Ille dixit

Alcuni personaggi celebri sul Femminismo

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  1. ventiluglio
     
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    DORIS LESSING

    I conti col passato non finiscono mai. Qualche volta sono tormenti intimi, qualche altra pacate riflessioni, ma in certi casi esplosioni di aggressività. Come è successo a una rinomata signora, conosciuta in tutto il mondo: Doris Lessing, una delle grandi dame della letteratura inglese. A ottant’anni compiuti, appena beatificata da un nuovo prestigioso premio letterario in patria.

    Lessing ha voluto dire la sua sulle ragazze degli anni Sessanta, in particolare su quelle fra loro che hanno considerato il libro che l’ha lanciata nel 1962, IL TACCUINO D’ORO, un testo sacro del nascente movimento delle donne, un inno all’indipendenza e autodeterminazione femminile.
    "Le femministe degli anni Sessanta hanno buttato via il loro tempo in chiacchiere e gruppetti", ha detto la scrittrice. Per loro nessuna comprensione o giustificazione, sono ree di avere creato una nuova generazione, quella attuale, di donne arroganti e dalla mentalità ristretta, di aver devastato il potenziale femminile, e soprattutto di avere stupidamente e rovinosamente denigrato gli uomini. Quanto ai progressi nella condizione femminile, il merito non è dell’ideologia (femminista), ma della tecnologia, dai contraccettivi alla lavastoviglie. Lessing si è fatta questa idea soprattutto guardando in tv il modo in cui le giovani donne di oggi parlano di se stesse, del sesso e dei maschi, un modo da lei definito "rivoltante".


    Da: SETTE, Uomini e Donne, del 5/4/01, pag. 208


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    NORMAN MAILER

    Molti ebrei americani sono allarmati del crescente antisemitismo soprattutto in Europa.
    "Dopo l'Olocausto ebraico c'è stata un'assenza forzata di antisemitismo nel mondo e per tanti anni le società hanno messo pubblicamente un tappo sopra quell'atto impronunziabile. Ma cercando di sopprimerlo, il mostro ha covato sotto la cenere risorgendo più forte che mai. Parlare di "lobby ebraica" è sciocco: esistono gruppi di pressione ben più potenti dell'ebraico. Come quello delle donne, contro le quali nessun politico americano osa fiatare da 30 anni".
    Le femministe sono ancora le sue nemiche giurate?
    "Per fortuna ce ne sono rimaste poche in giro. La rivoluzione delle donne non ne ha migliorato le menti ma solo la condizione economica e l'accesso alla politica. Le linee aeree interne oggi sono affollate di donne d'affari in completo pantalone, computer portatile, 24 ore e cellulare. Tutte molto soddisfatte di sé per aver scalato i vertici delle corporation. Quando avevo la loro età provavo pena per i miei coetanei costretti a vivere così.
    In questo senso la rivoluzione femminista è fallita miseramente".


    Estratto di intervista dal Corriere della Sera, ottobre 2002


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    TIZIANO TERZANI

    "Una guerra a cui non ero abituato, essendo vissuto per più di 25 anni in Asia, era la guerra dei sessi, combattuta in una direzione soltanto: le donne contro gli uomini.
    Seduto ai piedi di un grande albero a Central Park, le stavo a guardare.
    Le donne: sane, dure, sicure di sé, robotiche. Prima passavano sudate, a fare il loro jogging quotidiano in tenute attillatissime, provocanti, con i capelli a coda di cavallo; piu tardi passavano vestite in uniforme da ufficio - tailleur nero, scarpe nere, borsa nera con il computer -, i capelli ancora umidi di doccia, sciolti. Belle e gelide, anche fisicamente arroganti e sprezzanti.
    Tutto quello che la mia generazione considerava "femminile" è scomparso, volutamente cancellato da questa nuova, perversa idea di eliminare tutte le differenze, di rendere tutti uguali e fare delle donne delle brutte copie degli uomini.
    Folco, mio figlio, anche lui cresciuto in Asia, mi aveva raccontato che, pochi giorni dopo essere arrivato da studente alla New York University Film School, aveva cercato di aprire la porta di un'aula per lasciar passare una sua compagna e quella lo aveva freddato, dicendo: "Ehi , tu, credi che io non sia capace di aprire questo cazzo di porta da sola?" Avevo pensato che fosse un'eccezione. No. Era la regola. E più le donne svillupano muscoli e arroganza, piu gli uomini si fanno impauriti e titubanti. Se sono necessari per concepire un figlio, capita loro di essere convocati per la bisogna e rimandati a casa dopo l'uso.
    Il risultato? una grande infelicità, mi sembrava, specie se quello che mi capitava di osservare in silenzio, da sotto l'albero o dalla mia finestra, era il secondo atto della stessa storia: tante donne sole, sui quaranta, cinquant'anni , molte con la sigaretta in bocca, a portare a spasso un cane che mi pareva avesse il nome di qualche loro uomo che non c'era più. "Bill, vieni qui da me", "No, Bill, non traversare la strada da solo", "Avanti, Bill, vieni, ora andiamo a casa." Erano le stesse donne che anni prima correvano per costruirsi dei bei corpi, ora comunque attempati; le stessa donne che avevano investito la loro gioventù nel preteso sogno di una libertà guerriera, finita ora in solitudine, piccoli tic, tante rughe e almeno per me che osservavo, in una pesante malinconia.
    Mi venivano spesso in mente le donne indiane, ancora oggi così femminili, così diversamente sicure di sé, così più donne a 40, 50 anni che a 20. Non atletiche, ma naturalmente belle. Davvero, l'altra faccia della luna. E poi, le donne indiane, come le europee della generazione di mia madre, mai sole; sempre parte di un contesto familiare, parte di un gruppo, mai abbandonate a se stesse.
    Dalla finestra assistevo spesso a un vero proprio trasloco: una ragazza che, da una qualche parte d'America, arrivava a New York con tutta la sua vita in una borsa. La immaginavo leggere gli annunci economici di un giornale, trovarsi una camera d'affitto, una palestra in cui fare aerobica e un impiego davanti allo schermo di un computer. La immaginavo, durante la pausa pranzo, andare in una salad bar a mangiare, in piedi, con una forchetta di plastica, verdure biologiche messe con delle pinze in una vaschetta e pagate a peso.
    E la sera? Un corso di Kundalini Yoga che promette di risvegliare tutte le energie sessuali per quell'atto un tempo potenzialmente divino e ora ridotto, nel migliore dei casi, a una prestazione sportiva... a punteggio: John batte Bob quattro a due.
    Alla fine anche quella ragazza, attratta come una falena dalle luci di N. York sarebbe finita nel grande falò di umanità che ricarica in continuazione questa particolarissima città.
    Fra dieci, vent'anni potrà toccarle di essere una di quelle tristissime donne che osservavo, silenziose e impaurite, senza un amico o un familiare aspettare nelle poltroncine dell'MSKCC (ospedale oncologico famosissimo, n.d.r.) di essere operate o di avere il responso di un qualche preoccupante esame."


    Da: "UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA" (ed. Longanesi, Milano 2004) pagg. 56-57

    Edited by ventiluglio - 19/12/2005, 00:53
     
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  2. ventiluglio
     
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    DOMENICO MODUGNO

    Lei è sempre stato il cantante dell'ottimismo, della felicità, dell'amore...
    "L'amore è la ruota che fa girare il mondo. Il volano che fa vincere i punti morti della vita, la noia, la tristezza, la malinconia, le disgrazie".
    Ricorda tutti i suoi amori?
    "Quasi tutti, se sono stati minimamente importanti".
    Il primo?
    "Si chiamava Lucia. Le amiche un po' per disprezzo un po' per gelosia la chiamavano la Cia. E' stato l'amore più grande della mia vita. Io avevo 15 anni e lei 16. Era stupenda, aveva un seno duro come la pietra. Un giorno al cinema di San Pietro Vernotico, il mio paese, riuscii a sedermi vicino e senza farmi vedere dagli altri infilai una mano sotto la camicetta e le toccai il seno. Un'impresa titanica. Lei fece finta di niente, come se la mia mano non esistesse. Così nacque il nostro amore. Durò tre anni. Quando non potevo vederla al passeggio andavo sotto la sua finestra di notte e suonavo la fisarmonica".
    Che cosa rappresentano per lei le donne?
    "Tutto quello che io ho fatto nella vita l'ho fatto per loro. Per poterne avere di più".
    Che cosa le piace di più in loro?
    "Il bisogno di tenerezza. Io potrei fare 300 mila chilometri per un'ora di amore fisico. Ma poi è il bisogno di essere protetta come un cucciolo che mi fa innamorare di una donna".
    Il suo ideale fisico?
    "Le tette, le tette. Pensi che io ciucciavo ancora a quattro anni. Mi arrampicavo sulla sedia e mi attaccavo alle tette della mamma che aveva il latte di un mio fratellino. E ciucciavo, ciucciavo. Per tutta la vita la gente cerca un sapore. Alla fine scopre che è quello del latte della mamma. Le donne mi piacciono tutte, bionde, brune, rosse. Io sono come quella poesia di Neruda quando dice: le voglio tutte, tutte, tutte le voglio. Voglio quella, voglio quell'altra. Io sono uno capace di mettersi a piangere quando mi accorgo che una donna che mi piace sale su un treno e se ne va. Penso: oddio non la vedrò mai più. Due tette che se ne vanno e che perdo per sempre".
    Ci sarà qualche donna che non le piace...
    "Le donne magre. Eduardo De Filippo diceva: "Quella è brutta, brutta, brutta. Non solo, è pure magra"."
    Lei si innamora ancora?
    "Si, sempre. Cioè, potrei innamorarmi sempre, ma voglio troppo bene a mia moglie e non posso tradirla. Io sento per lei la stessa tenerezza di bambina dei primi tempi. Ci vogliamo tanto bene che siamo come parenti. Talmente parenti che il nostro è un amore incestuoso".
    Le donne migliorano o peggiorano?
    "Peggiorano, perché prendono troppo potere. Il potere non logora, guasta. Le donne si adeguano troppo ai maschi. E l'uomo si sta perdendo, sta perdendo la sua forza, la sua figura".
    Lei è proprio un bel tradizionalista...
    "Si, ad oltranza. Sono un antifemminista. Detesto le femministe. Stanno distruggendo la famiglia, stanno rovinando l'umanità. Se in una famiglia c'è una femminista la famiglia è destinata a sfasciarsi".
    Il femminismo ha dei grandi meriti, delle conquiste storiche...
    "Si, d'accordo. Ma quando dicono: godi col dito, godimento garantito, sono delle malate".


    da: Sette del 10-09-1991, intervista di Claudio Sabelli Fioretti
    http://www.sabellifioretti.com/interviste/...ico_modugn.html

    Edited by ventiluglio - 19/12/2005, 01:04
     
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  3. ventiluglio
     
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    NATALIA GINZBURG

    Non amo il Femminismo perché parte dal presupposto che le donne siano migliori degli uomini.
    Le donne non sono in realtà né migliori né peggiori degli uomini. Qualitativamente sono uguali. La differenza che c'è fra uomo e donna è la stessa differenza che c'è fra il sole e la luna, o fra il giorno e la notte... sono diversi e indivisi.


    (da "La condizione femminile" di Natalia Levi Ginzburg, Milano 1974)


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    CAMILLE PAGLIA

    «La sessualità e l'erotismo si situano sulla complessa linea d'intersezione tra natura e cultura. Il femminismo semplifica grossolanamente il problema riducendolo a questione di convenzioni sociali: che si riformi la società, si bandisca l'ineguaglianza tra i sessi, si riportino a purezza i ruoli sessuali, e regneranno armonia e felicità. In ciò il femminismo come tutti i movimenti progressisti degli ultimi duecento anni, è erede di Rousseau [...] Il femminismo ha travalicato la missione sua propria di perseguire l'eguaglianza politica delle donne e ha finito per ripudiare ciò che è ineludibile, ovvero la limitazione dell'uomo da parte della natura o del fato»



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    SLAVOJ ŽIŽEK

    Nella sua rivisitazione critica – molto franca e combattiva – delle forme più recenti assunte dalla sinistra (a partire dagli anni Sessanta), lei non risparmia neppure certo femminismo…

    Già. Non sono affatto convinto, come si sente spesso dire dalle teoriche dei gender studies, che la "soggettività" maschile sia tout court fallocentrica, imperialista, guerrafondaia, a differenza di quella femminile necessariamente ecologica, armoniosa, olistica, pacifista e cooperativa. Se il cogito cartesiano della razionalità pura possiede un sesso, direi che è femminile… Io ho profonda paura di un falso femminismo che descrive il femminile come "ontologicamente" bello e buono, a fronte di un maschile selvaggio, bestiale e oppressore.
    Il femminismo Usa, poi, risulta, sotto un profilo sociologico, tipicamente upper class; trovo, pertanto, inaccettabile e assai poco elegante la critica spietata e il dileggio mostrati da quelle che sono, di fatto, null’altro che delle signore bene radical nei confronti delle donne che, a loro giudizio, si farebbero opprimere così, senza la minima consapevolezza. Lo trovo un atteggiamento di completa ignoranza dei contesti socio-culturali in cui vivono le altre donne.


    Da un'intervista su "Caffé Europa" del 14.10.2005 http://www.caffeeuropa.it/cultura/286zizek.html

    E questa è la realtà vera: noi stranieri non veniamo piú considerati ed accettatti come esseri umani: si ha solo bisogno di noi e ci si usa solo per colmare le lacune demografiche causate sia dalle guerre imperialiste scatenate dalla Germania nel secolo scorso, sia dalle cosiddette conquiste moderne (egoismo, individualismo, femminismo, distruzione della famiglia patriarcale, controllo delle nascite).

    http://www.pane-rose.it/pagina_art.php?id_art=3253

    Edited by ventiluglio - 19/12/2005, 01:16
     
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  4. ventiluglio
     
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    MASSIMO FINI

    Questo dettava la saggezza prima che le "maschiette", l'emancipazione e il femminismo facessero della donna, per l'uso e il consumo dell'efficentismo industriale, un lavoratore, un uomo senza le palle, un'imitazione, una parodia, mentre nel contempo si degradava il fuco ad ape operaia, disposto anche a mettersi il grembiulino e a lavare i piatti. Adesso al posto dell'uomo c'è solo un bambino che piange in silenzio. Ma a queste donne denaturate, ridicole nelle loro ambizioni da segretariette, è passata anche la voglia di fargli da madre.


    L'uomo è cacciatore proprio perché non ha sempre il colpo in canna. Ecco perché tocca a lui aprire la partita mentre il compito di lei è di farsi inseguire (cosa che, tra l'altro, attraverso il meccanismo della ripulsa e del divieto, contribuisce a eccitare il maschio, a metterlo in funzione).
    C'è perciò sempre un momento in cui lui deve fare necessariamente un atto intrusivo nella persona e nella sfera latu sensu sessuale di lei (una carezza sui capelli o sul collo, uno sfioramento del corpo, il tentativo di un bacio). Oggi se lei si impunta o, per qualsiasi ragione, ha intenzione di marciarci, anche atti così lievi possono costituire molestia sessuale e, nel clima di femminismo sessuofobo, portare a condanne penali o avere conseguenze comunque pesanti (un impiegato delle poste di New York è stato licenziato per aver mandato un mazzo di rose a una collega). Si è creato un clima irrespirabile che ha reso l'uomo ancor più timoroso di quanto già non sia. Soprattutto se è in una posizione particolarmente ricattabile.


    http://www.maschiselvatici.it/accadeoggi/molestie.htm
    Dal Di(zion)ario erotico di Massimo Fini, Marsilio editore, 2000

    Edited by ventiluglio - 15/1/2006, 19:19
     
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  5. ventiluglio
     
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    MICHEL HOUELLEBECQ

    Le donne non sono stupide, ma non sono intelligenti abbastanza per rendersi conto che il Femminismo non ha portato libertà, ma l'opposto. Questo è il motivo per cui sono felice che il Femminismo sia morto.

    La falsità del Femminismo e, invero, di tutti i movimenti politici libertari degli anni '60, è un tema portante di tutti i romanzi di Houellebecq. E' un "mantra" che ha ripetuto in una forma o nell'altra in quasi ogni intervista che ha rilasciato.


    http://books.guardian.co.uk/departments/ge...1635247,00.html
    Da una intervista a The Guardian & Observer - digital edition, domenica 6 Novembre 2005.


    "Le femministe non le ho mai potute sopportare..." riprese XXXX quando furono a metà salita. "Quelle imbecilli continuavano a parlare di fare i piatti e di divisione dei compiti; avevano letteralmente l'ossessione dei piatti da lavare. Certe volte parlavano di aspirapolvere e di fornelli, ma il loro principale argomento di conversazione erano i piatti. Nel giro di qualche anno riuscivano a trasformare in nevrotici gli uomini che avevano attorno. A partire da quel momento - era matematico - cominciavano a provare nostalgia per la virilità. Sicchè finiva che piantavano il loro uomo e andavano a farsi scopare da qualche macho latino. Mi ha sempre colpito l'attenzione che le intellettuali provano nei confronti di bruti, magnaccia e imbecilli. Così se ne scopavano due o tre, magari le più scopabili anche quattro o cinque, poi restavano incinte e si tappavano in casa a preparare marmellate con ricette di "Marie Claire". E' uno schema che ho visto ripetersi decine di volte."

    da: "Le Particelle Elementari" di Michiel Houellebecq

    Edited by ventiluglio - 27/3/2007, 14:25
     
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    FERNANDA PIVANO

    C'è uno schieramento piuttosto compatto di onorevoli donna che vorrebbero una maggiore presenza del gentil sesso in Parlamento...
    «Se è un discorso di femminismo, non ne voglio sapere. Che le donne imparino a fare la torta di mele che, davvero, non la sa fare più nessuno».
    Alcune parlamentari hanno pensato a lei per la nomina...
    «Sono signore molto gentili, ma, guarda, non so chi siano, non le conosco».


    da un'intervista su "Il Giorno" del 1 Agosto 2001
    http://ilgiorno.quotidiano.net/chan/2/8:24...379:/2001/08/01

    Edited by ventiluglio - 22/1/2006, 22:04
     
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  7. ventiluglio
     
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    COLETTE

    Colette è diventata un’icona femminista e un modello di ruolo per bisessuali e lesbiche. Penso che succederà un pandemonio quando queste persone scopriranno che disapprovava fortemente il lesbismo di sua figlia. Nonostante lei fosse stata bisessuale per la maggior parte della sua vita.
    Si.
    Senza esserne entusiasta. E che odiava il femminismo.
    Si, lo odiava.
    Che era antisuffragista quando il suffragio era in discussione. E che più tardi si diede molta pena per separarsi dalle femministe.
    Nel 1927 Walter Benjamin la intervistò a proposito del femminismo per un giornale tedesco. E lei disse: Sapete che quando le donne acquisiscono potere sono assolutamente orribili. Sono peggio degli uomini. E non solo questo. Anche se conosco molte donne intelligenti e competenti, che potrebbero essere fantastici giudici e ministri, comunque hanno il loro ciclo ogni mese. Ed è risaputo che non si possono prendere decisioni quando si ha il proprio ciclo.


    da un'intervista di Erica Jong a Judith Thurman, autrice di "Una vita di Colette - I segreti della carne", una biografia di Colette.
    http://www.feltrinelli.it/SchedaTesti?id_t...to=47&id_int=58

    Edited by ventiluglio - 24/1/2006, 00:52
     
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  8. ventiluglio
     
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    MARGUERITE YOURCENAR

    «Sono contro i particolarismi di paese, religione, specie. Non contate su di me per il particolarismo sessuale».

    da: http://www.arcigaymilano.org/stampa/dosart.asp?ID=2566

    C'è un femminismo estremista che non amo. Soprattutto per due suoi aspetti. Il primo: l'ostilità verso l'uomo. Mi sembra che nel mondo ci sia già troppo ostilità bianchi e neri, destra e sinistra, cristiani e non cristiani, cattolici e protestanti che non c'è bisogno di creare un altro ghetto. Il secondo: il fatto che sia un progresso per la donna moderna mettersi nella stessa condizione dell'uomo moderno, il manager che fa affari, il finanziere, il politico, senza vedere il lato assurdo e anche inutile di queste attività.

    http://it.wikiquote.org/wiki/Femminismo

    Edited by ventiluglio - 1/2/2006, 21:30
     
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  9. ventiluglio
     
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    DINO RISI

    Hai detto: evitate le femministe, le donne brutte e i politici.
    «Sì».
    Cominciamo dalle femministe.
    «Sono proprio delle stronze».
    È quello che pensano le femministe di te.
    «Per loro sono un uomo da scannare».
    Passiamo alle donne brutte.
    «Tognazzi sosteneva che bisogna andare con le donne brutte perché non te la fanno pesare come le belle. Avevo una cameriera bruttissima e bassissima. Si fece anche lei».
    Ti sei mai innamorato di una brutta?
    «Mai».
    Ci sono anche quelle intelligenti.
    «Non mi sono mai piaciute. Belle e intelligenti è difficile trovarne».
    Capisco perché le femministe ti odiano.
    «Non me ne frega niente».


    Da un'intervista di Claudio Sabelli Fioretti a Dino Risi pubblicata sul Corsera Magazine del 21-10-2004.

    Edited by ventiluglio - 1/2/2006, 22:17
     
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  10. ventiluglio
     
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    GESUALDO BUFALINO

    "Il femminismo è l'unico esempio, nella storia, d'una rivolta dei padroni contro gli schiavi"


     
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  11. ventiluglio
     
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    MADRE TERESA DI CALCUTTA

    Alcuni movimenti femministi sono stati in gran parte responsabili della legalizzazione dell’aborto. In che direzione si devono muovere i movimenti di liberazione della donna?
    "I movimenti femministi dovrebbero discutere su uguali diritti umani delle donne, nonché sul diritto di essere diverse come donne. Quando un gruppo umano, dopo essere stato sfruttato, ritrova la propria libertà, ci sono sempre coloro che pensano che, per essere rispettati, devono diventare come gli sfruttatori. Infatti, durante il periodo coloniale, gli “indigeni” pensavano di dover diventare come gli Europei per essere rispettati. Così, oggigiorno, certe donne pensano di dover diventare come gli uomini per essere rispettate. Per competere nel mondo degli uomini, le donne vogliono interrompere la gravidanza ogniqualvolta la responsabilità di doversi prendere cura di un bambino possa impedir loro di competere con gli uomini per un lavoro di alto livello, e così via.
    Ma proprio come un "indigeno" umilia se stesso cercando di diventare europeo, allo stesso modo una donna umilia se stessa cercando di comportarsi come un uomo."


    da: http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/madreteresa.htm

    Edited by ventiluglio - 30/3/2006, 20:25
     
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  12. ventiluglio
     
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    ROBERT CRUMB

    Per quanto riguarda gli hippies, è abbastanza ironico il fatto che ti sei ritrovato ad essere il rappresentante della loro cultura, mentre non hai mai fatto parte del fenomeno 'flower power'.
    Ero esattamente come sono adesso, a parte i capelli grigi. Da un punto di vista dello stile, non potevo essere un hippie. Mi sembrava una cosa abbastanza idiota. Mi ricordo di una domanda di Janis Joplin: "Crumb, ma ti piacciono le ragazze?" ed io che le rispondo: "Certo che mi piacciono le ragazze". Allora lei mi fa: "E allora perché non ti fai crescere i capelli? Comprati una camicia larga, delle collane, dei pantaloni a zampa d'elefante e vedrai che andrà meglio. é così che potrai trovare una ragazza. Ma se rimani così, non credo proprio...". Ma io non potevo cambiare, non potevo.
    All'epoca credevi che la tua vendetta sarebbe stata di diventare famoso. Ci sei riuscito?
    Sì, avevo diciotto anni. Il dolore della solitudine del tipo: "Gliela farò vedere, il mio nome resterà nella storia e creperanno tutti come cani".
    Adesso che sei famoso ti senti soddisfatto?
    Ora, evidentemente, riesco a vedere l'ironia amara di quella sete di vendetta. Il carattere falso della fama. Una volta che diventi famoso ti rendi conto di che stronzata sia. Era una follia di gioventù. Ma, in qualche modo, mi ha salvato la vita, perché è grazie alla volontà di riuscire nel mio lavoro che sono venuto fuori da quegli anni di depressione e isolamento. Volevo diventare come i miei idoli: Thomas Nast, Hogarth, Walt Kelly, Harvey Kurtzman. Non avevo la minima idea del casino che era. é un mestiere da pazzo. Che ha i suoi vantaggi. Si guadagna bene, non sono ricco ma ho potuto andare avanti bene. Questo ti rende attraente rispetto alle donne. Prima di essere famoso ero un perdente, non riuscivo ad avere dei rapporti con le donne. Poi sono diventato celebre: non dovevo muovere un dito per rendermi interessante. Sono amaro? Un tantino.
    Sei stato duramente attaccato dalle femministe. Nel film, l'ex capo redattore di Mother Jones (una rivista di spiccato orientamento femminista-progressista - ndr), Deirdre English (una donna - ndr), sostiene che il tuo fumetto Joe Blow superi il limite della satira della perfetta famiglia americana degli anni '50 per scadere nella pornografia a causa dell'incesto che descrivi. Ma il critico d'arte Robert Hughes ribatte che l'ispirazione nasce da un senso profondo dell'assurdo inerente la vita umana. Che la tua opera suscita delle critiche perché entra in conflitto con il miscuglio di utopia e di puritanesimo che caratterizza l'America. Che pensi di questo dibattito?
    Con Joe Blow facevo una provocazione. Volevo descrivere i tabù per metterli in ridicolo. Non volevo istigare all'incesto. é assurdo. Ma ci sono valori morali e valori morali stupidi. Dei cattivi valori morali.
    Pensi che i tuoi fumetti siano pornografici?
    Che cos'è la pornografia? é la commercializzazione del sesso per fare soldi, eccitando la persona a cui si vuole vendere il prodotto, come le riviste pornografiche con le donne a gambe larghe. E questo non è mai stato il mio scopo. Non ho mai usato il sesso per vendere giornali. Non era quello che mi interessava. Però adoro disegnare i corpi delle donne, le forme femminili. Mi piace disegnare i corpi benpiantati delle mie eroine. E mi sento obbligato a disegnare anche degli uomini bizzarri che fanno loro delle cose. é più forte di me.
    Deirdre English dice che le immagini pornografiche nascono dalla paura degli uomini di non essere attraenti agli occhi delle donne, dalla paura di sentirsi sprovvisti di potere.
    E' una buona analisi. La questione del potere è molto legata al sesso. Non si può separare il sesso da questo desiderio di potere. La gente ci prova, ma è difficile astrarre gli aspetti di un rapporto umano che entrano nell'atto sessuale. Non credo che il sesso possa essere neutro tranne, forse, se segue una disciplina spirituale tipo lo yoga tantrico. Ma per la maggior parte di noi, tutto è legato. Il dominio, la sottomissione... I miei fumetti sono pieni di atti violenti contro le donne. Lo so. E allora bisogna arrestarmi?
    Provi molta rabbia verso le donne?
    Sì e molto risentimento. é una vera e propria relazione d'amore/odio. Il fumetto è stato una terapia per me. Più si negano i sentimenti, più diventano importanti, più sono contorti e orribili. Perché gli uomini fanno delle cose così terribili alle donne? La loro collera diventa molto oscura e pericolosa - bisogna trovare il modo di esprimerla. Viviamo in un mondo difficile e il sesso c'entra. I ruoli tradizionali sono scomparsi. Prima era molto differente; gli uomini erano uomini, le donne donne. Oggi la gente non sa più cosa deve fare. Come bisogna comportarsi? sei un uomo? sei una donna? che significa questo? siamo uguali, unisex? prima di toccare il seno di una donna, dobbiamo chiederle il permesso? Nessuno sa quale sia il modo giusto di comportarsi.


    Da un'intervista di di Debra Seagal-Ollivier a Robert Crumb in occasione dell'uscita di un film sulla sua vita (Traduzione di Bianca Spezzano)
    http://www.rockol.it/rockol/edicola/mucchio/215/crumbbox.html

    Edited by ventiluglio - 2/4/2006, 23:41
     
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  13. ventiluglio
     
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    TIZIANO SCARPA

    Dal suo punto di vista, diceva, il femminismo, in quanto utopia realizzato, si è rivelato un disastro. Perché?
    Se fossi stato una donna, e con dieci anni di più, penso che sarebbe stato esaltante per me fare questa battaglia, ma con la situazione attuale vedo solo infelicità. Vedo infelicità nelle donne e negli uomini, infelicità per come si è realizzata questa utopia. E spero che questo non porti a una regressione.

    Quanta infelicità maschile c'è in giro? E perché?
    Si è infelici perché non si può essere tutto e il contrario di tutto. Già dire “voi maschi”, o dire “la tua parte femminile” è un discorso abominevole, basato su bassa psicologia, su un grande mito post-mitologico, su una leggendina ignorante. Io vedo nei maschi l'infelicità di non poter essere dei super-esseri: non puoi chiedermi di essere amante e sposo, padre e figlio, di dar sicurezza economica e comportarmi con spavalderia criminale, essere il principe azzurro e l'impiegato mediocre. E, in molte donne, vedo salire nostalgie prefemministe.


    Estratto da: "Ma le donne barano" - Intervista a Tiziano Scarpa di Maria Serena Palieri – L'UNITA'– 07/09/2001 http://www.ilportoritrovato.net/html/tizianoscarpa.html

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    OSHO RAJNEESH

    Queste tre idee hanno completamente cambiato l'atmosfera in Occidente, ma non sono ancora penetrate nella mente orientale che è tuttora profondamente legata alla tradizione. Hanno invece avuto un risultato diverso per le donne occidentali, che ora sono sul sentiero di guerra. Ma si tratta solo di un fenomeno reazionario, ed è per questo che io non sono favorevole a ciò che sta succedendo ora nel mondo, sotto il nome di femminismo: voglio che le donne siano libere, ma non che vadano a finire all'estremo opposto.

    Ιl movimento di liberazione della donna sta raggiungendo l'altro estremo: sta cercando di far subire all'uomo esattamente ciò che l'uomo ha fatto subire alla donna. Ε questa è pura stupidità. Il passato è passato: non esiste più, e gli errori che l'uomo ha commesso sono stati commessi inconsciamente. Non si è trattato di una cospirazione consapevole contro le donne. Né l'uomo né la donna sono stati consapevoli. Il movimento di liberazione della donna si dichiara contro qualsiasi tipo di relazione con gli uomini: proclama l'annullamento totale di rapporti. Esso sostiene che la donna dovrebbe amare solo altre donne e boicottare gli uomini, promuovendo così il lesbismo. Questa è pura perversione.

    ...

    L'uomo e la donna devono giungere a un accordo. Devono perdonare ciò che è accaduto nel passato e allo stesso tempo dimenticarlo. Ed entrambi devono ricominciare da capo fondandosi sulle nuove scoperte, ricordandosi però una cosa: la donna non deve imitare l'uomo, poiché la sua capacità di attrazione, la sua bellezza, hanno una dimensione diversa. Se imita gli uomini, la donna non sarà altro se non una "brutta copia" dell'uomo e perderà così la sua identità. Ε la sta già perdendo. Ιl corpo, in maniera invisibile, segue la mente. Il corpo della donna occidentale sta perdendo la sua antica grazia, le sue forme di un tempo. Le donne occidentali non hanno più seni belli come un tempo. Per quale ragione? Ιl corpo segue la mente: le donne avevano curve meravigliose, ora stanno diventando piatte come tavole. Ε una donna senza seni, simile a una linea diritta, priva di curvature, è una cosa brutta da vedere. È antiestetica. Ma come i suoi vestiti influenzano il corpo, lo stesso fanno le sue abitudini mentali. Non deve diventare una brutta copia dell'uomo, deve invece diventare perfetta come donna, e creare più distinzione possibile tra sé e l'uomo. Maggiori sono le differenze, più ci sarà attrazione, più ci saranno bellezza e grazia. La donna deve trovare una identità propria.

    ...

    Vorrei che la "mia gente", e specialmente le donne, creasse un autentico movimento di liberazione delle donne, che non sia reazionario, che non nasca dalla rabbia e dall'odio, ma che sia frutto di uno stato di consapevolezza, di comprensione, di amore, di meditazione. In questo modo, le donne occidentali non perderanno la loro grazia, la loro pienezza. Infatti, anche l'uomo può avere più grazia se lascia alla donna la possibilità di essere più aggraziata. Anche l'uomo può essere più bello, se lascia alla donna la possibilità di esprimere la propria bellezza. Questo implica una distanza maggiore: più sono distanti e più forte è il richiamo, maggiore è l'attrazione, maggiore l'avventura.

    ...

    In Occidente le donne hanno un bisogno enorme di far sorgere un nuovo movimento di liberazione della donna, perché le leader di adesso non meditano, non sono sane di mente. Sono pazze, e lottano contro degli uomini a loro volta impazziti.

    Occorre un ρο' di salute mentale. È necessario avere una profonda compassione, persino verso coloro che ti hanno fatto del male in passato a causa della loro incoscienza, perché questa non era intenzionale. Viceversa ora il movimento di liberazione della donna cerca di far del male all'uomo in maniera del tutto consapevole e questo è ancora più orribile; fortunatamente non ha ancora superato i limiti e non ci sono molte donne che appoggiano queste reazionarie. La nascita di un nuovo movimento di liberazione della donna può attirare milioni di donne intelligenti e consapevoli. Questo tipo di movimento potrà avere tutto l'aiuto possibile da parte dell'uomo, perché non si tratta di lottare contro l'uomo, ma di lottare contro il passato, in cui tu hai sofferto, in cui l'uomo ha sofferto, in cui tutti hanno sofferto

    La ribellione non è rivolta contro l'uomo, ma contro il passato di entrambi e questo tipo di ribellione avrà la fragranza della religiosità, porterà grazia e gratitudine alla gente. Spero che ora vi sia chiaro come mai è sorta la differenza tra le donne occidentali e le donne orientali. Non esisteva prima di questo secolo.


    Estratto da "La donna - una nuova visione" e da "The Rebel" 15 Giugno 1987 mattino
    http://www.gianfrancobertagni.it/materiali.../donna_osho.htm

    Edited by ventiluglio - 3/4/2006, 00:09
     
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  14. ventiluglio
     
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    VLADIMIR BUKOVSKIJ

    Dopo il crollo del muro di Berlino e, soprattutto, dopo il collasso dell’Impero Sovietico, molti parlarono dell’inizio di una nuova era di pace e di prosperità e della fine del comunismo. A suo giudizio, il comunismo è veramente morto?

    Il comunismo non è morto, è ancora vivo. In alcuni paesi (Cina, Cuba, Corea del Nord) è nella sua forma originale. In Russia ha avuto una metamorfosi: i comunisti hanno finto di essere chiunque, ma sono sempre loro. L’ultima mutazione è avvenuta in Occidente.

    E’ un fenomeno molto interessante. Lenin ha inventato un processo molto semplice: quello delle minoranze oppresse, in particolare, allora, la minoranza oppressa degli operai. Il Partito, facendo finta di fare i loro interessi, li ha usati per i suoi scopi, li ha sfruttati.

    Nel ’91, quando il concetto di proprietà comune si è rivelato fallimentare, la sinistra occidentale si è dichiarata contro questo concetto, ed ha elaborato una nuova categoria di minoranza oppressa, non solo economica, ma più ampia: i gay, le femministe, gli ecologisti, ecc.. E’ un concetto di Marcuse. Gli attivisti dei vari movimenti gay, ecc. stanno cercando di prendere il potere, come faceva Lenin.

    Questo nuovo fenomeno ha portato ad una enorme frammentazione della società. Il comunismo non è morto. In alcuni paesi ha raggiunto il suo scopo.


    Estratto di un'intervista rilasciata nel corso del convegno "L’utopia genera mostri". http://www.viewsfromrome.org/view_art.php?...319&categoria=6
     
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    EVA HERMAN

    Anche la stoica Germania non sfugge alla legge della fisica per cui la lingua batte dove il dente duole. E il molare cariato non è troppo difficile da individuare.
    Può capitare di dare un'occhiata ai libri ultrapopolari esposti in un centro commerciale qualsiasi per trovare, accanto al «Codice da Vinci» e alla biografia di Franz Beckenbauer, «Das Methusalem Komplott» (trad. it. «Il complotto di Matusalemme. Come prepararsi a vivere in un mondo di ultrasettantenni», Mondadori) di Frank Schirrmacher, responsabile delle pagine scientifiche della Frankfurter Allgemeine Zeitung. Un saggio sulle conseguenze dell'invecchiamento della popolazione, diventato un bestseller lo scorso anno. Difficile per un lettore di giornali, poi, non essere incappato in qualcuna delle paginate e interviste che i maggiori quotidiani hanno dedicato negli ultimi mesi a Ursula von der Leyen, ministro della famiglia Cdu, che forte dei suoi sette figli ha rilanciato il tema del sostegno urgente alla natalità. Così come eloquenti sono i dati resi noti una settimana fa dall'Ufficio statistico federale di Wiesbaden, stando ai quali il numero dei nati nel 2005 è stato di circa 686mila, il più basso in assoluto dal 1945 (la metà rispetto agli anni '60) con 20mila unità in meno rispetto al 2004. Un tasso di netta decrescita, visto che nel 2005 i morti sono stati 830mila, 144mila in più dei nuovi kinder. Numeri che in proiezione danno un'idea del collasso demografico che si profila per locomotiva dell'Unione Europea, e che hanno strappato un «bisogna assolutamente fare qualcosa» anche al vicecancelliere Spd Franz Müntefering, la cui figlia Mirjam, lesbica dichiarata, ha appena dato alle stampe «Emmas Story», romanzo sulle delizie dell'amore saffico.
    Il dente che duole davvero, però, sembra essere la causa di questa infecondità di massa, quella per cui attualmente il 40% delle donne laureate resta senza figli.
    Eva Herman, 47 anni, una vaga somiglianza con la nostra Claudia Gerini, è uno dei volti più noti della televisione tedesca. Da 18 anni legge le notizie al telegiornale più seguito, il Tagesschau delle 20 sul primo canale nazionale, e modera due popolari talk show. Quattro matrimoni alle spalle e un figlio a carico, la Herman ha firmato sul numero di aprile del mensile Cicero un lungo intervento sul perché fare figli è diventato una sorta di optional per tante famiglie tedesche. Un'acre analisi che ha preso di mira un imputato intoccabile: il femminismo e, in senso più ampio, quell'emancipazione femminile che ha spinto le donne ad «omologarsi ad un modello comportamentale maschile» svalutando il ruolo della donna come madre e presidio degli equilibri domestici. Risultato, «se lavoriamo contro la natura, non dobbiamo stupirci che la natura si rivolga contro di noi», lasciandoci senza prole.
    Apriti cielo. Un profluvio di critiche ha sommerso la bionda e fascinosa telegiornalista, che però, lungi dal desistere, ha annunciato per settembre la pubblicazione di un libro, «Das Eva Prinzip», che rincara la dose sugli stessi argomenti. Dimettendosi allo stesso tempo dalla conduzione del notiziario, per non coinvolgere la rete ammiraglia - apprezzata per l'apparente neutralità politico-culturale - nelle polemiche che ora la circondano.


    "Le inquietudini di una Germania senza figli", articolo di Andrea Galli
    pubblicato su Avvenire, mercoledi 23 agosto 2006
    http://www.db.avvenire.it/pls/avvenire/ne_...pubblicazione=2
     
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39 replies since 17/12/2005, 18:12   3563 views
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