SULL'IMPOSSIBILITA' DI RISOLVERE LA QM

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    Lupus in fabula

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    Ali,
    ma se le cose stanno unicamente in questi termini, se la natura spinge inesorabilmente la donna verso il maschio meglio rifornito di risorse (in primo luogo economiche, nell'assetto delle società contemporanee), è cosa vana macinare piagnistei, e tutti noi maschietti dobbiamo accettarne il dato di fatto con tutto ciò che ne consegue.
    Inutile, infantile e sciocco, quindi, che noi maschietti ci si lamenti se le donne non si donano a uomini intelligenti, colti, sensibili ma a corto di corposi beni materiali.

    Le premesse di Alitaki secondo me sono abbastanza corrette.
    Ma come dicono molti, l'umanità non è in bianco e nero, ma a colori, ed una eccessiva schematizzazione porta fuori strada.
    Sui cd "maschi alpha" secondo me si potrebbe scrivere un libro e cmq non si esaurirebbe il discorso.
    Ma intanto va fatto notare che il fenomeno non si esplica a livello cosciente, ma a livello inconscio, quindi i parametri su cui discutere cambiano.
    Non troverai mai una donna che ammetta di seguire quella regola (dei maschi alpha). E per me nella stragrande maggioranza dei casi non mente, lei è davvero convinta che quella regola non sia così importante. Invece lo è, ma semplicemente la vive a livello irrazionale, inconscio.

    Poi va ricordato che se esistono i maschi "delta", esistono pure le donne delta, beta, eccetera.

    Forse che Alitaki o Purusha, o animus, eccetera, fantasticano su un futuro con Cristina Chiabotto, con Rihanna, con la Hunzincher, eccetera? Ci credono ad un futuro con queste "donne alpha" ?
    Attendo risposta....
    Ma secondo me non ci pensano nemmeno, perchè sono donne alpha, ma proprio per questo sono troppo lontane dalle loro mire.
    Stessa cvosa secondo me avviene per le donne. (però... c'è un però) *.

    La condizione "alpha" è relativa, e poi ci sono tutte le condizioni sottostanti, che però, poichè la condizione è relativa e soggettiva, il soggetto singolo non ne percepisce la differenza.

    *La donna comune si donerebbe con piacere all'uomo comune, se non fosse che quest'ultimo è stato defraudato del suo prestigio personale e soggettivo, nei confronti della donna stessa. E' stato privato del suo potere morale, si potrebbe anche dire.
    Se la donna "non alpha" percepisce un potere nell'uomo "non alpha", quest'ultimo diventa per lei appetibile, anche se non ha milioni di euro, anche se non è presidente di una nazione...

    Il neofeminismo e il male-bashing hanno corroso "l'idolum" maschile, per cui la donna d'oggi non ne rimane più affascinata.
     
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  2. bartali
     
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    CITAZIONE (Wishotel @ 11/8/2008, 20:17)
    E sul piano pratico, ricondurre le donne alla soggezione è una probabile soluzione? Per quali motivi (preciso che non hanno, le mie domande, tono polemico :) )?

    Secondo me non è affatto una soluzione, poteva esserlo in passato perché sotto tale soggezione ce ne stava una più grande: quella proveniente da una società in cui la brutalità era la norma e le difficoltà erano ardue da sormontare per una donna. Mancando quest'ultima la soggezione sopracitata diventa, agli occhi delle donne, un superfluo ed anacronistico spettacolo di cui si può fare a meno, o in altri casi, un diletto da club sadomaso.

    Soluzioni alternative? Non penso che ne esista una valida in ogni caso. Personalmente credo che un sano percorso di maturazione degli uomini, anche grazie a padri degni di questo nome, possa fornire le qualità giuste per coprire il vuoto e sostituire la soggezione con la stima profonda per le qualità maschili.

    CITAZIONE (Reduan @ 11/8/2008, 21:57)
    Non troverai mai una donna che ammetta di seguire quella regola (dei maschi alpha). E per me nella stragrande maggioranza dei casi non mente, lei è davvero convinta che quella regola non sia così importante. Invece lo è, ma semplicemente la vive a livello irrazionale, inconscio.

    L'inconscio è un mare in cui convive tranquillamente tutto e il contrario di tutto. Credo anch'io che il discorso dei maschi alpha abbia una portata limitata del tutto inutile per la qm. Impiantare la qm su queste basi significa ricondurla semplicemente alla lotta di classe.
     
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    Lupus in fabula

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    perché sotto tale soggezione ce ne stava una più grande: quella proveniente da una società in cui la brutalità era la norma e le difficoltà erano ardue da sormontare per una donna.

    Appunto: la donna percepiva nell'uomo un potere, a livello inconscio. La brutalità non era il punto nodale, caso mai un effetto collaterale (di cui la donna peraltro avrebbe fatto a meno, penso).
    Detto in due parole, la donna percepiva un bisogno che l'uomo riusciva a soddisfare, e lo percepiva a livello prima di tutto inconscio. ..Un "idolum", appunto.
    Che oggi è stato disgregato dal portato neofemminista.
    Tale idolum è presente ancora negli uomini che non sono stati condizionati da tale portato (vedasi ad es. gli extracomunitari), ed a tali uomini si donerebbero senza alcuna esitazione, se non fossero da un altro lato impaurite dagli episodi di violenza di cui sentono spesso parlare.

    CITAZIONE
    L'inconscio è un mare in cui convive tranquillamente tutto e il contrario di tutto.

    No, non è esattamente così.
    Ancora oggi, nel 2008, dopo tutte le scoperte e le prove di cui disponiamo, c'è gente che on crede all'esistenza di una mente inconscia.
    Questo fa il gioco dei potenti, che usano tale "ignoranza" per controllare la gente stessa.
    Dire che non esiste l'inconscio significa precludersi la possibilità di comprendere moltissimi fenomeni dell'esistenza umana.

    Bartali, il tuo letto è largo 30 metri? No? Solo due? Allora quando ogni notte cadrai dal letto potrai con maggior ragione dire che l'inconscio non esiste o che contiene tutto e il contrario di tutto. Perchè è lui, (on la fata dei sogni) con ogni probabilità, che ogni notte ti evita di cadere dal letto, pur se ti fa muovere quasi in continuazione.
     
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  4. Purusha
     
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    CITAZIONE (Reduan @ 11/8/2008, 21:57)
    Ma come dicono molti, l'umanità non è in bianco e nero, ma a colori, ed una eccessiva schematizzazione porta fuori strada.


    Forse che Alitaki o Purusha, o animus, eccetera, fantasticano su un futuro con Cristina Chiabotto, con Rihanna, con la Hunzincher, eccetera? Ci credono ad un futuro con queste "donne alpha" ?
    Attendo risposta....

     
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  5. bartali
     
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    CITAZIONE (Reduan @ 11/8/2008, 22:36)
    CITAZIONE
    L'inconscio è un mare in cui convive tranquillamente tutto e il contrario di tutto.

    No, non è esattamente così.
    Ancora oggi, nel 2008, dopo tutte le scoperte e le prove di cui disponiamo, c'è gente che on crede all'esistenza di una mente inconscia.
    Questo fa il gioco dei potenti, che usano tale "ignoranza" per controllare la gente stessa.
    Dire che non esiste l'inconscio significa precludersi la possibilità di comprendere moltissimi fenomeni dell'esistenza umana.

    Non ho detto che l'inconscio non esiste ma che spesso si ha un'errata conoscenza della natura dell'inconscio. Molti pensano che sia "il libro della verità", esuli dalle religioni del passato. Non è così. L'inconscio non rappresenta nessuna verità e in esso trovi spesso elementi logicamente contrastanti. L'inconscio è un contenitore dentro il quale ci sta il caos di tutti gli elementi che caratterizzano l'uomo, fissarsi su una parte di esso considerandola l'essenza dell'umanità è un'ingenuità che può portare dei disastri.

    Esiste anche un inconscio collettivo, cioè ad elementi inconsci comuni a tutti gli esseri umani che si attivano sotto particolari condizioni (i cosiddetti archetipi) che possono essere sfruttati per controllare le masse.
     
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    Lupus in fabula

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    in esso trovi spesso elementi logicamente contrastanti.

    In esso si trova una logica diversa da quella cosciente, ma è raro che si trovino elementi realmente contrastanti.
    Semplicemente vige la regola dello stimolo più forte, che fa tacere e "surclassa" i più deboli.
    Chi ha paura degli spazi chiusi (claustrofobia, tecnicamente è una nevrosi) sa bene che è una paura inutile e non logica, però nel suo inconscio risulta essere lo stimolo più forte, quindi non sale da solo in ascensore, ad esempio.

    Ma sul forum abbiamo anche uno psicologo di professione (la mia è stata solo una passione), e volendo potrebbe anche dirci qualcosa di più, io non vorrei "allargarmi troppo", in questa sede.
     
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  7. Purusha
     
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    CITAZIONE (Reduan @ 11/8/2008, 21:57)
    Ma come dicono molti, l'umanità non è in bianco e nero, ma a colori, ed una eccessiva schematizzazione porta fuori strada.


    Forse che Alitaki o Purusha, o animus, eccetera, fantasticano su un futuro con Cristina Chiabotto, con Rihanna, con la Hunzincher, eccetera? Ci credono ad un futuro con queste "donne alpha" ?
    Attendo risposta....

    Respondeo tibi, amice Red.
    E muoverò giusto dalla policromia della realtà umana da te richiamata. Che tu lo creda o meno, il sottoscritto non prova nessuna attrazione per i nomi da te citati: e ti dirò di più, nella mia personale tavola di valori e gradimenti quelle tizie equivalgono a donne lambda (undicesimo grafema dell'alfabeto greco, per amor di precisione) o giù di lì...Qui non è punto questione di inarrivabilità: perché davvero io di quelle femmine non saprei che farmene. Il genere di donna da me prediletto si colloca anzi esattamente agli antipodi di quegli esempi.
    Quindi almeno in un caso (il mio) il tuo esempio fa un buco nell'acqua.
    Io provo a ricostruire un quadro d'insieme, proponendo dove necessario un ingradimento di questo o quel dettaglio.
    La tua idea, Red, che le donne amino gestire il potere alla stregua di un burattinaio che muove i suoi pupazzi dal fuori-scena, mi trova in larga misura concorde. Sono più diffidente che questa formula si sia perpetuata identica in tutte le epoche, anzi nutro seri dubbi in proposito. Ma indubbiamente v'è del vero, e non vedo motivo di essere troppo categorico. Se ricordi, quando esordii in questo forum, sostenni apertamente la convinzione che esiste un legame genetico e strutturale tra modernità laica e secolarizzata e femminismo: o, in senso più lato, sganciamento anarchico delle donne dall'egemonia maschile.
    Egemonia: è questo il termine che in realtà preferisco, ancorché quello di soggezione conservi un suo contenuto rilevante e non scontato, al di là dell'immediata reazione di rifiuto che ormai suscita.
    Ovviamente convengo senza riserve che nell'attuale assetto economico sociale (post-industriale, post-moderno e global-tecnologico) pensare alla riproposizione di un'egemonia maschile che lasciasse intatta l'intera struttura sociale e materiale dell'umanità presente è la più ingenua delle fantasticherie.
    La Nuova Alleanza di cui qui tanto si è discusso è una via che certamente io stesso apprezzo e cui desidero guardare fattivamente: ma nel sereno e fermo convincimento che possa trovare attualizzazione solo in casi sporadici. Inutile concepire speranze su di una NA realizzabile su scala globale. Ove poi tale opzione si mostrasse a portata di mano, credimi non vi troverei nulla da ridire e me ne farei deciso fautore. Per adesso credo ad una sua praticabilità su scala ridotta. E sarebbe già un risultato straordinario.

    Edited by Purusha - 11/8/2008, 23:10
     
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  8. bartali
     
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    CITAZIONE (Reduan @ 11/8/2008, 23:02)
    Ma sul forum abbiamo anche uno psicologo di professione (la mia è stata solo una passione), e volendo potrebbe anche dirci qualcosa di più, io non vorrei "allargarmi troppo", in questa sede.

    Anche per me è solo una passione, anche se sta diventando sempre più una necessità esser preparati sull'argomento. Ci sta troppa gente che studia psicologia per metterla nel culo al prossimo.
     
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    Lupus in fabula

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    Anche per me è solo una passione, anche se sta diventando sempre più una necessità...

    E' mia opinione che si tratti comunque di una delle materie più affascinanti in assoluto, di psicologia del profondo si nutrono e si basano in gran parte pressochè tutte le filosofie orientali ( "il sè è tutto, non c'è niente al di fuori del sè", dicevano i taoisti), nonchè tutte le religioni, la cd "new age", il cd "esoterismo", e quasi tutta la politica del controllo delle masse si basa sulla psicologia.
     
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  10. Purusha
     
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    [/QUOTE]
    E' mia opinione che si tratti comunque di una delle materie più affascinanti in assoluto, di psicologia del profondo si nutrono e si basano in gran parte pressochè tutte le filosofie orientali ( "il sè è tutto, non c'è niente al di fuori del sè", dicevano i taoisti), nonchè tutte le religioni, la cd "new age", il cd "esoterismo", e quasi tutta la politica del controllo delle masse si basa sulla psicologia.
    [/QUOTE]


    Red, non sono certo di quelli che negano la realtà empirica dei contenuti inconsci (o subcoscienti) della costituzione psichica umana.
    Ma su di una cosa non posso di certo accondiscendere: la confusione del Sé - con la maiuscola -, con l'inconscio, rispetto a cui è al di sopra e al di là senza possibilità di comune misura, e per nostra fortuna aggiungo. Va addebitato in special modo agli junghiani l'aver confuso il come dimensione psichica dello stato umano, con la Realtà principiale e incondizionata del (non-umano, sovracosmico e sovraformale) noto alle Tradizioni Metafisiche Orientali. Sé che tutto abbraccia, ma senza nel tutto esaurirsi, ponendosi al di là di qualsiasi determinazione pensabile e manifestata, per quanto vasta e indefinita questa sia.
    Casomai si può alludere al Sé in termini di Sovracoscienza, di cui l'inconscio umano non è che un riflesso capovolto e inferiore di infima categoria. Ma mi rendo conto che di queste dottrine si siano perse quasi del tutto le corrette chiavi di interpretazione.

    Edited by Purusha - 12/8/2008, 00:22
     
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  11. Alitaki
     
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    Non c'è dubbio che - nell'eterno dilemma/duello Natura-Cultura - ogni volta che s'invoca l'una, trascurando l'altra, si rischia di rappresentare una Verità in bianco-nero, ovvero a due sole dimensioni, senza profondità.
    Vorrei far notare come la lucidissima analisi sull'idolum maschile converga precisamente nel dato - brutale, nudo e crudo - del primato del maschio-alpha.
    E' - a mio avviso - una questione di RELATIVITA'.
    Il punto di saldatura lo trovo nelle parole lapidarie (anche se anodine e criptiche, tanto da non aver suscitato reazioni nel mondo femminista) dell'ottuagenaria scrittrice inglese Doris Lessing [dal sito U3000]:
    "...Quanto ai progressi nella condizione femminile, il merito non è dell’ideologia (femminista), ma della tecnologia, dai contraccettivi alla lavastoviglie". Lessing si è fatta questa idea soprattutto guardando in tv il modo in cui le giovani donne di oggi parlano di se stesse, del sesso e dei maschi, un modo da lei definito "rivoltante".
    Tremilisti ben più attrezzati di me hanno brillantemente delineato questo progresso tecnologico "women-friendly", dagli apparecchi domestici alle motociclette potenti e docili, dagli attrezzi sportivi ai SUV aggressivi nell'aspetto ma amichevoli nella guida; per finire ai telefoni cellulari, una vera icona del femminile, visto che le donne italiane stanno riducendo la spesa alimentare al limite della sotto-nutrizione ma fanno ancora le "uova d'oro" per le compagnie telefoniche (per strada, su 10 persone che vedete camminare telefonando, 8 sono donne: è il loro sacro "stare in relazione"...; il 9° è un'uomo che telefona per lavoro; il 10° è un uomo femminizzato).
    Il risultato è che una buona parte di quelle attività - sportive, lavorative, ecc. - che prima sostanziavano l'idolum maschile agli occhi delle D, che lo rendevano prestigioso, temerario, inarrivabile, evocativo di forza, abilità - e quindi di protezione - oggi sono svolte con disinvoltura da loro stesse.
    [Io ODIO ferocemente le donne alla guida dei minacciosi SUV neri. Sono sessualmente attratto da quelle poche, residue donne - per lo più extra-comunitarie - che hanno un che di "debole ed impacciato" e raggiungo l'apoteosi dei sensi davanti a quella tipologia esattamente agli antipodi delle tipe androgine, toniche, esaltate nelle pubblicità e nelle riviste femminili: vado in estasi davanti a quelle donne (arabe, p.es.) che ricordano gli idoletti steatopigi della fertilità preistorici: opulente, dee della fecondità dalle pesanti mammelle dondolanti e dai culoni tremolanti come budini...].
    RELATIVITA', dunque: l'idolum del maschio-alpha esse lo hanno spostato "molto più in là", in una regione molto più selettiva, oltre il confine della quale si ritrovano soltanto un paio di requisiti che restano ancora off-limits per loro stesse: un potere economico fuori del comune (per l'ordinaria amministrazione esse sono del tutto autosufficienti) ed un corpo scultoreo e testosteronico, da copulatore senza compromessi (vedi vacanze caraibiche).
    Una sorta d'inconscia neo-ultra-selezione della specie (ma solo nel Genere maschile), con le immaginabili disastrose conseguenze per noi UU.

    Questo discorso, cmnq, è ancora molto monco: andrebbe approfondito almeno un altro aspetto fondamentalissimo: la contrapposizione fra l'edonismo femminile (perfino un evento tragico per i figli - come una separazione - viene da loro vissuto come un'eccitante sfida con se stesse: quello stramaledettissimo "mettersi in gioco"...) ed il perduto senso del dovere/responsabilità maschile (dalle DD visto come segno di oppressione patriarcale).
     
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  12. Esitante
     
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    Allora, facendo il punto: mi sembra di capire che la generalità degli interventi, con sfumature diverse, si attesti sull'analisi secondo cui esistono nell'odierna società delle persone individuabili come "maschi alpha", più appetiti degli altri dalle donne. E mi sembra che di fronte a questo dato emerga una certa rassegnazione/afasia, per cui la soluzione della QM pare lontana o irraggiungibile.
    Mi permetto allora di ribadire il punto iniziale del thread, relativo alla condizione a) della strumentalizzazione del desiderio sessuale. Fermo restando che qui nessuno vuole frenare i sani istinti sessuali maschili, intervenire però in modo tale da frenare il dilagante pansessualismo mediatico sarebbe così sbagliato?
    Voglio dire, se scopare è una bella cosa (usiamo pure questa espressione), sin dall'alba della civiltà, incentrare la propria struttura sul sesso è una buona, costruttiva scelta per un sistema sociale?
    Ripeto, se il sesso non fosse visto come la meta della propria e altrui vita, anche l'esistenza di uomini "migliori" (secondo un'ottica di corto respiro) non comporterebbe o non contribuirebbe al razionamento delle risorse vaginali, le quali avrebbero un minore potere di condizionamento dei comportamenti maschili. E vi sarebbe (condizione b)) una solidarietà fra maschi al momento INESISTENTE.
    Qui, però, sorge la domanda: chi potrebbe togliere dalla mente dell'Homo sapiens sapiens che il sesso è tutto? La mia risposta, qui, va nell'ambito delle convinzioni intime, nel campo della fede, non restando in quello meramente scientifico (che da solo non potrebbe risolvere il problema). La "mia" risposta è Dio. La società senza Dio ha prodotto il pansessualismo, che ha prodotto la selezione dei maschi attraverso lo strumento detto sesso, che ha prodotto la QM. La disumanizzazione dunque, l'uscita dell'uomo da se stesso. Che è in fondo la disobbedienza dell'Angelo caduto, che non accetta di essere creatura, di "dipendere da". E si aliena dalla propria natura, mentendo a se stesso, opponendosi a Chi lo ha creato, separandosi (diabolum) e separando gli altri dalla Verità.
    La prima mossa è quella di chi accetta di soffrire, per iniziare, contro corrente, il cambiamento, attraverso l'esperienza della Croce, che è il frutto di un incontro, della sequela di Chi ci riconcilia con la nostra identità perduta.

    Edited by Esitante - 12/8/2008, 19:05
     
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  13. Purusha
     
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    Esitante, credimi apprezzo ciò che sostieni, ma è altresì fondamentale mantenere il senso delle proporzioni.
    In effetti una collettività che fosse ancora retta - nei suoi valori culturali come nelle sue istituzioni sociali - da un rapporto centrale con una Rivelazione e con il divino, godrebbe di un generale equilibrio che sopporterebbe egregiamente eventuali squilibri e disordini minori. Ma così non è, e tu che sei un credente, pur provando giusto scandalo, devi riconoscere che il crollo di una società tradizionale - sostenuta dalla fede e dalla presenza reale dello Spirito - è una tappa inevitabile, preannunciata e chiaramente delineata in quella parte delle Scritture di contenuto escatologico.
    Questo significa che solo in pochi, in tempi come quelli attuali, possono pensare di beneficiare dei mezzi di grazia che il deposito rivelato, i precetti e riti della propria religione di appartenenza possono ancora garantire. Ma pur sempre a regime ridotto, per così dire, perché le condizioni normali sono ormai venute assolutamente meno. Se così non fosse, tu non patiresti disagi dell'ordine che tuo malgrado sperimenti. In una società cristiana autenticamente e integralmente tradizionale, neppure esisterebbe una QM, e con ogni probabilità saresti un giovane marito e padre di famiglia anche senza dover necessariamente navigare nell'oro. Ma così non è, e non credo che si possa indicare questa strada a tutti, additandola come unica e possibile soluzione.
    Quanti utenti maschili tremilisti credi siano realisticamente disposti a seguire questa direzione fondata su una fede vissuta e praticata, su un impegno spirituale scandito da ogni singolo atto del proprio vivere quotidiano, per non dire altro?
    Non si può chiedere questo in un momento simile. Si può solo testimoniare, ma non trascinare altri su questa strada. L'apertura del cuore è una grazia divina, caro compagno, che possono condividere solo quanti ne siano toccati o siano già sensibili al gusto delle cose spirituali.
    Io questa dimensione la tengo per me, e la mostro solo di tanto in tanto nel forum dei nostri ottimi amici. Amici che apprezzo per la loro intelligenza, passione e per la sensibilità che li ha comunque condotti ad avvedersi del grave stato di cose che interessa ad un tempo la condizione maschile e femminile. Con loro preferisco puntare su ciò che abbiamo in comune, piuttosto che ricercare gli elementi di potenziale divisione dovuti ad una diversa prospettiva in fatto di sacro e religione.

    Con amicizia,

    Purusha
     
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  14. Esitante
     
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    CITAZIONE (Purusha @ 12/8/2008, 20:01)
    Esitante, credimi apprezzo ciò che sostieni, ma è altresì fondamentale mantenere il senso delle proporzioni.
    In effetti una collettività che fosse ancora retta - nei suoi valori culturali come nelle sue istituzioni sociali - da un rapporto centrale con una Rivelazione e con il divino, godrebbe di un generale equilibrio che sopporterebbe egregiamente eventuali squilibri e disordini minori. Ma così non è, e tu che sei un credente, pur provando giusto scandalo, devi riconoscere che il crollo di una società tradizionale - sostenuta dalla fede e dalla presenza reale dello Spirito - è una tappa inevitabile, preannunciata e chiaramente delineata in quella parte delle Scritture di contenuto escatologico.
    Questo significa che solo in pochi, in tempi come quelli attuali, possono pensare di beneficiare dei mezzi di grazia che il deposito rivelato, i precetti e riti della propria religione di appartenenza possono ancora garantire. Ma pur sempre a regime ridotto, per così dire, perché le condizioni normali sono ormai venute assolutamente meno. Se così non fosse, tu non patiresti disagi dell'ordine che tuo malgrado sperimenti. In una società cristiana autenticamente e integralmente tradizionale, neppure esisterebbe una QM, e con ogni probabilità saresti un giovane marito e padre di famiglia anche senza dover necessariamente navigare nell'oro. Ma così non è, e non credo che si possa indicare questa strada a tutti, additandola come unica e possibile soluzione.
    Quanti utenti maschili tremilisti credi siano realisticamente disposti a seguire questa direzione fondata su una fede vissuta e praticata, su un impegno spirituale scandito da ogni singolo atto del proprio vivere quotidiano, per non dire altro?
    Non si può chiedere questo in un momento simile. Si può solo testimoniare, ma non trascinare altri su questa strada. L'apertura del cuore è una grazia divina, caro compagno, che possono condividere solo quanti ne siano toccati o siano già sensibili al gusto delle cose spirituali.
    Io questa dimensione la tengo per me, e la mostro solo di tanto in tanto nel forum dei nostri ottimi amici. Amici che apprezzo per la loro intelligenza, passione e per la sensibilità che li ha comunque condotti ad avvedersi del grave stato di cose che interessa ad un tempo la condizione maschile e femminile. Con loro preferisco puntare su ciò che abbiamo in comune, piuttosto che ricercare gli elementi di potenziale divisione dovuti ad una diversa prospettiva in fatto di sacro e religione.

    Con amicizia,

    Purusha

    Purusha,
    ti ringrazio davvero per il tuo profondo e ricco intervento. Tanti gli spunti, da seguire o cui replicare in uno spirito di ricerca comune e di fraterna collaborazione, penso di poter dire.

    Intanto, l'attuale situazione. Sono d'accordo con te che pensare di proporre il modello cristiano come qualcosa che possa aggregare facili consensi sarebbe a dir poco velleitario, se non segno di stoltezza: da sempre l'autentica fede cristiana presuppone una lotta col mondo, che di per sé si oppone alla presenza luminosa della Verità. Solo alcuni "cattolici" politicanti possono pensare il contrario, lasciando del tutto irrisolti alcuni drammi che riguardano l'INTERNO del cuore umano.

    Sono anche convinto, comunque, che mai si potrà trovare uno stato di perfezione in questa vita: dunque, anche qualora la fede cristiana fosse più diffusa e sinceramente vissuta, dubito che ciò basterebbe a cancellare del tutto le violenze o le zone d'ombra dalla natura umana. Le stesse mie cadute, cui tu accenni, sono legate all'intima responsabilità della mia persona, come accade per ognuno, non alla non cristianità del mondo. Il contesto sociale può semmai favorire-cosa non irrilevante-le occasioni di peccato, ma la libertà non è mai tolta da alcuno, se non da chi ne fruisce.

    Ma vengo al punto forse per me più importante: non vorrei assolutamente dare l'idea di introdurre "forzatamente" in questa discussione tematiche religiose, cui alcuni sono poco sensibili. Lungi da me ogni idea di appartenenza a un progetto culturale cristiano che prescinda dal dramma della propria lotta innanzitutto individuale ed esistenziale, quella che occore svolgere per dirsi uomini, un pò come Giacobbe presso il fiume Iabbok. D'altra parte, rifuggo dalla tesi della fede come visione intimistica del mondo, da confinare a poche intuizioni personali da nascondere agli altri. Il problema è che, nella sua autentica essenza, il cristianesimo si occupa non di questioni astratte, lontane, ma dell'uomo, della sua concretezza e nudità, della sua felicità.
    Se insomma apprezzo il tuo sforzo di cercare un dialogo che faccia passare in secondo piano gli elementi di differenza, voglio anche testimoniare con gioia che la "mia" fede, conquista di ogni giorno e molto fragile (a causa di chi la porta, non di Chi la dona), è il credere in un Dio che dona la vita e ha donato la vita a tutti, anche a chi "non crede" o crede di non credere.
    Fondamentale è comunque la tua osservazione, in quanto determinati temi e valori vanno proposti anche a chi non ritiene di aderire alla religione cristiana o ad alcuna religione. Da tempo si è addivenuti all'affermazione secondo cui esistono (per dirla con Benedetto XVI) dei valori non negoziabili che possono essere individuati, su base razionale e attraverso una ricerca onesta, anche in un prospettiva non religiosa ma genuinamente umanitaria. Così il rispetto della vita, della dignità umana, l'uguaglianza dei diritti.

    Ora, se si individua nella nostra società la presenza di un modello comportamentale che favorisce pregiudizi a scapito dell'uomo inteso come maschio (ma direi in particolare della figura paterna e della famiglia generalmente intesa), come non legare ciò ad una erronea interpretazione del ruolo dell'uomo, della donna, dell'essere umano, e direi in generale del senso dell'esistenza umana? Se si vuole combattere la QM sulla base della ricerca di una condizione ideale, primigenia, cui si collega il concetto di "normalità" o "bene", è evidente che la risoluzione di una tale questione richiede il preventivo riposizionamento dell'uomo e delle sue istituzioni sociali in un cammino orientato alla normalità, al bene, diciamo ad un criterio valoriale di fondo che fa percepire come problematica e ingiusta la questione in parola.
    Per questo, il credente parlerà in negativo della società senza Dio, il "non credente" della società disumanizzata. Ma parleranno entrambi della stessa cosa. Proprio perchè, secondo la prospettiva cristiana (non mi esprimo sulle altre), il Vero Dio E' anche Vero Uomo, e dunque salva. Ma di una salvezza che è individuabile, come fonte di benessere e gioia, anche da chi non ne riconosce l'esistenza o la mette in dubbio. Si pensi all'apporto di un filosofo quale Immanuel Kant, rispetto all'ideale dell'uomo come fine in sé, o alle tesi di Habermas rispetto alla portata della bioetica. Si può non aderire all'una o all'altra scuola filosofica, ma se essere maschi e femmine è una condizione comune a tutti gli esseri umani (tralascio ogni riferimento alla fantasiosa individuazione di generi altri), è allora LOGICAMENTE impossibile vivere degnamente e fedelmente la condizione di maschi e femmine se non si aderisce a un contesto valoriale, orientativo (sia esso religioso o meno) comune a tutti gli uomini. Se insomma essere cristiani non è l'unica e possibile soluzione per risolvere la QM, lo è invece il vivere in modo CONFORME ai principi che chi crede ritiene essere cristiani: rispetto, amore, verità. Parole vuote senza un riferimento culturale, un'identità. Provocatoriamente chiedo: la società senza padri non è la società scristianizzata? Pensiamoci bene..
    Insomma, se, come è, la QM è figlia del relativismo, questo dovrebbe essere inviso non ai soli cattolici. Spero di aver reso il senso di quanto intendevo esprimere.


    P.S.: non è ovviamente un caso che Habermas rappresenti una delle pochissime voci, in ambito non cattolico, che si ergono contro l'eugenetica. Solo la ricerca di una morale di stampo universalistico (strutturalmente marginalizzata da circa 40 anni, per favorire l'attuale sviluppo tecnologico) può condurre a delle argomentazioni contro realtà quali la procreazione senza padri, la selezione eugenetica, la filiazione intesa come diritto e scelta estetico-economica, che hanno nel Regno Unito e nei paesi scandinavi il proprio avamposto. Il legame con la QM è sin troppo lampante.
    Sul versante più strettamente italiano, spero sia chiaro a tutti cosa hanno comportato il referendum sul divorzio e la legge sull'aborto per i cittadini e soprattutto i maschi del nostro paese. Un evento di una gravità tale da dover ancora essere digerito (e favorito, oltre che dai radicali e dai liberali versione maccheronica, anche da tanti "cattolici adulti", quelli che stanno "con Gesù ma non con la Chiesa").

    Edited by Esitante - 13/8/2008, 09:46
     
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  15. bartali
     
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    CITAZIONE (Esitante @ 12/8/2008, 18:47)
    Qui, però, sorge la domanda: chi potrebbe togliere dalla mente dell'Homo sapiens sapiens che il sesso è tutto?

    La verità? E' mia opinione che la visione "il sesso è tutto" sia un paravento che nasconde altro.
    Spesso si parla di sesso indicando qualcosa che è polimorfo, dipendente da tanti fattori dentro il quale si riversa l'animo umano.

    CITAZIONE
    La mia risposta, qui, va nell'ambito delle convinzioni intime, nel campo della fede, non restando in quello meramente scientifico (che da solo non potrebbe risolvere il problema). La "mia" risposta è Dio. La società senza Dio ha prodotto il pansessualismo, che ha prodotto la selezione dei maschi attraverso lo strumento detto sesso, che ha prodotto la QM. La disumanizzazione dunque, l'uscita dell'uomo da se stesso.

    Ok, ma è facile cadere nella trappola di mettere in contrapposizione il sesso con Dio (lasci sesso, prendi Dio) strada abbastanza battuta. Il sesso come entità psichica ha espanso il suo spazio come mero riempiente di vuoti lasciati dai cambiamenti introdotti dalla modernizzazione. Tale espansione è davvero il "male"? Siamo sicuro che se non ci fosse stata questa espansione, a parità di situazione, le cose non sarebbero andate peggio?

    Il punto a cui vorrei arrivare con questo discorso è togliere l'alone della rinuncia ad un ridimensionamento dell'importanza della sessualità (spinta sicuramente anche da qualche insigne scienziato come Freud che fece del sesso il centro dei suoi studi con le conseguenze che adesso lamentiamo) e nel riconoscere l'aspetto patogeno del sessuocentrismo spesso alimentato da arbitrari paragoni con il regno animale. Non è difficile prevedere una regressione che ci avvicini al regno animale se ad esso ci si ispira per svelare i segreti dell'animo umano.

    Tutta la discussione sui maschi-alpha, beta, gamma, omega ha un effetto certo e potente e cioè quello di spingere gli uomini alla ricerca del senso della vita nel sesso spinti dalla sofferenza provocata da una simile deprimente visione. Chiederei a chi promuove queste teorie cosa ci guadagna a conservare il suo patrimonio genetico nel tempo, mischiato, peraltro, ad altri patrimoni genetici. Da cosa dovrebbe nascere la spinta verso la procreazione attraverso simili pensieri.
    E' l'invidia la pulsione fondamentale che dovrebbe alimentare questo meccanismo? Invidia pura, di qualcosa che si crede già esser senza valore, per definizione.

    Riguardo alla questione della Croce penso che si sia impropriamente utilizzato questo simbolo sacro per indicare qualcosa che con la Croce ha poco a che fare. Gesù non "abbracciò" la sua croce, gliela misero sulle spalle a forza grazie anche alla collaborazione di un traditore. Lui si rifugiò lontano dalle città per non essere crocifisso, non andò certo a costituirsi per "abbracciare la sua Croce". L'uso improprio di questo simbolo è stato uno strumento deviante, secondo me.

    Edited by bartali - 12/8/2008, 21:52
     
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68 replies since 8/8/2008, 20:12   1556 views
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