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Fantuzzy da Podium Varinum.
Lichtenstein .. o San Marino, che anche loro hanno il rappresentante all'ONU
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Ci sono anche le "bamboccione":
Italiane, l'adolescenza dura 15 anni
MILANO - Strette tra l'ansia di crescere in fretta e la paura di diventare adulte in un mondo che non regala certo sicurezze, le ragazze italiane vivono un'adolescenza lunga 15 anni, quattro volte quella delle loro coetanee di inizio 900. Almeno secondo una ricerca Astra, illustrata oggi dal sociologo Enrico Finzi, in occasione del riposizionamento del periodico di riferimento delle teen, 'Top Girl'. La quadruplicazione della fase adolescenziale, in meno di un secolo, per Finzi è dovuta tanto all'anticipazione dell'età media di 'ingresso' quando all'innalzamento di quella di 'uscita'. Oggi, le donne in media diventano adolescenti intorno ai 12 anni, tanto che il 59% delle ragazze ha avuto il menarca prima dei 13 anni, il 79% prima dei 14. Lo sviluppo, però, spesso è traumatico: il 32% delle teenager vive con ansia la comparsa dei peli pubici, il 38% si lamenta per la crescita del seno, il 49% è stravolta dall'arrivo delle mestruazioni. Se l'età di ingresso è arrivata a 12 anni, quella di uscita si è spostata ai 27, ma gli studiosi sono arrivati a dividere questo lunghissimo periodo in due fasi, con una prima adolescenza che dura fino ai 19 anni. Il passaggio allo step successivo spesso è condizionato dalla fine delle scuole superiori, dal fare l'amore e dal viaggiare senza la famiglia. Tende a scendere anche l'età del primo rapporto sessuale: a 16 anni o prima per un quinto delle ragazze che hanno tra i 21 e i 24 anni e per un terzo di quelle sotto i 20. Se essere adulti significa mantenersi senza l'aiuto della famiglia d'origine, oggi, rispetto al 1991, il saper fare scelte autonome appare decisamente in calo. I motivi, secondo Finzi, sono diversi: incertezza di prospettive professionali, insicurezza esistenziale, indebolimento delle figure parentali, tracollo dei modelli e, soprattutto, un' 'epidemica malattia del futuro'. Tra le 14-24enni domina l'incertezza soprattutto per la casa (prevista insostenibile per i costi o inadeguata dall'81%), il lavoro (previsto come irraggiungibile o precario o sottopagato dal 79%, né di qualità né motivante dal 74%), il tenore di vita (temuto insufficiente dal 68%), l'amore (irraggiungibile per il 18%, insoddisfacente per il 36%, destinato a non durare dal 57%), l'ambiente sociale (con timori riguardanti anzitutto la vivibilità, la sicurezza, i servizi pubblici), l'Italia (per il 65% in via di degrado)e addirittura il destino dell'umanità (il 29% è eco-catastrofista). Per la prima volta, dagli anni '50, nella fascia di eta' che va dai 14 ai 24 anni, l'ottimismo personale e sociale (38%) è diventato inferiore al mix tra pessimismo e incertezza, salito oltre il 50%. Così, il passato, la famiglia d'origine, diventano nidi da cui è difficile prendere il volo, tanto che il 93% delle 20-24enni e il 46% delle 25-34enni vive ancora con la mamma. Anche se l'età media in cui si taglia il cordone ombelicale è di 27 anni per le donne e di 29 per gli uomini, quello che emerge dalla ricerca è il ritratto di un'adolescenza interminabile, che rischia di tracimare in un'imperfetta età adulta, tanto che solo un sesto delle 21-24enni si sente adulta, ma il 45% è sicura di essere infelice. Anche perché consapevole dei rischi di restare 'giovane' così a lungo: calo della natalità (80%), difficile maturazione psicologica (64%) e, naturalmente, esagerata dipendenza dalla famiglia (62%). D'altro canto, le 'bamboccione' apprezzano l'aiuto economico (62%) e il sostegno familiare (44%), tanto che nella loro lunghissima adolescenza prevalgono i più rassicuranti elementi di continuità che gli ansiogeni avvenimenti di rottura - ingresso nel mondo del lavoro, uscita di casa e primo figlio - rimandati a quando si sarà davvero 'grandi', a 30 anni.
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