Megan Fox «gli uomini hanno paura della vagina»

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  1. doctor doctor
     
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    Forse crede che gli attori del film rappresentino gli uomini della vita quotidiana.
    Ci sono uomini che hanno paura della vagina ma è una paura completamente diversa da quella descritta dalla nostra attrice.
    La vagina avrà anche un potere ma quando non funziona spesso le donne che fanno tali dichiarazioni risultano monche, assolutamente non in grado di comandare alcunché a meno che non possiedano altri tipi di risorse
     
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  2. Grifone_verace
     
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    CITAZIONE (doctor doctor @ 19/9/2009, 18:57)
    Forse crede che gli attori del film rappresentino gli uomini della vita quotidiana.
    Ci sono uomini che hanno paura della vagina ma è una paura completamente diversa da quella descritta dalla nostra attrice.
    La vagina avrà anche un potere ma quando non funziona spesso le donne che fanno tali dichiarazioni risultano monche, assolutamente non in grado di comandare alcunché a meno che non possiedano altri tipi di risorse

    Concordo, le parole della Fox non hanno alcun fondamento...
     
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  3. TMan075
     
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    Buondì... ho letto l'affermazione della Fox...
    Direi che è solo una montata e basta. Il potere rinc...sce le donne molto piu degli uomini. Questi ultimi hanno sempre grandi punti di vantaggio su autocontrollo e discplina.
    "Chi ha la vulva nel rapporto vince" Per me non è vero se non nel caso in cui gli uomini italiani (zerbinati come sono) per un pelo di f..a perdano la loro dignità. Se le donne italiane fossero messe di fronte alla realtà, e cioè che il mondo è pieno di altre donne motlo più umili, cambiereberro atteggiamento. Con l'avvento del '68 c'è stata la rovina dei rapporti e della società(grazie signori/re del 68 che ci avete resi schiavi). La moralità non è una cosa borghese da abbattere ma è uno scudo per eviatre questi problemi. Prima della f..a c'è sempre qualcosa di piu utile: altrimenti se si pone sull'altare degli idoli la donna questa diverrà dittatrice. Megane fox è una delle tante. Il brutto è che le donne non avendo discplina(poichè l'uomo noin gliela insegna più) a 35 anni perdono il loro potere(perhcè la donna invecchia prima dell'uomo) e sono fottute. Ma oramai è tardi e si rassegano a restare col primo venuto...
     
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  4. Grifone_verace
     
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    CITAZIONE (TMan075 @ 19/9/2009, 19:43)
    Buondì... ho letto l'affermazione della Fox...
    Direi che è solo una montata e basta. Il potere rinc...sce le donne molto piu degli uomini. Questi ultimi hanno sempre grandi punti di vantaggio su autocontrollo e discplina.
    "Chi ha la vulva nel rapporto vince" Per me non è vero se non nel caso in cui gli uomini italiani (zerbinati come sono) per un pelo di f..a perdano la loro dignità. Se le donne italiane fossero messe di fronte alla realtà, e cioè che il mondo è pieno di altre donne motlo più umili, cambiereberro atteggiamento. Con l'avvento del '68 c'è stata la rovina dei rapporti e della società(grazie signori/re del 68 che ci avete resi schiavi). La moralità non è una cosa borghese da abbattere ma è uno scudo per eviatre questi problemi. Prima della f..a c'è sempre qualcosa di piu utile: altrimenti se si pone sull'altare degli idoli la donna questa diverrà dittatrice. Megane fox è una delle tante. Il brutto è che le donne non avendo discplina(poichè l'uomo noin gliela insegna più) a 35 anni perdono il loro potere(perhcè la donna invecchia prima dell'uomo) e sono fottute. Ma oramai è tardi e si rassegano a restare col primo venuto...

    Buondì anche a te. Il 68 ha fatto il suo corso e ha mostrato i suoi veri effetti. I politici ex sessantottini non sanno neanche articolare frasi più stupide. A me risulta che lo stanno demonizzando come causa di tutti i mali, altro che conquiste sudate come le chiama qualcuno...
     
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  5. Grifone_verace
     
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    Ed ecco a voi un altro maschietto-pentito, solo che stavolta mi fa vomitare il suo discorso della "debolezza" degli uomini...
    Se avete mangiato, vi consiglio di non leggere


    RIPENSARE L'IDENTITA' MASCHILE

    Consorzio Aetna Net
    17.09.09

    FILOSOFIA: RIPENSARE L'IDENTITA' MASCHILE: FRAGILITA' E DEBOLEZZA DEGLI UOMINI
    Uomini: fragilità e debolezza
    di Massimo M. Greco

    Converrebbe anche ai maschi cominciare a mettere in discussione la propria identità (Non ti preoccpuare, ci hanno già pensato le femministe). Alcuni hanno cominciato a farlo, sull’esempio delle femministe(Appunto, i maschietti-pentiti), mediante l’autocoscienza di gruppo e l’approccio autobiografico. Un resoconto in prima persona delle difficoltà incontrate quando i maschi cercano di parlare di se stessi.

    “Sei amato solo dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza”, Theodor W. Adorno.(COSA????? NON HAI CAPITO NULLA DELLA VITA!!!!! SE TI MOSTRI DEBOLE SENZA REAGIRE, TI SCHIACCIANO!!!)

    Scrivo sui generi partendo da me stesso, dai vissuti con uomini e donne importanti nella formazione delle mie intenzionalità. Cercherò anche di seguire il consiglio di Robert Musil in L’uomo senza qualità: “Quei pensieri che fanno giganteschi passi sui trampoli e toccano l’esperienza solo con minuscole suole, destano a maggior ragione il sospetto di illegittimità”.

    Autobiografie maschili

    Le mie considerazioni nascono dal confronto con donne e uomini che hanno messo a tema la decostruzione dei significati che la tradizione attribuisce al maschile e al femminile(E infatti, guarda in che schifo di società ci troviamo...). Su questi argomenti ho lavorato su di me, con gli altri e con le altre, soprattutto mediante l’autocoscienza di gruppo e l’approccio autobiografico. La prima è una pratica che deriva dal femminismo e prevede la condivisione e il confronto in gruppo a partire da sé e dal proprio vissuto. Il secondo si rifà all’approccio autobiografico come metodologia di autoformazione: la scrittura di sé, individuale ma condivisa in gruppo, è orientata in questo ambito alla riflessione sui generi.

    Negli ultimi decenni è diventata sempre più urgente la richiesta femminile di una decostruzione del modello maschile tradizionale(forse in occidente, non di certo in altre parti), per lasciare spazio agli altri modi d’essere nel mondo(Quali sarebbero questi altri modi). Questo genera in me ansie e resistenze: la costruzione della mia persona come “genere maschile” non è stata completata, oppure è stata ridotta a rovina, oppure abito il genere maschile come fosse rudere (sono di Roma…), oppure sono come quelle ville sull’Appia Antica costruite con il gusto della commistione fra architetture antiche e moderne. Comunque sia, come si sosterrà questa struttura se leverò quella colonna antica, ereditata dai miei padri, che sembra reggere (così mi hanno convinto educazione, modelli e censure) l’integrità della mia persona?(non si sosterrà infatti)

    Le dimensioni della violenza

    Sul tema della violenza maschile contro le donne, insieme ad altri uomini, da soli e in gruppo, abbiamo preso posizione e ci siamo confrontati (vedi box), partendo dall’idea che il problema della violenza non riguardasse figure devianti, ma uomini che si muovono all’interno di categorie del maschile generalmente condivise. (e la violenza femminile invece cosa riguarda?)

    Mi preme ora non tanto riportare le proposte emerse da queste iniziative, quanto una perplessità che sento nel constatare come, nonostante le attività avviate, ancora non si veda un coinvolgimento maschile forte, una messa in gioco di energie tali da avviare un processo di vera trasformazione. Avverto insomma una resistenza maschile, nella coscienza e nelle emozioni, che sabota in me un maggiore impegno e in altri la disponibilità all’ascolto.(Perchè evidentemente gli uomini veri sanno di che pasta è fatto il femminismo che tanto osanni, caro massimo...)

    “Violenza degli uomini contro le donne” evoca gravi abusi ma anche piccole prevaricazioni e di questi diversi ordini logici bisogna tenere conto, per non calibrare le proposte di cambiamento solo sugli stati d’eccezione. E’ necessario poi riflettere anche sugli atteggiamenti che, come uomini, possiamo più o meno consapevolmente assumere verso il non-maschile, ovvero verso quelle condizioni in cui è proprio un maschio a compiere l’apostasia della religione tradizionale maschile, nei comportamenti (l’omosessuale, l’effeminato) o addirittura nel corpo (il travestito, il transessuale).

    Quindi, la violenza si realizzerà in una dimensione materiale o immateriale: ad essere violata potrebbe essere l’integrità dell’altrui corpo, ma anche il suo campo d’autodeterminazione e libertà. Corpo, linguaggio, politica, prassi, cultura, spazi leciti e non leciti: le dimensioni dove rintracciare la mancanza di equità sono molteplici e intrecciate.

    L’immobilità identitaria

    Chiamati a interrogarsi sulle radici della violenza, alcuni uomini ne individuano il fondamento nella tradizione culturale, altri nel corredo biologico, altri ancora si tengono in equilibrio fra natura e cultura. Tutti quanti corriamo così il rischio di irrigidirci in un’immutabilità identitaria: testimoniamo senza accorgercene un’impotenza irriflessiva e non cogliamo l’opportunità di un apprendimento trasformativo. (no comment...)

    Così, invece di stimolare un ripensamento, il discorso sulla violenza maschile diventa il solo ambito entro il quale come maschi riusciamo a fare ammenda. Quando però si cominciano a mettere in discussione le strutture profonde che stanno dietro la violenza, cade il senso di approvazione, autorevolezza e persino legittimazione politica da parte di non pochi uomini. (E' il potere che genera la violenza. Noi uomini non ce lo abbiamo di certo, ora come ora)
    C
    ome osserva Stefano Ciccone in Oltre la miseria del maschile: “Un uomo che sceglie di investire nella riflessione sulla propria identità sessuata appare ancora oggi, soprattutto nel nostro Paese, un po’ strano, mentre se questa scelta è dettata da una presa di responsabilità nei confronti della violenza o dell’oppressione verso le donne, la sua autorevolezza e la sua virilità ne vengono incrinate”. Partecipare a un gruppo d’autocoscienza insomma sull’identità maschile vorrebbe dire apparire nel senso comune non-proprio-uomo. A nostro parere invece, biasimare la violenza senza mettere in discussione l’identità maschile non può bastare (quindi, che dobbiamo fare? Dobbiamo diventare degli effemminati?)

    Riconoscersi oppressi

    La richiesta delle donne di ripensare i ruoli è vista come unilaterale, senza coglierne l’aspetto di reciproca opportunità (opportunità? Mi viene il vomito solo a leggere queste cose...ma ti sei fatto almeno un giro in Svezia?)

    Neghiamo così a noi stessi la possibilità di riconoscerci come oppressi, esiti di una pedagogia del maschile che ci costruisce con violenza morale e fisica. Abbiamo infatti imparato perfino a incorporare i presupposti del maschile tradizionale, cioè a costruire il nostro corpo e le sue relazioni con il mondo in maniera tale che non fossero espressione di esperienze ed emozioni, ma solo strumenti.

    Ci appelliamo alla Natura, ma forse difendiamo solo la nostra sicurezza psicologica e l’omertà delle emozioni, quando pensiamo che l’uomo vero non piange, non sente la stanchezza, controlla il suo eros ed è impenetrabile alle emozioni come una macchina da guerra.

    In realtà, ciò che questi dispositivi culturali difendono, e quindi confermano, è una precarietà e un’insicurezza nell’essere corpo maschile(fonti?). Anche quando siamo politicamente corretti, ci riserviamo spazi e comportamenti dove approfittare dei privilegi ereditati, per sfuggire a quel senso di incompletezza che, se pure attiene alla condizione umana, si articola in modo peculiare quando la si sperimenta dal punto di vista maschile.

    La sacralità della Tradizione

    Alcune volte una sensazione implicitamente mistica mi anima quando sono sulla difensiva su certi argomenti che riguardano il maschile. Difendo una tradizione che non può essere messa in discussione, e che vivo in modo rassicurante come un fluire metafisico e archetipico perché riferito ad un Uomo come è stato e come sarà sempre. Trascendente e non verificabile, questo tabù è capace di sedare le angosce della libertà, dell’autodeterminazione, del cambiamento e della conseguente assunzione di rischio.

    Sto leggendo Adorno e con la spericolatezza del dilettante lo introduco nel discorso. In Minima moralia l’esponente della Scuola di Francoforte individuava lucidamente una delle contraddizioni della società del Novecento: con la scusa di una natura indeformata, “là dove finge di essere umana, la società maschile educa nelle donne il proprio correttivo e rivela, attraverso questa limitazione, il suo volto di padrone spietato (adesso potrai renderti conto di come sia il ptere femminile)”, tornando così “a rigettare la dedizione femminile nella situazione della vittima sacrificale da cui ha liberato le donne”. Donna e uomo perdono così non solo “la possibilità oggettiva” ma anche “l’attitudine soggettiva” alla realizzazione di sé e al raggiungimento del piacere, che “appartiene solo al regno della libertà”. Quella reciproca “dedizione illimitata di sé” di cui parla Adorno, alla base del piacere, è ostacolata tanto nella donna, quando è oppressa, quanto nel maschio, quando opprime, e viceversa.

    Perché la donna viene usata ancora oggi come vittima sacrificale dell’uomo? Quale è il sacrum facere nelle relazioni fra uomini e donne? Cosa c’è di sacro, maledetto e benedetto insieme, nei generi sessuati?

    Non so trovare risposte, ma mi domando quanto la violenza prevaricatrice maschile sia inevitabile e costitutiva del sacro. Dietro potrebbe esserci un irrigidimento, una difesa, una paura del singolo, ma anche uno strumento politico per ottenere, in nome della salvaguardia del sacro, l’indiscutibile e conveniente statuto d’essere difensori d’una qualche verità, in questo caso della supremazia dell’Uomo sulla Donna.

    Il sacro è stato da sempre colonizzato da poteri che ne hanno usurpato il nome, che si sono autocertificati come unici garanti dell’esperienza religiosa caratterizzandola con simboli, codici e finalità moralisti, obbligati e indiscutibili. Contro la violenza di questi poteri, anche nell’ambito delle relazioni fra i generi alcune voci chiedono l’abolizione del sacro , come se il sacro appartenesse in sé ed esclusivamente ad una civiltà da cambiare. Individuo anch’io l’artificiosità di molte fabbricazioni culturali attorno all’esperienza del sacro, ma pongo alla base della mia ricerca l’idea che il sacro non sia un attributo di qualcosa di esterno a noi, ma un’emozione interiore individuale, quand’anche raccontabile e condivisibile. Esso entra in gioco quando si vuole proteggere qualcosa a cui si attribuisce grande valore, carattere di fondatività e estrema fragilità, in questo caso l’idea tradizionale del maschile. Allora l’interrogativo diventa come conservare la libertà di emozionarsi sacralmente senza procedere violentando la libertà dell’Altro, e con quali pratiche di libertà esprimere di volta in volta armonia e conflitto, predominanza e arrendevolezza, talento e incapacità.

    http://www.aetnanet.org/catania-scuola-notizie-17670.html

    INSOMMA, TI AUGURO VIVAMENTE DI AVER A CHE FARE CON UNA STRONZA, MA TALMENTE STRONZA, CHE TI FA RIMANGIARE L'ANIMA.
     
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  6. TMan075
     
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    Scusa Grifone_verace... non ho capito se approvi o no quello che ho detto... porta pazienza :huh:
     
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  7. Grifone_verace
     
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    CITAZIONE (TMan075 @ 19/9/2009, 20:30)
    Scusa Grifone_verace... non ho capito se approvi o no quello che ho detto... porta pazienza :huh:

    Ovvio che lo approvo, io odio il 68 e i suoi derivati, per fortuna molti si rendono conto che sia uno schifo
     
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  8. TMan075
     
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    E' dannatamente vero... per avere 4 voti in più perdono la propria identità maschile e fanno entrare i fuori di testa ... pazzesco.
    Comunque le donne degli altri paesi sono più "vere": in America ad esempio la prepotenza femminile è ben più bassa della nostra e le femine corrono dietro i maschi.. anzi da quelle parti forse è l'uomo che è un po "st...zo"...
     
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  9. Grifone_verace
     
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    CITAZIONE (TMan075 @ 19/9/2009, 20:37)
    E' dannatamente vero... per avere 4 voti in più perdono la propria identità maschile e fanno entrare i fuori di testa ... pazzesco.
    Comunque le donne degli altri paesi sono più "vere": in America ad esempio la prepotenza femminile è ben più bassa della nostra e le femine corrono dietro i maschi.. anzi da quelle parti forse è l'uomo che è un po "st...zo"...

    L'uomo è un po stxxxzo? Mah, a me non risulta...anzi lì c'è abbastanza armonia...
    Però anche il Brasile ha le sue pecche, a cominciare dalle nuove leggi che penalizzano i turisti italiani (nate però, giustamente, contro la pedofilia , ma gli italiani mi risulta siano penalizzati, guarda cosa ha dovuto passare quell'imprenditore)
     
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  10. silverback
     
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    CITAZIONE (TMan075 @ 19/9/2009, 20:37)
    in America ad esempio la prepotenza femminile è ben più bassa della nostra

    Scusa, ma questo chi te l'ha detto?
    A me risulta il contrario.
    CITAZIONE
    e le femine corrono dietro i maschi..

    Leggende metropolitane.
    Il mondo alla rovescia non esiste.
     
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  11. Grifone_verace
     
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    CITAZIONE (silverback @ 19/9/2009, 20:52)
    CITAZIONE (TMan075 @ 19/9/2009, 20:37)
    in America ad esempio la prepotenza femminile è ben più bassa della nostra

    Scusa, ma questo chi te l'ha detto?
    A me risulta il contrario.
    CITAZIONE
    e le femine corrono dietro i maschi..

    Leggende metropolitane.
    Il mondo alla rovescia non esiste.

    Forse intendeva l'america latina
     
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  12. TMan075
     
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    "CITAZIONE (TMan075 @ 19/9/2009, 20:37)
    in America ad esempio la prepotenza femminile è ben più bassa della nostra

    Scusa, ma questo chi te l'ha detto?
    A me risulta il contrario."


    Me lo hanno detto quelli che sono la. Io sono stato in America ed ho parecchi amici/che.
    I regalini e la cavalleria la non esistono...
    Pensa che all'estereo quando si fa una barzelletta del tipo "C'è un italiano, un americano, un russo...) l'italiano fa la parte del gay... pazzesco ma vero.
    Qui siamo "molli". La virilità è stata distrutta perchè le madri hanno insegnato ai figli ad essere "dei bravi bambini" e la "figura del padre" e scomparsa.
    Risultato: uomini che a 30 anni non sanno essere virili e le donne che di femminile hanno solo l'utero ma non si adoperano ad essere qualcosa di più.
    Fidati... all'estero le donne le trattano male. Qua le abbiamo viziate. Troppo. In Sud Africa...Londra... New York le donne italiane le riconoscono per chè sono quelle più truccate e quelle che la tirano di piu e li... sono sole!
    Ho un amica in Arizona... lo conosciuta parlando del piu e del meno e il suo sorriso è spettacolare. Sono piu "umane"... tutto qua... Sono le nostre che sono alla rovescia!
     
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  13. silverback
     
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    CITAZIONE (TMan075 @ 19/9/2009, 21:01)
    Me lo hanno detto quelli che sono la. Io sono stato in America ed ho parecchi amici/che.
    I regalini e la cavalleria la non esistono...
    Pensa che all'estereo quando si fa una barzelletta del tipo "C'è un italinao, un americano, un russo...) l'italiano fa la parte del gay... pazzesco ma vero.
    Qui siamo "molli". LA virilità è stata distrutta perchè le madri hanno insegnato ai figli ad essere "dei bravi bambini" e la "figura del padre" e scomparsa.
    Risultato: uomini che a 30 anni non sanno essere virili e le donne che di femminile hanno solo l'utero ma non si adoperano ad essere qualcosa di più.
    Fidati... all'estero le donne le trattano male. Qua le abbiamo viziate. Troppo. In Sud Africa...Londra... New York le donne italiane le riconoscono per chè sono quelle più truccate e quelle che la tirano di piu e li... sono sole!
    Ho un amica in Arizona... lo conosciuta parlando del piu e del meno e il suo sorriso è spettacolare. E sono piu "umane"... tutto qua...

    Tanto per fare un esempio: ma tu lo sai che numerosi studi condotti negli USA dimostrano che la violenza domestica femminile è pari, se non superiore, a quella maschile?
    E lo sai che negli USA sono concentrati il 76% dei serial killer di sesso femminile?

    Riguardo alla presunta iniziativa femminile, conosco uomini che hanno vissuto e lavorato in quei luoghi, e la realtà che mi hanno descritto è ben diversa da quella che riporti tu.
    Ripeto: si tratta solo di leggende metropolitane.
    Non esiste Paese al mondo dove le donne vanno realmente a caccia di uomini.

    Edited by silverback - 19/9/2009, 21:12
     
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  14. Grifone_verace
     
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    Un'altra perla di un sito di nome feminoska:

    di Feminoska

    Strana, la comunicazione tra uomo e donna in campo sessuale: ricorda un po’ un viaggio nel mondo di Alice, dove tutto NON E’ come sembra.

    Come qualsiasi donna sulla faccia della terra, ho dovuto affrontare queste incomprensioni con diversi esponenti dell’altro sesso svariate volte, per fortuna senza gravi conseguenze … Ma non sempre va a finire così.

    Pare che insomma, l’idea maschile a riguardo sia questa: in ogni donna si nasconde una ninfomane assatanata, avida di uccelli, sperma, voraci fellatio (tranquilla , sappiamo che esiste ancora l'opposta) . La sua educazione morale però, le regole della gentil donzella, le impediscono di dare libero sfogo a questa sua insopprimibile necessità: e qui ci viene in soccorso il nostro eroe che, con la sua verga fiammeggiante, si immola in tale strenuo compito con tutto sé stesso!

    Ci sono uomini che decidono di venirti dentro, pur sapendo che non prendi la pillola: e quando inorridita e incazzata nera gli dici di portarti a comprare la pillola del giorno dopo ti rispondono: “secondo me la fai troppo grossa, figurati se sei incinta!” (…figurati… i bambini li porta la cicogna) (Cosa? Molti uomini ormai conoscono a memoria cosa siano i contraccettivi)

    Ci sono uomini che si eccitano a vedere una soubrette tettona che esegue manovre orrende e impacciate sui poveri resti di un animale morto, scena davvero disgustosa, né divertente né tantomeno eccitante.Altri che vedono fallico ovunque (un po’ come i tori quando si dice che “vedono rosso”), si beano nello spruzzare ogni tipo di liquido in faccia e/o in bocca a una donna (dallo sperma alle bibite), anche se a lei il loro santo liquido viscido, appiccicoso e dal gusto per nulla assimilabile a goduriosa panna o cioccolato, non garba per nulla.

    Poi ci sono uomini che vogliono il pompino garantito, salvo che a loro leccartela fa schifo (!), non si sa perché invece il loro uccello dovrebbe figurare sulla lista di un gourmet. (A noi leccare la passera fa schifo? Ma in che pianeta vive? Noi lo sappiamo bene che il modo migliore per dare orgasmo alla donna è il clitoride, eh)
    Ci sono uomini, e sono i peggiori, che vedono in ogni “no!” Il sì mascherato da no dalla femmina insaziabile ma beneducata dalla onnipresente cultura patriarcale che ci vuole tutte “sante e puttane( Aveva ragione guit: se dai retta a quello che dice una donna, non la conoscerai mai)
    Quando all’Università ho seguito gli odiati corsi di linguistica e fonetica, ho imparato diverse cose a riguardo del linguaggio: ad esempio, che le parole sono solo una parte del linguaggio, che si compone di inflessioni, espressioni corporee e del viso, intonazioni, di significante e significato.

    Credo sia abbastanza semplice, guardando una persona e le sue movenze distinguere un no! Deciso, da un no? Interrogativo, ad un no… dubbioso o ironico… no? Se non si hanno capacità di comunicazione adeguate però, vige la regola seguente: no vuol dire no. Semplice, chiaro, limpido. (Una donna semplice , chiara, limpida? E' più facile vincere al superenalotto)

    Allora mi chiedo PERCHE’? Perché, se dico “non mi piacciono i rapporti anali”, appena giro il mio didietro subito il lui di turno, fingendo un errore topografico o con ostentata disinvoltura, cerca di piazzarmelo proprio lì ove non mi va?Oppure perché, se lui sa che non mi piace il suo bibitone autoprodotto, me ne deve esaltare le virtù salutistiche (stile enervit protein, lo sai che è pieno di proteine? Cavoli, ma allora mettiamo su una produzione industriale, abbiamo trovato l’uovo di colombo!)? O infilarmi il suo uccello in bocca come se dovesse farmi una gastroscopia, o cercare di riempirmi in ogni modo tutti i buchi di mia dotazione, perché “di più è sempre meglio”… che alla fine mi pare di essere un tacchino nel giorno del ringraziamento!!!

    Un po’ scherzo, non tutti gli uomini per fortuna sono così (Bella scoperta...). Ad alcuni leccarla piace tanto (a moltissimi veramente, oppure solo io conosco tutti amici secondo lei "eccezionali"?. altri si prodigano in virtuosismi non da poco, chiedendo sempre quali sono i gusti della lei di turno, ascoltando le sue parole, ma anche il modo in cui le stesse sono dette, con il tono e l’inflessione della voce, con i gesti.Altri invece, uomini pericolosi, si difendono proprio dicendo così: “lei ha detto no, ma in verità era un si”.

    Come il caso presentato dal libro Stupro, di Joanna Bourke, che racconta di una donna americana che fu violentata da alcuni colleghi del marito che li aveva convinti che lei era una di quelle donne ”pervertite” che amava il sesso di gruppo e si eccitava con fantasie di stupro, per cui i suoi no volevano dire si. Si introdussero perciò in casa sua, mentre dormiva con il figlio, la trascinarono in camera e la stuprarono a turno sotto gli occhi del marito, nonostante le sue grida e i suoi tentativi di difendersi.

    Al processo, gli avvocati degli imputati basarono la linea difensiva proprio adducendo come attenuante l’erronea convinzione dei tre di non fare nulla di male: ma, cito dal libro “quando il caso arrivò in tribunale, il giudice spiegò alla giuria che per emettere una sentenza di colpevolezza dovevano essere certi non solo che gli imputati fossero convinti che lei fosse consenziente, ma che questa convinzione era ragionevole. Se un uomo “ragionevole” avesse rivolto la sua mente e i suoi pensieri alla questione avrebbe concluso che le grida e la resistenza della donna segnalavano la mancanza di consenso, oppure avrebbe creduto all’affermazione del marito secondo cui tale esistenza per lei era l’unico modo di “scaldarsi”?” (vorrei leggerlo quel libro)

    In quel caso la giuria li condannò per stupro, e il marito per favoreggiamento e istigazione allo stupro.Tutto bene? Mica tanto.Penso agli innumerevoli casi che si verificano quasi quotidianamente nel nostro paese, dove ragazze e donne di ogni età, razza, preferenza sessuale vengono stuprate e poi umiliate dalla nostra cultura machista che le incolpa di vestirsi come più piace, di comportarsi in maniera sfacciata, di essere “drogate” o “ubriache” – che per la donna aumenta la responsabilità dello stupro, mentre per l’uomo funge da attenuante: lei era “sbronza” perciò colpevole di esporsi maggiormente ai rischi, lui era “sbronzo” perciò meno consapevole delle sue azioni - e infine, come ultima spiaggia, che si, lei diceva no “ma si vedeva che era si” , allora mi chiedo: perché è sempre colpa della donna che manda messaggi sbagliati, e mai dell’uomo che non li comprende o non li vuole comprendere? (Ma , perchè, ti risulta che i messaggi delle donne siano comprensibili?)
    Dobbiamo imparare tutt* la chiarezza: il no deve essere no, e il sì inequivocabilmente si… ma nel frattempo, dal momento che il no detto per difendere l’onore, posto che sia mai esistito (e di ciò dubito fortemente) non mi pare appartenere più ai nostri tempi, sono ancora più desiderosa di vedere un uomo pagare per quella supposta “incomprensione”.

    Se un uomo non capisce, è sua responsabilità (per le donne, invece, solo diritti...). E se il suo stato di incapacità di intendere lo ha messo in quella situazione peggio per lui… sbaglio o lo stato di ubriachezza è un aggravante in caso di incidente? Tu, stupratore, non avevi capito, eri “sbronzo”, in uno stato mentale alterato? Allora,inizia a guardare lucidamente il mondo da dietro le sbarre, e nel frattempo frequenta un corso che ti insegni a capire che nell’intimità un “no” è sempre un “no”! (Vero, peccato che se lo fa un uomo è automaticamente omosex)

    CITAZIONE (TMan075 @ 19/9/2009, 21:03)
    "CITAZIONE (TMan075 @ 19/9/2009, 20:37)
    in America ad esempio la prepotenza femminile è ben più bassa della nostra

    Scusa, ma questo chi te l'ha detto?
    A me risulta il contrario."


    Me lo hanno detto quelli che sono la. Io sono stato in America ed ho parecchi amici/che.
    I regalini e la cavalleria la non esistono...
    Pensa che all'estereo quando si fa una barzelletta del tipo "C'è un italiano, un americano, un russo...) l'italiano fa la parte del gay... pazzesco ma vero.
    Qui siamo "molli". La virilità è stata distrutta perchè le madri hanno insegnato ai figli ad essere "dei bravi bambini" e la "figura del padre" e scomparsa.
    Risultato: uomini che a 30 anni non sanno essere virili e le donne che di femminile hanno solo l'utero ma non si adoperano ad essere qualcosa di più.
    Fidati... all'estero le donne le trattano male. Qua le abbiamo viziate. Troppo. In Sud Africa...Londra... New York le donne italiane le riconoscono per chè sono quelle più truccate e quelle che la tirano di piu e li... sono sole!
    Ho un amica in Arizona... lo conosciuta parlando del piu e del meno e il suo sorriso è spettacolare. Sono piu "umane"... tutto qua... Sono le nostre che sono alla rovescia!

    Tman, l'arizona e quelle zone lì, sono influenzate dalle culture latinoamericane. Le zone del nord america, purtroppo, sono come ha detto silverbaclk.
     
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  15. digilando
     
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    CITAZIONE (TMan075 @ 19/9/2009, 21:03)
    Me lo hanno detto quelli che sono la. Io sono stato in America ed ho parecchi amici/che.

    E che vuoi che ti dicono gli americani, che si fanno tenere per le palle dalle donne?
    E le donne cosa vuoi che ti dicono, che si è vero, che il potere ce l'hanno tutto loro?
    'nnamo bene.... :-------:
     
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220 replies since 19/9/2009, 11:51   6487 views
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