Londra, il sexy-shop in centro

i clienti sono soprattutto donne

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  1. Ganesha
     
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    A Rino

    1. LA FILOSOFIA DEL POSSIBILE
    Carissimo Rino, per il discorso relativo alla “FILOSOFIA DEL POSSIBILE” devo dirti che, pur non condividendolo e pur ponendomi io da una prospettiva completamente differente, lo trovo non solo “graffiante” – come diceva Maschilista -, ma anche in un certo senso “stimolante”.
    Certo è un discorso che ha i suoi limiti, ma che, se non ne fa un abuso, può anche servire a distruggere certi deleteri schematismi mentali che ingabbiano l’uomo e non gli consentono di formulare retti giudizi sulle cose, sulle persone e sugli eventi. Attenzione però ai cerebralismi e agli astrattismi: la “filosofia del possibile” è utile solo se libera da determinati meccanismi cerebrali e non se ne crea degli altri, possibilmente ancora più capziosi.
    A mio parere essa ha un valore in sede di PARS DESTRUENS, ma perde efficacia in sede di PARS CONSTRUENS, laddove potrebbe dar vita ad esiti pericolosamente nichilistici, individualistici ed anarchici.
    Questa è però, ovviamente e come sempre, solo la mia opinione.

    2. “OMOSESSUALITÀ” E “QUESTIONE MASCHILE”
    Quanto all’“OMOSESSUALITÀ” il discorso è molto complesso e ci vorrebbe molto tempo per parlarne nella maniera più appropriata.
    Spero di poter ritornare sull’argomento in futuro.
    Qui faccio solo rilevare che quando l’“omosessualità” diventa sinonimo di “effeminamento” e di “mollezza”, essa senza dubbio non solo non può giovare alla “questione maschile”, ma – come hanno fatto notare Amator Veritatis e Maschilista – è sommamente deleteria per l’intero genere maschile.
    Non a caso femministe, gay e lesbiche si trovano spesso concordi nel portare avanti una strategia “anti-maschio” a colpi di male-bashing e di denigrazione del sesso maschile.
    Certo il discorso cambierebbe se oggi esistesse un tipo di “omosessualità” come quella che è esistita in altri luoghi o in altri tempi (ad esempio come quella che è esistita in Grecia).
    Faccio però rilevare che forse, a rigore, non si dovrebbe parlare di “omosessualità ellenica”, ma piuttosto di “pederastia” e di “amore efebico”.
    Certo in passato sono esistiti molti casi di uomini, interamente virili, che hanno amato gli efebi (ma per i quali l’amore per gli efebi si sposava perfettamente con quello per le etere o per le donne in genere: vedi ad esempio i casi del grande lirico monodico Anacreonte o quello dell’imperatore Adriano) oppure che hanno vissuto intense storie di amicizia virile che hanno avuto anche risvolti erotici (pensiamo ad esempio ad Achille e Paride o ad Alessandro Magno ed Efestione).
    In ogni caso mi sembra che ci sia un differenza abissale fra gli esempi che io ho citato e l’attuale movimento “gay”, esattamente come il disgustoso lesbismo attuale non ha nulla a che fare col sublime “lesbismo” della celestiale Saffo di Ereso (o di Mitilene, secondo altri). [Per un’iniziale interessante approccio del rapporto fra “questione maschile” ed “omosessualità” rimando all’intervista a Claudio Risé dal titolo “DA UOMO A OMO”, facilmente recuperabile dal Web. Chiedo poi agli altri membri del Forum, se qualcuno di essi è in grado di fornirmi una risposta, come mai non è più possibile accedere al sito “DAVID & JONATHAN”].
    Va poi rilevato che tutto ciò non può assolutamente entrare in un discorso sulla costituzione di una famiglia e sull’adozione dei figli: una famiglia si costituisce esclusivamente di un padre, di una madre e di uno o più figli (ovviamente anche un uomo e una donna senza figli, la cui unione è stata però sancita in matrimonio, costituiscono già una famiglia).
    Su questo non ci piove!

    3. LA SOTTOMISSIONE DELLA DONNA
    CITAZIONE
    BARNART
    Nessuno può proporre ad alcuna donna occidentale l'ipotesi di una sua sottomissione all'uomo se non in senso limitativo: M domina qui perché F domina là. Oltre questo non si può andare. Nessuno può accettare di "stare sotto" a chicchessia. Niente poi sarebbe più deleterio per il movimento maschile che dichiarare "Noi ci proponiamo di rimettere gli uomini sopra". Gaffe clamorosa perché:
    1- confermerebbe che le donne erano "sotto", nucleo centrale del femminismo
    2- susciterebbe la condanna definitiva da parte di tutte le donne e del 99% degli uomini. Toglierebbe agli uomini ogni parvenza di ragione.


    Ancora una volta, carissimo Rino, su questo non mi trovi affatto concorde.
    Nel passato LE DONNE STAVANO SOTTOMESSE AGLI UOMINI: QUESTO È VERO ED È GIUSTO!
    Il mio obiettivo non è affatto quello di dimostrare che nel passato non era così oppure quello di lasciar perdere il passato e di concentrarmi sul presente e sul futuro (non esiste presente né futuro senza passato e soprattutto non esiste presente né futuro se non si è illuminati dalla luce della verità eterna del SANATANA DHARMA); il mio obiettivo è quello di mostrare, a coloro che sono in grado di comprenderlo, che il femminismo è una velenosa ideologia, la più velenosa che la mente diabolica abbia mai partorito, in quanto sovverte il fondamentale equilibrio ierogamico su cui si fonda l’intera manifestazione.
    A me non interessa per nulla se solo in pochi saranno in grado di comprendere ciò, a me interessa la qualità degli uomini con cui entro in contatto e non il numero.
    La discesa dello Spirito cambia sempre il mondo con pochi uomini qualificati (che fanno parte dell’élite) e non con la forza bruta delle masse: furono solo 12 Apostoli a cristianizzare il mondo…
    Essi poterono farlo perché le loro “PORTE DELLA PERCEZIONE” (come direbbe il grande poeta inglese William Blake) si erano aperte e il loro sguardo non era più offuscato (rileggiti l’episodio della conversione di san Paolo sulla via di Damasco per capire cosa vuol dire il fatto che le “squame” che coprono i nostri occhi devono assolutamente cadere).
    A me non interessa per nulla quello che il femminismo, le donne o il 99% degli “uomini” attuali (metto il termine fra virgolette perché il 99% degli uomini attuali sono “uomini” solo per lo stato anagrafico) pensino di ciò che dico o come essi reagiscono alle mie “provocazioni”, a me interessa solo la Verità e null’altro.
    Cerchiamo di essere più coraggiosi e vediamo di sganciarci veramente e definitivamente dalla cancrena e dalla deriva morale femminil-femminista.
    È questa l’unica cosa ragionevole da fare: le donne lasciate a loro stesse e libere di fare quello che vogliono provocano FITNA (cioè disastri sociali, psicologici, culturali, etici e morali).
    Questo è quello che tutti gli antichi – senza eccezione alcuna – hanno sempre saputo e questo è quello che dobbiamo recuperare.
    Altrimenti faremo poi la figura degli ingenui e degli allocchi quando apprendiamo certi episodi, come quello recentemente descritto da Renato a proposito della Thailandia.
    A me invece certe cose non sorprendono, perché conosco bene a quali abissi può arrivare la donna lasciata a se stessa.
    Credo che su questo sia Amator Veritatis che Maschilista (ma forse anche Silverback e Joker) siano d’accordo con me.
    Attenzione: non sto affatto cercando di mietere consensi in questo Forum (ripeto: non mi interessa affatto fare proselitismo, ma solo cercare la Verità), ma solo di delineare un punto che a me sembra essenziale nella risoluzione della “questione maschile”.
    Con la stima di sempre
    Ganesha

    Edited by Ganesha - 7/10/2004, 10:52
     
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46 replies since 1/10/2004, 15:10   889 views
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