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Dati e Statistiche sul tema della QM

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  1. Reduan
     
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    Lupus in fabula

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    La questione demografica

    …Si tratta di un argomento molto vasto, a mio avviso di una certa importanza e complessità (nonchè per certi aspetti anche poco "politicamente corretto" ) , per il quale proporre una semplice serie di dati sarebbe probabilmente inutile, senza almeno tentare di proporre al contempo gli "strumenti conoscitivi" per poterli interpretare.
    Ritengo sia necessario, quindi, spendere “qualche parola” in merito.
    L'argomento a mio avviso può essere considerato parzialmente OT oppure no, a seconda dei punti di vista, cosa che lascio ovviamente stabilire a chi legge ; la complessità del tema rende impossibile esaurirlo in poche righe, ma certamente non è il mio scopo (nè mia possibilità).
    Considero però l’argomento molto interessante. Mia intenzione è fornire un quadro dei fatti che, sebbene sintetico e molto schematico, sia il più possibile obiettivo, proponendo esclusivamente i fatti così come sono o almeno così come ci vengono riferiti dai vari autori (chissà se mi riuscirà...) e, al limite, proporre un punto di vista che -corretto o no che sia- comunque esiste.
    Lascio poi a chi volesse farlo, il compito di approfondire personalmente.
    -Preciso inoltre che la presente breve (e modesta) trattazione la si deve unicamente al sottoscritto che se ne assume la piena responsabilità e che comunque eventuali pareri soggettivi che possano trasparire (difficile essere obiettivi al 100%) non intendono qui rappresentare il punto di vista ufficiale dell'associazione Uomini3000 e non è comunque mia volontà affrontare le implicazioni politiche che tale argomento porta con sè; questo sarebbe peraltro decisamente off topic in questo contesto, e lascerei al libero pensiero di ognuno eventuali considerazioni in tal senso.


    La demografia è lo studio dei fenomeni relativi alle popolazioni umane, principalmente dal punto di vista quantitativo, della struttura e dell'evoluzione nel tempo. Gli studi demografici possono riguardare, ad esempio, le caratteristiche della popolazione in base all'età, al sesso, alla professione ecc. i mutamenti dovuti alla natalità, alla fertilità, alla mortalità, ecc. il rapporto tra popolazione e processi sociali, economici, politici ecc.

    Gli studi demografici si svilupparono nel XIX secolo, difficile stabilire con esattezza a chi si devono i primi studi in merito, le prime osservazioni sistematiche sulla popolazione pare furono quelle condotte a Londra da John Graunt, che nel 1662 pubblicò Natural and political Observations made upon the Bills of Mortality (Osservazioni naturalistiche e politiche fatte sui bollettini dei decessi), tuttavia il padre della scienza demografica è quasi unanimamente considerato Thomas Robert Malthus, la cui dottrina aprì la strada ai primi studi sistematici di demografia.

    T. R. Malthus (Rookery, Surrey 1766 - Haileybury, Hertford 1834) visse negli anni a cavallo tra il 1700 e il 1800, pastore anglicano, fu per breve tempo vicario della parrocchia di Albury nel Surrey e quindi insegnò economia politica e storia moderna al College della Compagnia delle Indie Orientali a Haileybury.
    Fu politico ed economista, ma l'opera per cui è maggiormente ricordato e per cui è probabilmente giunto fino a noi è il suo "Saggio sul principio di popolazione" (1798).

    Quale fu il suo messaggio di fondo e su cui si dibatte ancora oggi ? Secondo Malthus, la popolazione tende a crescere in progressione geometrica, (1-2-4-8-16-32), mentre le risorse (alimentari, etc) necessarie per la sua sopravvivenza crescono in progressione aritmetica, (1-2-3-4-5-6), (1) e ogni incremento nella produzione di cibo rispetto alla crescita demografica tende comunque a stimolare un ulteriore aumento del tasso di crescita della popolazione stessa; perciò, quando la popolazione cresce eccessivamente rispetto alle risorse alimentari disponibili, (specie in una società poco tecnologicizzata) intervengono a "ridurla" determinati meccanismi naturali, (i c.d. “freni repressivi”), alcuni dei quali piuttosto spiacevoli (fame, guerre, epidemie).
    In “aiuto “ o in sostituzione di tali meccanismi, gli esseri umani dovrebbero poi mettere in atto determinate azioni preventive (i c.d. “freni preventivi” ).

    Le previsioni di Malthus si sono rivelate per certa parte inesatte in quanto, secondo queste, alcuni degli elementi che oggi permettono alla nostra civiltà di esistere così come la conosciamo sarebbero già dovuti scomparire, e la popolazione mondiale dovrebbe avere ora dimensioni ben maggiori e , anzi, avrebbe già dovuto crollare sotto il suo stesso peso. Secondo diversi studiosi anche molto autorevoli ( es. Stephen Hawking; Carlo Rubbia), però, il tutto sarebbe solo posticipato e il il nucleo centrale del pensiero malthusiano sarebbe sostanzialmente corretto.
    In aiuto degli esseri umani è intervenuta la scienza e la tecnologia, la cui evoluzione Malthus non poteva prevedere; tecnologia che però, come vedremo, si è dimostrata una medaglia a due...anzi, a più facce.



    Immaginiamo quindi un "micropianeta" in tutto simile alla terra ma di dimensioni molto ridotte; a partire dai classici Adamo ed Eva, la popolazione si accrescerebbe nel tempo a ritmi piuttosto elevati. Le risorse del pianeta però sono “finite” (nel senso di limitate: non sono infiniti carbone, legno, ferro, petrolio, acqua potabile, terreno fertile, etc.), così come non è infinita la capacità del pianeta di "rigenerarsi", e fornire sempre nuove risorse.
    Così, se la popolazione del nostro micropianeta dovesse arrivare ad esempio a 100 mila abitanti, si potrebbe forse osservare che le risorse sono ancora bastanti e il pianeta si rigenera ancora in maniera sufficiente.
    In altre parole esso sarebbe ancora in grado di fornire ai suoi abitanti tutto quanto serve per costruire abitazioni, fornire ossigeno e aria respirabile, acqua potabile e tutto quanto serve per sfamarsi, riscaldarsi, vestirsi, muoversi, etc, etc.
    Se la popolazione dovesse continuare ad aumentare, però, secondo Malhtus si arriverà al momento in cui tale "equilibrio" verrà meno e gli abitanti si troveranno in difficoltà appunto per mancanza di risorse.

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    Venendo al pianeta terra, attualmente la popolazione ammonta a circa 6 miliardi di persone: secondo alcuni il pianeta è in grado di ospitare, prima di raggiungere il “punto di rottura”, 9-11 miliardi di individui, quota a cui l'incremento si fermerà naturalmente; tale traguardo verrà raggiunto entro il 2050.
    Secondo altri, invece, già adesso saremmo in troppi e 11 miliardi di individui significherebbe il collasso del pianeta.
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    …Ma, come si è visto, l'umanità è in grado di evolversi scientificamente e tecnologicamente, e questo consentirà agli abitanti del nostro micropianeta di inventare ed utilizzare nuovi materiali e nuove risorse e consentire così la sopravvivenza di un numero maggiore di abitanti.
    Il rovescio della medaglia è che la tecnologia necessaria a provvedere alle necessità di tutti produrrà inquinamento, deteriorando così il pianeta e limitando ulteriormente la sua capacità di rigenerarsi; (di questo si parla nei dibattiti sullo "sviluppo sostenibile" ).
    Inoltre la fiducia riposta nella tecnologia genererebbe fiducia nel futuro e spingerebbe la popolazione ad aumentare ulteriormente.
    Progresso scientifico, tecnologico e sociale, ancora, consentirebbero di ridurre i cd "meccanismi naturali" spiacevoli di cui parlava Malthus, ovvero, come il classico cane che si morde la coda, non più “freni repressivi” quali fame ed epidemie, e conseguente ulteriore crescita della popolazione.
    Cosa potranno fare, quindi, gli abitanti del nostro micropianeta ove si accorgessero che le risorse iniziano a scarseggiare? Il progresso scientifico, tecnologico e sociale tende come detto a scongiurare la fame, le epidemie, le guerre, eccetera, da M. indicati come fattori naturali di “contenimento numerico”. Eppure gli abitanti del pianetino, o meglio i suoi governanti, sempre secondo la dottrina malthusiana, dovrebbero assolutamente inventarsi qualcosa al fine di scongiurare la presunta catastrofe e ricorrere così ai cosiddetti “freni preventivi”.
    Malthus visse nel settecento e chiaramente non ebbe modo di fornire indicazioni precise per ogni situazione ancora a venire, una indicazione generica però la propose, e pensò ad una sorta di “condizionamento culturale” opportunamente studiato, che interagisse in qualche modo sulle naturali pulsioni che spingono i due generi l’uno verso l’altro.
    In qualche modo magari simile, poi, si sarebbe dovuta posticipare l’età media in cui gli abitanti si univano in matrimonio. Questo perché, notava, i figli si fanno prevalentemente all’interno di tale istituzione e se ci si sposa in età più avanzata, per questioni intuibili di tempo materiale e di “orologio biologico”, si sarebbero generati meno figli. (2)

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    Attualmente la popolazione mondiale si aggira sui 6 miliardi di persone, (3)
    all’inizio del 1900 era di un miliardo e 600 milioni; nel secolo scorso, quindi, si è più che triplicata . E' in costante crescita, benchè in un recente "Rapporto sulla popolazione", l'Onu abbia lanciato una sorta di "cessato allarme demografico". Il dibattito è ad oggi tutt’altro che chiuso.
    (...per tentare di capire cosa significa non posso che invitare eventuali interessati a documentarsi personalmente: il discorso porterebbe troppo lontano).
    -Il Vecchio continente (l’Europa), va però precisato, ha caso mai il problema esattamente opposto, con un tasso di fertilità intorno a 1,5 e si stima che perderà un ulteriore 10 per cento della sua popolazione entro il 2050.
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    Gli indici di natalità
    La scienza demografica utilizza alcuni indici, allo scopo di gestire e controllare agevolmente i propri studi e ricerche.
    Immaginiamo nuovamente il nostro micropianeta e una popolazione giunta a 100 mila unità.
    In linea teorica se ad es. ogni anno 2000 bambini nascono e 2000 anziani scompaiono, la popolazione si mantiene numericamente stabile.
    Se però il numero di nuovi nati e di quelli che scompaiono grosso modo non si equivale, la popolazione col tempo aumenterà oppure diminuirà.
    (...nella pratica bisogna però considerare un quantitativo di individui che scomparirà prematuramente (prima della terza età). Per cui il numero di nuovi nati dovrà essere leggermente superiore a 2000, per mantenere stabile la popolazione.
    -Il tasso di mortalità, come è noto, negli ultimi decenni ha registrato un leggero decremento, in quanto la durata media della vita ha registrato un leggero ma progressivo aumento. Tuttavia, da un punto di vista numerico assoluto e quindi dal lato dell'interesse statistico, è un dato relativamente ininfluente; non tale comunque da influire decisivamente sull'incremento della popolazione, e per un punto di vista "schematico-divulgativo" e non "accademico", (quale vuol fornire il presente documento) si può trascurare.

    Da un punto di vista prettamente tecnico si distingue tra tasso di natalità e tasso di fertilità. Entrambi però indicano in modo diverso circa la stessa cosa.
    Il tasso di natalità indica il numero di nuovi nati ogni mille abitanti, nel nostro esempio di cui sopra vi saranno 20 nuovi nati per ogni migliaio di abitanti, per cui il tasso di natalità sarà pari a 20. Si tratta però di un dato utilizzato quasi esclusivamente dagli addetti ai lavori.
    Come si calcola invece l'indice più funzionale e più utilizzato, ovvero il tasso di fertilità ?
    Il numero di donne, come abbiamo visto, in genere è all'incirca uguale a quello degli uomini; quindi quanti figli per donna saranno teoricamente necessari per mantenere il necessario ricambio generazionale ? La risposta è ovviamente 2.
    …Più una piccola percentuale necessaria a compensare le scomparse premature, chi non potrà avere figli, etc.
    Quindi 2,1 che è, ovviamente, una media. Tale numero è chiamato anche tasso di sostituzione o di mantenimento ed indica, come detto, il numero di figli per donna necessario a mantenere stabile la popolazione.
    Un tasso di fertilità che si avvicini a 1, ad esempio, significherebbe la tendenza alla estinzione di quella determinata popolazione, sebbene in tempi relativamente lunghi; così come un tasso di fertilità che si avvicini a 4 significherebbe un eccessivo incremento demografico, sempre secondo la dottrina malthusiana.

    (Nota: generalmente, nell'uso comune è invalsa l'abitudine di confondere i due termini di cui sopra (fertilità e natalità) per cui si tende a indicare con "natalità" quello che invece, tecnicamente, è il tasso di fertilità. La cosa genera confusione, ma non è così importante: se si parla di numeri tipo 20, 50, 70, non potrà che trattarsi del numero di nati per mille abitanti, se si parla di 1,3 - 3- 4, non potrà che essere il tasso di fertilità).


    Malthus oggi: I Neomalthusiani
    Il libro "Saggio sul principio di popolazione" fu pubblicato nel 1798, giunse fino alla sesta edizione e si concluse nel 1830 con “L’esame sommario sul principio di popolazione”. Il saggio rese Malthus universalmente noto, accese polemiche e discussioni negli ambienti scientifici e culturali benché, almeno a quanto è dato sapere, il dibattito rimase prevalentemente confinato ai suddetti ambienti ove è proseguito, tra alti e bassi d’interesse, fino ai giorni nostri.
    Il lungo periodo storico che va dal 1800 all’ultimo dopoguerra trascorre tra vicende e travagli di ogni tipo, numerosi saranno gli eventi poco gradevoli; la gente in genere ha altro a cui pensare.
    Verrà l’ultimo dopoguerra con relativo “baby-boom” (tipico di ogni dopoguerra), e arriverà la fine degli anni 60 che porterà con sé un “vento di filosofica follia”, anni che saranno definiti “di cambiamenti e contraddizioni”, (da www.cronologia.it), calderone e fucina di pensieri ed ideologie, nel ’68, (annus mirabilis ovvero annus horribilis, a seconda dei punti di vista), la dottrina malthusiana conosce nuova notorietà e il dibattito riprende forza e vigore, come vedremo.
    Gli stessi anni vedono tra l’altro la nascita del cd Femminismo contemporaneo, ad opera di Carla Lonzi, Elvira Banotti & C. (1970). A quanto si dirà saranno diverse le “anime” di tale movimento ideologico, culturale e politico, ma a prevalere, almeno per quanto riguarda “ l’esposizione mediatica”, è sicuramente l’ala più dura, quella che propugnerà slogan tipo “col dito col dito orgasmo garantito” , “ogni coito è uno stupro”, che vedrà come soluzione ai problemi femminili l’allontanamento della donna dall’uomo e che identificherà nell’uomo comune e nella maschilità sostanzialmente un nemico da combattere e da abbattere .
    La giornalista Eugenia Roccella, già femminista storica, noterà poi in un suo recente libro, non senza una punta di stupore, quanto furono accolte “in fretta e facilmente” molte delle istanze femministe di quei tempi. (E. Roccella, Dopo il femminismo, Fondazione Ideazione, 2005)

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    In Italia il tasso di fertilità si manterrà saldamente al di sopra del tasso di sostituzione, dal dopoguerra fino a tutti gli anni '60.
    Nel decennio successivo si registrerà un crollo quasi verticale.
    Sarà ancora pari a 2,4 nel 1971 e scenderà a 1,6 nel 1981.
    Calerà ancora fino a 1,3 nel 1991, quota da cui non si muoverà più in modo significativo sino ai giorni nostri.

    (Fonte : Istat, "Italia in cifre 2004" )
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    - Nel 1968 l’italiano Aurelio Peccei, ingegnere e dirigente industriale (Fiat, Olivetti), con altri scienziati e manager fonda il “Club di Roma” (Club of Rome, con sede a Parigi) associazione scientifica e culturale cui aderirono non pochi accademici, intellettuali e manager italiani e stranieri.
    Il gruppo di Peccei commissionerà una ricerca ad uno staff di studiosi del Mit allo scopo di esplorare “…i possibili futuri in base ad una serie di parametri: dalla popolazione ai consumi, all’inquinamento alle risorse”.
    (Sartori-Mazzoleni, “La terra scoppia” – Rizzoli, 2005)
    Dalla ricerca emergerà un quadro non troppo diverso da quello genericamente tracciato da Malthus e verrà nuovamente lanciato l’allarme in tal senso. Lo studio completo sarà poi pubblicato nel libro dal titolo “The limits to growth”, (I limiti della crescita) che in italiano prenderà il titolo “I limiti dello sviluppo”. (Mondadori 1972).
    In quegli anni videro la luce numerosi articoli sulla stampa italiana e straniera e verranno pubblicati alcuni libri, (tra cui segnalo “Malthus” di Poursin e Dupuy, Laterza 1974.)
    In quegli anni pare sia esistito un apposito ministero preposto ad occuparsi della questione, ma che sia stato soppresso quasi immediatamente.

    Il dibattito come presumibile non si spense più e si arriva così ai giorni nostri.
    Nel 2005 il politologo Giovanni Sartori in collaborazione col giornalista Gianni Mazzoleni pubblica la seconda edizione del Libro “La terra scoppia” ( http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/rizzol...nisiti/sartori/ ).

    La personalissima impressione di chi scrive è che il dibattito cui si è assistito e si assiste sia come la punta di un iceberg che ora emerge ora torna sott'acqua. Ma che tuttavia è sempre presente.


    Passi dall’intervista al politologo Giovanni Sartori, neomalthusiano per eccellenza:

    D. Lei pensa quindi che la guerra sia auspicabile ai fini del controllo demografico?
    R. No, affatto, la guerra è un evento spiacevole e non contribuisce in tal senso…dopo ogni guerra c’è sempre il baby-boom che rimpiazza molto velocemente…
    D. Cosa ritiene possa servire in tal senso ?
    R. Bisogna….creare una cultura che riduca la popolazione. …ma da noi no, L’Italia sta abbondantemente sotto 2… noi stiamo a posto.
    http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/rizzol...ideodiretta.htm




    Note

    (1) Da Saggio sul principio della popolazione:
    “…Posto che la popolazione attuale ascenda a 1000 milioni, la razza umana crescerebbe secondo i numeri 1, 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256, e i viveri secondo i numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9. In due secoli la popolazione si troverebbe, rispetto ai viveri, come 256 a 9; in tre secoli, come 4096 a 13; in duemila anni la differenza sarebbe quasi impossibile a calcolarsi. In questa ipotesi non si suppone alcun ostacolo all’incremento dei prodotti della terra. Possono sempre aumentarsi indefinitamente; e, tuttavia, la forza generativa supera talmente la produzione dei viveri che, per mantenerla ad uno stesso livello in modo che la popolazione esistente trovi sempre gli alimenti indispensabili, è necessario che ad ogni momento una legge superiore formi ostacolo ai suoi progressi; che la dura necessità la soggioghi; in una parola, che quello, fra i due princípi contrari, la cui azione è preponderante, sia contenuto entro certi confini.”


    (2) Malthus era un prete e nel '700 propose dapprima, quale possibile “freno preventivo”, di incoraggiare la popolazione alla moralità e quindi alla castità al di fuori del matrimonio, inoltre le coppie avrebbero dovuto sposarsi solo nel momento in cui sarebbero state sicure di poter mantenere agevolmente la prole. Questo le avrebbe indotte a posticipare l’età del matrimonio.
    Egli però, pur ritenendo quella del condizionamento culturale la soluzione teoricamente ideale, la scartò a priori: pensava che un simile procedimento avrebbe richiesto troppo tempo, e inoltre nutriva dei dubbi sulla funzionalità della sua stessa proposta; pensava infatti che le pulsioni sessuali sarebbero state difficili da reprimere con la semplice moralità, egli affermerà infatti che, senza appunto un "valido acculturamento", la passione tra i sessi “resterà allo stato attuale". (…Pessimista).
    Propose quindi una soluzione alternativa: se non era possibile reprimere gli istinti sessuali si rendeva necessario trovare un modo per dar loro sfogo, senza per questo generare nuove nascite. Quello che lui chiamava "il vizio", quindi, sarebbe stata la soluzione: far si che le pulsioni sessuali potessero sfogarsi facilmente al di fuori di regolari e canoniche (e stabili) unioni di coppia. Era necessario, quindi, procurare "adeguati mezzi" in tal senso.


    (3) Secondo il POPclock dell' U.S. Census Bureau la popolazione mondiale ammonta oggi a quasi 6 miliardi e mezzo di persone.



    Dati

    numero medio di figli per donna

    1961…………….. 2,4
    1971…………….. 2,4
    1981…………….. 1,6
    1991…………….. 1,3
    2001……………… 1,2
    2003*……………. 1,3
    2010**………….. 1,4

    *stima
    ** previsione
    (Fonte : Istat, "Italia in cifre 2004" )


    (Media europea, stima 2004: 1,5 -Fonte eurostat)



    età media della madre al primo parto
    1961……….. 25,7
    1971……….. 25,1
    1981……….. 25,2
    1991……….. 27,1
    1996……….. 28,2
    2001*………. 28,1
    2010**……. 30,8

    *stima
    **previsione
    (Fonte : Istat, "Italia in cifre 2004" )






    Risorse Web
    http://www.anisn.it/scienza/evoluzione/malthus.htm
    http://small.blog.kataweb.it/small/2005/07...rettivi_na.html

    -------------
    http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/rizzol...rtori/index.htm


    http://www.acton.org/ital/ppolicy/environm.../2003/gwn9.html


    http://www.bios.bologna.it/Relazioni/Demog.../Rel_000001.htm


    --
    http://www.peradam.it/peo/ipercorso/global...demografica.htm


    http://www.ipsnotizie.it/nota.php?idnews=482


    -------------
    Eugenia Roccella

    http://www.essereliberi.it/modules.php?nam...ead&order=0

    -------------
    http://demo.istat.it/

    http://epp.eurostat.cec.eu.int/portal/page...;_schema=PORTAL]Erostat[/URL]

    Vario interesse

    http://www.difrontealfuturo.net/index.htm

    http://www.cespas.org/archivio-newsletter.php

    Edited by Reduan - 12/6/2006, 01:32
     
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20 replies since 16/11/2005, 23:07   2372 views
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