SULL'IMPOSSIBILITA' DI RISOLVERE LA QM

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  1. Alitaki
     
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    Non c'è dubbio che - nell'eterno dilemma/duello Natura-Cultura - ogni volta che s'invoca l'una, trascurando l'altra, si rischia di rappresentare una Verità in bianco-nero, ovvero a due sole dimensioni, senza profondità.
    Vorrei far notare come la lucidissima analisi sull'idolum maschile converga precisamente nel dato - brutale, nudo e crudo - del primato del maschio-alpha.
    E' - a mio avviso - una questione di RELATIVITA'.
    Il punto di saldatura lo trovo nelle parole lapidarie (anche se anodine e criptiche, tanto da non aver suscitato reazioni nel mondo femminista) dell'ottuagenaria scrittrice inglese Doris Lessing [dal sito U3000]:
    "...Quanto ai progressi nella condizione femminile, il merito non è dell’ideologia (femminista), ma della tecnologia, dai contraccettivi alla lavastoviglie". Lessing si è fatta questa idea soprattutto guardando in tv il modo in cui le giovani donne di oggi parlano di se stesse, del sesso e dei maschi, un modo da lei definito "rivoltante".
    Tremilisti ben più attrezzati di me hanno brillantemente delineato questo progresso tecnologico "women-friendly", dagli apparecchi domestici alle motociclette potenti e docili, dagli attrezzi sportivi ai SUV aggressivi nell'aspetto ma amichevoli nella guida; per finire ai telefoni cellulari, una vera icona del femminile, visto che le donne italiane stanno riducendo la spesa alimentare al limite della sotto-nutrizione ma fanno ancora le "uova d'oro" per le compagnie telefoniche (per strada, su 10 persone che vedete camminare telefonando, 8 sono donne: è il loro sacro "stare in relazione"...; il 9° è un'uomo che telefona per lavoro; il 10° è un uomo femminizzato).
    Il risultato è che una buona parte di quelle attività - sportive, lavorative, ecc. - che prima sostanziavano l'idolum maschile agli occhi delle D, che lo rendevano prestigioso, temerario, inarrivabile, evocativo di forza, abilità - e quindi di protezione - oggi sono svolte con disinvoltura da loro stesse.
    [Io ODIO ferocemente le donne alla guida dei minacciosi SUV neri. Sono sessualmente attratto da quelle poche, residue donne - per lo più extra-comunitarie - che hanno un che di "debole ed impacciato" e raggiungo l'apoteosi dei sensi davanti a quella tipologia esattamente agli antipodi delle tipe androgine, toniche, esaltate nelle pubblicità e nelle riviste femminili: vado in estasi davanti a quelle donne (arabe, p.es.) che ricordano gli idoletti steatopigi della fertilità preistorici: opulente, dee della fecondità dalle pesanti mammelle dondolanti e dai culoni tremolanti come budini...].
    RELATIVITA', dunque: l'idolum del maschio-alpha esse lo hanno spostato "molto più in là", in una regione molto più selettiva, oltre il confine della quale si ritrovano soltanto un paio di requisiti che restano ancora off-limits per loro stesse: un potere economico fuori del comune (per l'ordinaria amministrazione esse sono del tutto autosufficienti) ed un corpo scultoreo e testosteronico, da copulatore senza compromessi (vedi vacanze caraibiche).
    Una sorta d'inconscia neo-ultra-selezione della specie (ma solo nel Genere maschile), con le immaginabili disastrose conseguenze per noi UU.

    Questo discorso, cmnq, è ancora molto monco: andrebbe approfondito almeno un altro aspetto fondamentalissimo: la contrapposizione fra l'edonismo femminile (perfino un evento tragico per i figli - come una separazione - viene da loro vissuto come un'eccitante sfida con se stesse: quello stramaledettissimo "mettersi in gioco"...) ed il perduto senso del dovere/responsabilità maschile (dalle DD visto come segno di oppressione patriarcale).
     
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68 replies since 8/8/2008, 20:12   1556 views
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