Donne militari
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  • 4) No. La carriera militare è "prerogativa maschile". Gli uomini e le donne hanno "attitudini diverse".
    24.39%
    10
  • 8) Altro (specificare)
    21.95%
    9
  • 2) No. La presenza militare (femminile) "disarticola" un altro "ambito maschile".
    12.20%
    5
  • 5) Risposta 1 e 3 (insieme)
    12.20%
    5
  • 6) Risposta 2 e 4 (insieme)
    12.20%
    5
  • 1) Si. Tutti i cittadini possono accedere liberamente (senza discriminazioni sessuali) alle cariche militari.
    9.76%
    4
  • 3) Si. "Parità" significa "uguale possibilità\accesso nel fare qualcosa. Le donne hanno il diritto di far parte dei corpi militari.
    4.88%
    2
  • 7) Non so\ non risponde
    2.44%
    1
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Donne militari

Si o no?

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  1. Mustela_Erminea
     
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    Noi dobbiamo accettare le donne soldato : è un obbligo che ci è stato imposto dalle donne moderne.
    Dalle leggi che hanno preteso, ma soprattutto dal fatto che hanno preso la loro femminilità e l'hanno gettata fuori dalla finestra come se fosse un aborto.

    Noi non dobbiamo sentirci offesi o in colpa.
    E men che meno umiliati : sono le donne che hanno umiliato se stesse.
    Sono le donne che non sono state capaci di essere donne.
    Di vivere la loro femminilità, di svilupparla, di tutelarla, di portarla con orgoglio.
    Di renderla un punto di forza della civiltà, così come è un punto di forza la virilità.

    Come uomo ha la forza fisica, la forza intellettiva, la sensibilità virile, ma soprattutto la mia capacità di mettermi continuamente in discussione.
    E di mettere continuamente in discussione il mio mondo.
    Io non seguo il cambiamento preteso dai miei simili : lo precedo.
    Tutte le possibili conseguenze delle scelte che la società fà sono presenti nella mia mente con chiarezza cristallina.
    Perchè io ricerco costantemente quella chiarezza.
    E pago il prezzo del cambiamento sempre in contanti, non mi faccio sconti.
    E non cerco mai giustificazioni di alcun genere, per le scelte sbagliate.

    Leonardo definiva la guerra una pazzia bestialissima.
    Che senso aveva coinvolgere anche le ragazze?
    Non ha senso e non ha giustificazione.
    Dovremmo sputarci in faccia se quel coinvolgimento l'avessimo voluto noi.
    Ma non siamo stati noi : sono state le donne moderne a pretenderlo.
    Sono state le donne moderne a pretendere il cambiamento della nostra mentalità, alleandosi con uomini mentalmente deboli al fine di divenire "protagoniste" (di che?).
    Noi non dobbiamo mai dimenticare questo fatto : una donna è femminile solo se dimostra di esserlo.
    La donna moderna non è femminile : essa stessa si autodefinisce "cittadino di sesso femminile".
    Quando scoppiano scandali come quello di Abu Ghraib, sono gli altri a scandalizzarsi, non io.
    Per mè quelle sono conseguenze ovvie, e già ampiamente previste, di comportamenti per niente virili e per nulla femminili.
    In una parola : irresponsabili.
    Sono fatti previsti e prevedibili in una società di individui il cui sviluppo sessuale si è fermato all'età di 15 anni.
    E spesso non è solo lo sviluppo sessuale ad essersi fermato ... ma anche tutto il resto.

    Ricordate le parole di Napolitano : "Insigni femministe ci hanno dato un importante insegnamento : è bene che le donne occupino ruoli e mansioni tradizionalmente maschili".
    E un altra frase contenuta nella relazione che segue e che ne costituisce per così dire l'epitaffio inglorioso : "l'unico elemento di "differenziazione" che si è registrato tra il personale dei due sessi è dato dalla biologica differenza fisica".
    E' come dire che la femminilità non esiste : la donna dentro è vuota.

    - Il sipario cala, Cavalieri e Dame se ne vanno -

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    Quella che segue è la relazione conclusiva del Ministero della Difesa

    Ne sintetizzo le parti salienti, la relazione è un pò vecchia quindi le cifre sono da aggiornare, il testo integrale è su :

    http://www.difesa.it/Approfondimenti/Servi...orze+armate.htm


    19 Giugno 2002
    Servizio Femminile

    INTERVENTO DEL MAGG. GEN. Gianfranco MARINELLI

    "Analisi dei primi risultati nelle FF.AA. italiane"


    Il servizio militare femminile si inserisce nell'importante fase di mutamento in atto nelle Forze Armate italiane.
    La formazione femminile viene attuata in contemporanea alla formazione del soldato professionista. La sospensione del servizio di leva ha reso possibile per il sistema militare italiano prevedere la novità del reclutamento della componente femminile, impedito nel passato dalla possibile contraddizione rappresentata dalla contemporanea convivenza del servizio di leva maschile, quale dovere, e dall'eventualità di un sevizio femminile limitato al volontariato.
    Nella valutazione dei vari aspetti connessi con l'impiego del personale femminile si è ritenuto opportuno fare tesoro delle esperienze già vissute dai principali Paesi partners con i quali operiamo in maniera sempre più frequente nei vari contesti multinazionali.
    E' stata proprio la condizione di ritardo rispetto alle altre Nazioni che ha reso possibile, sin dalle prime norme attuative della legge istitutiva del servizio militare femminile (n. 380 / 99), di poter aprire il mondo militare alle donne senza alcuna preclusione.
    Recependo integralmente la normativa europea in materia di integrazione delle lavoratrici, mentre per gli altri Paesi lo stesso adeguamento stà comportando un processo più lento.
    L'assenza di preclusioni ha portato a decidere possibilità di impiego assolutamente paritetiche rispetto alla componente maschile e l'accesso delle donne sia nelle singole categorie di militari (Ufficiali, Sottufficiali e truppa) sia ad ogni corpo/ruolo previsto negli organici delle 3 FF.AA., dell'Arma dei Carabinieri e nel Corpo della Guardia di Finanza.
    Esempio tangibile dell'assenza di limitazioni nell'impiego è dato dall'assegnazione, nell'ambito dell'Esercito, del personale di truppa a Reparti altamente operativi come i Bersaglieri, gli Alpini, i Paracadutisti -solo per nominarne alcuni tra i più significativi- in tutti gli incarichi previsti dall'ordinamento militare compresi quelli che richiedono particolari doti fisiche.
    Pertanto, per quanto possa sembrare un paradosso, l'Italia benché sia stata l'ultima ad aprire il reclutamento alle donne ha assunto immediatamente una posizione avanzata rispetto agli altri Paesi europei.
    Per quanto concerne l'alimentazione abbiamo seguito un progetto di immissione programmato e graduale, iniziando dagli Ufficiali per finire ai Volontari, al fine di poter disporre, all'atto dei reclutamenti ordinari di maggiore entità, di personale femminile istruttore, in grado di combinare un'adeguata capacità didattica con una azione di comando più vicina alle peculiarità psico-fisiche femminili, e comunque costituire un valido punto di riferimento.
    Benché inizialmente si fosse pensato, come detto, di aprire inizialmente ai soli Ufficiali e, solo dopo, anche a Sottufficiali e Truppa, le circostanze e cioè un concorso straordinario dell'Esercito, hanno offerto l'occasione di poter reclutare da subito anche personale femminile di Truppa.
    In effetti questa opportunità ha trovato subito positive motivazioni nella possibilità di fornire un segnale tangibile di partecipazione delle donne soldato italiane alle operazioni sul campo con il personale di Truppa il cui addestramento è di minor durata di quello degli Ufficiali e dei Sottufficiali.

    La problematica legata all'inserimento del personale femminile all'interno dell'organizzazione militare ha posto in evidenza due ordini di fattori.
    1- il necessario adeguamento infrastrutturale di tutte le Unità.
    2- l'accettazione e conseguente integrazione del personale femminile.
    Da quanto sino ad oggi appreso dalle esperienze di coloro che hanno istruito, addestrato o impiegato personale femminile, si può affermare che vi è un ottimo livello di accettazione e che le donne si sono integrate senza alcun particolare problema nella compagine militare.
    E' risultato subito evidente il desiderio di parità da parte delle ragazze che non hanno accettato facilitazioni rispetto ai maschi.
    La formazione si è svolta in modo sostanzialmente identico agli anni precedenti all'ingresso delle donne.
    In generale, comunque, l'unico elemento di "differenziazione" che si è registrato tra il personale dei due sessi è dato dalla biologica differenza fisica, che rende per il personale femminile più arduo il raggiungimento degli standards minimi nelle prove fisiche.
    A tal proposito il personale volontario stesso ha chiesto un incremento delle lezioni destinate all'attività fisica, ed ha raccomandato che le aspiranti ai concorsi futuri vengano sensibilizzate all'importanza di una preparazione preventiva.
    La donna ha inoltre aggiunto l'orgoglio e la determinazione sentendo di rappresentare tutta la categoria.
    Tra le esperienze da cui trarre i primi ammaestramenti, merita senza dubbio una particolare citazione l'impiego delle volontarie nelle operazioni reali in Kossovo, dove da riscontri acquisiti direttamente dal Comitato consultivo del Capo di SMD si può senza dubbio affermare che il rendimento delle volontarie è caratterizzato da alto spirito di sacrificio e di adattamento e l'integrazione ha raggiunto livelli di sicura affidabilità; gli standard operativi dimostrati hanno confermato che l'addestramento precedentemente svolto è stato adeguato e la selezione negli incarichi commisurata alle attitudini rilevate.
    Devo dire che negli occhi delle ragazze che ho visto operare con il fucile mitragliatore in caccia brillava passione, sicurezza e motivazione.
    Pertanto, la considerazione più importante che è scaturita da queste esperienze è che il personale femminile deve essere misurato e trattato alla stessa stregua del personale maschile.
    Ogni tipo di discriminazione risulta minatoria nel morale, nell'atteggiamento ed in generale nel rendimento, soprattutto per i colleghi di sesso maschile.
    Sicuramente ciò che deve essere evitato è trattare le donne come "un caso", prodigandosi per fornire loro confort preclusi ai loro colleghi.
    Nel concludere questo mio breve excursus sull'impiego del personale femminile ritengo fondamentale confermare il positivo avvio dell'inserimento delle donne, che stanno dimostrando un'elevata capacità di identificazione con il mondo militare.
    Anche i favorevoli riscontri avutisi nell'impiego in teatro delle volontarie hanno favorito il superamento di alcune barriere pregiudiziali che inizialmente potevano esserci ed hanno dimostrato la correttezza dell'immediata immissione del personale femminile in attività operative.
    Ciò, naturalmente, ci fa essere soddisfatti del lavoro svolto sino a questo momento, ci da la certezza che le scelte adottate e le direzioni prese sono da confermare.

    Per il futuro ci sono anzitutto due ordini di problemi all'attenzione delle FF.AA, il primo legato alle aliquote concorsuali, il secondo alla totale eliminazione delle, se pur minime, differenze oggi esistenti.
    Forse tra i due è di più immediata soluzione il secondo. Partendo dal concetto accennato all'inizio del mio intervento, quello cioè della necessità per le Forze Armate di disporre di personale altamente addestrato e pronto a rispondere a tutte le esigenze che oggi l'Italia è chiamata ad affrontare sia al proprio interno che all'estero, occorre che allo stesso personale non sia concesso alcuno "sconto", soprattutto legato al sesso dell'individuo.
     
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90 replies since 11/3/2007, 11:19   7296 views
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