le sia obbediente. Perciò la donna deve obbedire all'uomo, l'uomo alla terra e la terra a Dio, creatore e sovrano di ogni creatura" (p. 95)

    _____________________

    ANDREA CAPPELLANO (1150-1220 ca), De amore, trad. it. di J. Insana, ES, Milano 1992.

    "E anche per un'altra ragione condanniamo gli innamorati, perché nella femmina non si può trovare l'amore reciproco che si cerca. Nessuna femmina mai ama il marito o l'amante con vincolo di reciproco amore, perché la donna nell'amore vuole arricchirsi piuttosto che dare piaceri graditi all'amante; e non c'è da meravigliarsi poiché la causa è naturale: tutte le donne, per natura generale del sesso, peccano di avarizia e avidità e sono intente al guadagno e al profitto e stanno con le orecchie attente. Ho attraversato parecchie parti del mondo e ho fatto attente indagini ma non ho trovato nessuno che dica di avere incontrato una donna che non faccia volentieri immediata richiesta di doni e che non interrompa l'amore appena iniziato se non approva in pieno i doni ofefrti o richiesti. E per quanto tu possa regalare a una donna infinite sostanze, solo se ti vede negligente nella presentazione del solito dono o viene a sapere che stai cadendo in miseria, ti guarderà alla stregua di un estraneo che non conosce, e sarai per lei odioso e fastidioso. E però non c'è nessuna donna che sia legata a te da tanto amore o sia così irremovibile che tenga fede al suo amore, se arriva un altro a offrirle doni. E' così forte nelle donne l'ardore dell'avidità che tutti i grandi doni rompono la clausura della castità. E se vai a mani aperte, nessuna donna ti lascerà andare via a mani vuote. Se però trascuri le promesse generose, non andare chiedere niente alle donne; non ottieni niente, anche se tu fossi re, se non porti niente, ma sari spudoratamente cacciato dalla loro corte, perché tutte le donne per avidità sono ladre e hanno i propri ripostigli. E non c'è femmina tanto nobile per nascita o rango o ricchezza che l'offerta di argento non spezzi il suo pudore e che anche una persona degenere e abietta non possa travolgere con tutta la sua grande e generosa ricchezza, perché non c'è nessuna donna ricca che non sia come l'ubriaco al quale non sembra mai i bere troppo. Se terra e acqua si trasformassero in oro, difficilmente si placherebbe l'avidità della donna.
    E per di più, ogni donna non solo è naturalmente avida ma è anche invidiosa e maldicente delle altre, rapace, dedita al piacere della pancia, incostante, chiacchierona, disobbediente e renitente ai divieti, superba e vanagloriosa, bugiarda, ubriacona, berlingatora, incapace di segreti, troppo lussuriosa, pronta a ogni male e incapace di amare con sentimento di cuore.
    (...) Non c'è donna tanto semplice e matta che non sappia tenere con avida avarizia le proprie cose e arraffare con somma astuzia le proprie cose arraffare con somma astuzia le cose altrui...E nessuna donna si unisce a un uomo con tanto ardore d'amore che non s'ingegni di sottrarre la ricchezza all'amante. E questa regola è vera, senza nessuna eccezione.
    (...) Generalmente la donna è anche incostante, perché nessuna donna in nessun caso è così irremovibile che non muti rapidamente fede per ogni minima lusinga. La donna è come cera che si squaglia, sempre pronta a prendere nuova forma e ad adattarsi a qualsiasi sigillo. E nessuna donna ti potrà rassicurare con una promessa tale che in breve tempo il suo proposito o il suo desiderio non muti rispetto alle promesse. Non è costante neppure per un'ora l'animo della donna...Non illuderti di rallegrarti della cosa che la donna ti promette, se prima non la ricevi. E trattandosi di promesse di donne, non vale seguire il diritto civile, perché sembra che riguardo alle femmine è assolutamente privo di eccezioni l'antico proverbio, e cioé: "Togli ogni indugio, l'indugio non giova alle cose che sono pronte".
    Ma sappiamo che tutte le donne dicono con doppiezza di cuore tutto quello che dicono, perché in cuore hanno una cosa e sulle labbra un'altra. Nessun uomo ha tanta familiarità con una donna o tanto amore da conoscere i segreti del suo cuore o sapere con quanta lealtà gli parla, perché la donna non crede nell'amico e in ciascuno vede un ingannatore, e perciò pensa sempre agli inganni e tutto quello che dice, lo dice con doppiezza di cuore e con doppiezza di mente lo confessa.
    (...) Tutte le donne sono macchiate pure dal vizio della disobbedienza, perché non c'è al mondo donna così saggia e accorta che non provi con tutta la forza del corpo di andare contro i divieti e contro le proibizioni, se le proibiscono l'uso di qualcosa. Perciò, degno delle donne, senza nessuna eccezione, è il famoso detto del saggio, e cioè: "Tendiamo a ciò che è vietato, sempre desiderando ciò che ci è negato"...Perciò, se vuoi che la donna faccia qualcosa, l'otterrai ordinandole il contrario.
    Anche la superbia generalmente contamina il sesso femminile, perché la donna, eccitata dalla superbia, non riparmia delitti o insulti né di lingua né di mano, ma quando s'infuria può temerariamente commettere qualsiasi scelleratezza. E placare una donna infuriata è fatica sprecata, anche a tenerla mani e piedi legata, anche a sottoporla a tormenti d'ogni genere, non si potrà mai dissuaderla dai cattivi propositi né mitigarne la superbia d'animo. Al minimo pretesto, alla minima parola o anche per niente, si accende l'ira della donna e la superbia cresce a dismisura, e io non riesco a ricordare nessuno che abbia mai visto una donna capace di frenare la propria superbia. E non c'è donna che faccia eccezione alla regola.
    (...) La donna è anche pronta a qualsiasi male. Tutte le donne alla minima occasione commettono senza timore il maggior crimine di questo mondo, e l'animo della donna è facilmente incline al male anche per piccola lusinga" (pp. 172-179)

    Edited by Purusha - 23/6/2005, 23:53
     
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  11. Purusha
     
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    TRADIZIONE ISLAMICA

    Corano:

    "[le donne] hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini sono superiori" (II, 228)

    "Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande" (IV, 34)

    "Fa parte dei Suoi segni l'aver creato da voi, per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza. Ecco davvero dei segni per coloro che riflettono" (XXX, 21)

    "E dì' alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai figli dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse per le parti nascoste delle donne. E non battano i piedi sì da mostrare gli ornamenti che celano." (XXXIV, 31)

    Edited by Purusha - 25/6/2005, 23:38
     
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  12. Purusha
     
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    (tradizione islamica [continua])

    Insegnamenti tratti dalla sunna (linea di condotta, con valore prescrittivo, esortativo o sapienziale) del profeta Muhammad (m. 632):

    "Sposate una donna affettuosa, predisposta alla maternità"

    "Non ho lasciato presso di me seduzione più pericolosa per gli uomini di quella esercitata dalle donne"

    "L'ora del Giudizio finale verrà quando il numero degli uomini diminuirà e aumenterà quello delle donne"

    "Le persone meno numerose fra gli abitanti del paradiso sono le donne"

    "Obbedire alle donne conduce poi al pentimento"

    "Per la donna, gli sforzi a lei richiesti sulla via di Dio consistono nel congiungersi armoniosamente con suo marito"

    "Il migliore dei beni di questo mondo è la donna virtuosa"

    "Vivere soli è garanzia di tranquillità, e con l'ebollizione provocata dalle donne non ci può essere tranquillità"

    "La donna è come la costola: se la raddrizzi, la rompi; e se ne godi, ne godi con la sua torsione"

    "Il miglior rango per gli uomini è il primo, il peggiore è l'ultimo. Per le donne il migliore è l'ultimo e il peggiore è il primo"

    "Questo mondo è uno strumento, ed il suo strumento migliore è la donna devota"

    "Se l'uomo invita la sua donna al proprio letto e lei non ci va, e questi passa la notte restando in collera con lei, gli angeli la maledicono fino al mattino"

    "Se l'uomo chiama sua moglie per il suo bisogno, vada da lui anche se è impegnata al forno"

    "Se avessi ordinato a qualcuno di prosternarsi davanti a qualcun altro, avrei certo ordinato alla donna di prosternarsi davanti a suo marito"

    "Ogni donna che trascorra la notte in modo tale che suo marito sia soddisfatto di lei, entrerà in Paradiso"

    "Non lascio dopo di me seduzione più dannosa per gli uomini della donna"

    "L'Inviato di Dio maledisse gli uomini che imitano le donne e le donne che imitano gli uomini"

    "Verrà un tempo in cui un uomo andrà in giro ad offrire dell'oro senza trovare nessuno che ne prenda; e si vedranno quaranta donne dietro a un solo uomo per avere piacere da lui, per la scarsità di uomini e l'abbondanza delle donne"

    Edited by Purusha - 27/6/2005, 20:09
     
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  13. Purusha
     
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    (tradizione islamica [continua])


    Tradizioni profetiche di ambito sciita:

    Il Messaggero di Allah disse:
    "In verità, le vergini sono come i frutti sugli alberi: se non vengono raccolti quando sono maturi, il sole li guasta e il vento li disperde. Analogamente, quando le vergini iniziano a comprendere ciò che comprendono le donne, per loro non v'è altra cura che il maritarsi, in caso contrario, esse non saranno al sicuro dalla corruzione, poiché anch'esse sono esseri umani"

    Il Messaggero di Allah disse:
    "Vietate agli uomini di astenersi dal prendere moglie e proibite alle donne di rifiutarsi di darsi in moglie, di tenersi lontane dal matrimonio"

    Il Messaggero di Allah disse:
    "Chi fa sposare sua figlia con un uomo corrotto, l'ha abbandonata"

    Il Messaggero di Allah disse:
    "Chi sposa una donna per la sua bellezza, Dio farà di tale bellezza un peso per lui"

    Il Messaggero di Allah disse:
    "Fino a quando la donna non rispetta i diritti del marito non ha rispettato i diritti di Dio"

    L'imam Muhammad al-Bàghir disse:
    "Per la donna, non esiste intercessione migliore, dinanzi al suo Signore, del consenso del proprio marito"

    L'ottavo imam dice:
    L'imam 'Ali disse: "Le vostre migliori donne sono cinque".
    Gli fu chiesto: "O Principe dei Credenti, chi sono queste cinque?"
    Rispose allora: "La donna umile nei confronti del marito; la donna che ha un buon carattere; la donna che è solidale con il marito; la donna che quando il marito è adirato non trova pace fino a quando egli non si placa; la donna che in assenza del marito lo protegge [custodendo i suoi averi, il suo onore e i suoi figli".
    Continuò poi dicendo: "Simili donne sono serve di Dio, e come tali non falliranno mai".

    Il Messaggero di Dio disse:
    "Il jihad della donna consiste nel trattare bene il proprio marito. Per la donna i diritti del marito vengono prima di quelli di qualsiasi altra persona".

    L'imam 'Ali disse:
    "Il Messaggero di Dio vietò alle donne di aodrnarsi per gli altri uomini. Dio, sicuramente, brucerà nel fuoco infernale la donna che si abbellisce per un uomo diverso da suo marito".

    Edited by Purusha - 21/9/2005, 22:07
     
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  14. Purusha
     
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    Integrazioni dalla sunna del profeta Muhammad:

    "Verrà un tempo in cui la rovina dell'uomo dipenderà dalla sua sposa, dai suoi parenti e dai suoi figli: essi gli rinfacceranno la sua povertà e lo caricheranno di ogni sorta di esigenze che non potrà soddisfare, al punto che si caccerà in situazioni che gli faranno smarrire la sua religione e lo condurranno alla sua perdita"

    "Questo mondo è certo piacevole e verdeggiante, e Iddio ve ne ha fatti vicari, ed osserva come agite; temete il mondo e temete le donne, giacché la prima rottura tra i figli di Israele avvenne tra le donne"

    Il Profeta disse:
    "Assemblea di donne, fate elemosine, e ripetete frequentemente la richiesta di perdono, perché io vi ho viste costituire la maggioranza degli abitanti del Fuoco".
    Una di loro chiese: "Perché toccherebbe a noi essere la maggioranza degi abitanti del fuoco?"
    Rispose il Profeta: "Maledite frequentemente, denegate il marito; non ho mai visto, tra chi sia dotato di anima, qualcuno che sia più difettoso d'intelletto e religione di voi".
    "Quale difetto nell'intelletto e nella religione?", replicò quella;
    "La testimonianza di due donne per la testimonianza di un uomo; e poi la donna resta più di tre giorni senza atti rituali [a causa del mestruo, n.d.r.]", rispose.

    L'Inviato di Dio maledisse colei che aggiunge capelli posticci e colei che se li fa aggiungere, colei che fa i tatuaggi e che si fa tatuare.

    "Non è lecito ad una donna che crede in Dio e nell'ultimo giorno compiere un viaggio della durata di un giorno e una notte se non in compagnia di un parente di grado impedente il matrimonio"

    Edited by Purusha - 29/6/2005, 18:28
     
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  15. Purusha
     
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    (tradizione islamica [continua])

    Imam MUHAMMAD AL-GHAZALI (m. 1111), Des vertus du mariage, Alif, Lyon 1997:

    "L'uomo non deve tuttavia scherzare eccessivamente con la propria sposa, né mostrarsi dolce e conciliante piegandosi ai suoi capricci, al punto da corrompere i propri costumi e non ispirare più un timore rispettoso. In siffatta materia, egli deve osservare una giusta misura, senza mai cessare di imporre il rispetto, adirandosi non appena ella si abbandoni ad alcunché di biasimevole. In nessun caso egli deve rendersi complice di ciò che è reprensibile; al contrario, ogniqualvolta constaterà qualcosa che contravvenga alla Legge o all'onore, egli dovrà mostrare la propria contrarietà e disapprovazione. Disse in proposito al-Hasan al-Basri: "Per Dio! Allorché un uomo obbedisce ai capricci di sua moglie, Iddio lo precipita nel Fuoco!".
    'Umar - che Allah sia soddisfatto di lui - era solito dire: "Contraddite le donne, perché opporsi ad esse è una sorta di benedizione". Allo stesso modo, si è potuto dire: "Domandate il loro parere, poi fate il contrario".
    Quanto al Profeta - su di lui la grazia unitiva e la pace di Dio -, ebbe a dire: "Che perisca colui che si rende schiavo di sua moglie!", perché un uomo che asseconda tutti i capricci della sua donna diventa suo schiavo e, di fatto, un uomo smarrito. Iddio lo ha in effetti eletto come signore della sua sposa; se sarà lei a comandarlo, egli inverte l'ordine delle cose e sconvolge le disposizioni divine, in tal modo obbedendo al demonio che ha giurato: "Io li tenterò, ed essi altereranno la creazione di Dio" (Cor. IV, 119).
    Il dovere dello sposo consiste nel guidare la sua sposa, non nel seguirla. Nel nobile Corano, Dio fa degli uomini "coloro che raddrizzano le donne" (Cor. IV, 34), assegnando al marito il titolo di signore e padrone. Ora, un padrone che si trasformi in uomo asservito, non fa che ricambiare con l'ingratitudine un favore divino.
    L'anima della donna è plasmata sul modello della tua anima individuale: tu molli la briglia anche solo per un istante, ed essa farà di testa propria. Ma se tu, al contrario, la stringi con salda mano, trattenendola fermamente laddove coviene, ne sarai allora padrone.
    (...) Riassumendo, è l'equità che mantiene al loro posto il cielo e la terra, e tutto quanto oltrepassa il limite che gli è assegnato, si volge immancabilmente nel suo contrario. Per te sarà dunque necessario seguire la via del giusto mezzo fra contraddizione e consenso, attenendoti alla giustizia per preservarti dai mali che esse possono causarti; perché la perfidia delle donne è considerevole e loro malignità cosa ben risaputa.
    Presso la maggior parte delle donne, non predominano che il cattivo carattere e l'intelligenza limitata; e non è che combinando la dolcezza con l'autorità [N.B.: in questo caso il termine arabo è polisemico, e si può tradurre pure con diplomazia, n.d. Purusha] che si perverrà a moderare queste due inclinazioni.
    (...) L'Inviato di Dio - su di lui la grazia unitiva e la pace di Dio - ha detto: "Giammai una società condotta da una donna conoscerà prosperità".
    Vi è dunque nella donna una parte di meschinità e un'altra di debolezza; alla prima si porrà rimedio per mezzo della diplomazia e d'una certa ruvidezza, alla seconda facendo uso di bontà e misericordia. Medico capace sarà colui che sa dosare il rimedio in funzione della malattia. E' anzituto necessario che il marito faccia esperienza del carattere della sua nuova sposa; quindi la tratterà secondo ciò che esige la sua condizione, in modo da promuovere un miglioramento" (pp. 106-110)

    "I doveri della sposa, non li si potrebbe riassumere meglio che dicendo questo: il matrimonio è una sorta di servitù, al punto che la donna diviene prigioniera del suo sposo. Esse deve dunque obbedirgli totalmente in tutto ciò che egli ordina, almeno fin quando il marito non chieda di trasgredire la Legge. Numerose sono le tradizioni che esaltano la superiorità del marito sulla moglie.
    Il Profeta - su di lui la grazia unitiva e la pace di Dio - ha detto: "La donna che compie le sue cinque adorazioni quotidiane, digiuna nel mese prescritto, preserva la sua virtù e obbedisce a suo marito, entrerà nel Paradiso del suo Signore" - associando con tali parole l'obbedienza al marito ai fondamenti stessi della religione.
    (...) Per riassumere brevemente, ma in modo esaustivo, quel che conviene ad una donna sposata, potremmo qui dire: è necessario che essa rimanga nella parte più ritirata del tetto domestico, occupandosi unicamente dei lavori di casa, senza salire troppo spesso in terrazza né lanciare sguardi frequenti all'esterno. Che essa parli poco con i suoi vicini e non entri in casa loro se non quando strettamente necessario. Essa deve preservare gli interessi del suo sposo in sua assenza, e cercare di soddisfarlo in ogni circostanza. Non deve mai tradirlo, nella sua persona come nei suoi beni. Non uscirà di casa senza il suo permesso, badando a passare inosservata vestendo un abbigliamento modesto. Essa percorrerà strade poco frequentate, invece di attraversare le vie principali e i mercati, preoccupandosi che nessun estraneo oda il suono della sua voce o possa riconoscerla dalla sua sagoma.
    Sua sola preoccupazione sia migliorare la sua condizione e comportarsi correttamente in casa. Se, in assenza di suo marito, un amico di costui si presenta alla porta di casa chiedendo di entrare, ella non deve porgli alcuni domanda né avviare conversazione con lui, dovendo esser gelosa del proprio onore non meno di quello del proprio sposo. Essa darà sempre la precedenza ai diritti di suo marito su quelli propri o della propria famiglia d'origine. Inoltre, testimonierà affetto per i suoi figli e mirerà a proteggerli, trattenendosi dall'insultarli o di rispondere aggressivamente al marito.
    (...) In assenza del proprio marito, la donna deve dar mostra di pietà e riservatezza. Ma in sua presenza, è necessario sia gaia e gioiosa, attenta a tutto ciò che può fargli piacere. Essa non deve mai causargli il minimo male.
    (...) Conviene parimenti che la donna assolva, nella misura del possibile, tutti i lavori domestici" (pp. 146-156)

    Edited by Purusha - 18/7/2005, 16:24
     
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