Discussione permanente: Frequentare prostitute

sul fenomeno della prostituzione

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  1. *STRIDER*
     
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    Purusha, Alexandros, resta sempre un dato di fatto: SE GLI UOMINI PAGANO DA MILLENNI UN MOTIVO C'E'.



    CITAZIONE (Purusha @ 1/8/2006, 13:53)
    Per noi è invece il paradigma della disparità ormonale a non riuscire del tutto convincente, anche perché crediamo che il fattore biologico e fisiologico non sia determinante, e che i meccanismi di ordine psicologico e culturale rivestano nella genesi e nello sviluppo del fenomeno una funzione assai più decisiva. Questo è tutto.

    Con stima,

    Purusha

    Non sono un esperto di niente, e pure io ritengo che la questione non possa essere ricondotta solo alla "disparità ormonale" (i gay hanno gli stessi ormoni degli etero, eppure non sono attratti dalle femmine), ma di sicuro la chiave è nel DNA, non certamente in meccanismi di ordine psicologico e culturale.
    Perchè se cosi' fosse, allora avrebbero ragione le femministe, le quali sostengono da decenni che è stato il maschilismo a limitare la sessualità femminile.

    -----------------------

    P.s.: sapete quali sono le persone che fanno più sesso sul pianeta Terra? I gay maschi.
    Un motivo ci sarà.

    CITAZIONE (silverback @ 7/6/2004, 20:56)
    Allora...

    Riguardo alla prostituzione leggi cosa c'è scritto sul sito - "sulle femmine" e "le prostitute sono la salvezza di noi uomini" - e acquista il libro di Rino.

    Riguardo all'omosessualità, ti faccio notare che i fatti non stanno esattamente come li racconti tu... ;)

    Qualora non ne fossi al corrente tale "malattia" esiste in natura; pertanto NON è una "malattia", né una "perversione", né "contro natura"..
    E' diffusa tra molti animali, dagli insetti ai cani.
    Giorgio Celli, direttore dell'istituto di entomologia agraria dell'Università di Bologna, ha anzi dimostrato che viene ampiamente usata per tenere sotto controllo la crescita demografica.
    E che esistono meccanismi automatici che la fanno aumentare e diminuire.
    Traduco: se mancano cibo e spazio e le popolazioni devono ridursi, l'aumento dell'omosessualità,cioè di attività sessuale non riproduttiva, è un buon modo per fare calare le nascite.
    Questo succede ad esempio tra i topi.
    Per molti mammiferi l'omosessualità è anche un sistema di comunicazione sociali.
    Le mucche, per esempio, si "montano" tra loro per sincronizzare il ciclo produttivo.
    Le femmine di scimmia Rhesus per stabilire la gerarchia del gruppo.
    E qualcosa di simile succede quando due babbuini maschi si incontrano: uno dei due saluta l'altro mostrandogli il fondoschiena.
    Si tratta di un'offerta sessuale, fatta dall'individuo di rango inferiore a quello di rango superiore per ingraziarselo.
    Un comportamento tipico anche dei cani.
    Atteggiamenti a vario livello omosessuali riguardano anche insetti e molluschi.
    Tra le cimici Afrocimex, ad esempio, un maschio inocula i suoi spermatozoi in un altro maschio, che poi li userà, insieme ai suoi, per fecondare una femmina.
    La scoperta più sorprendente è però quella fatta nel 1995 da un gruppo di biologi canadesi, che hanno filmato, a 2512 m di profondità nell'oceano Atlantico, 16 minuti di amplessi "a luci rosse" tra due polpi maschi di specie diverse.

    E per quanto riguarda l'uomo?
    Dal 1980 gli psichiatri americani l'hanno cancellata dall'elenco delle "malattie mentali".
    E dal 1991 anche l'Organizzazione mondiale della sanità l'ha depennata dalla lista delle "manifestazioni morbose".

    Alla ricerca di una risposta su che cosa sia veramente l'omosessualità la scienza ha negli ultimi anni studiato le varie fasi in cui si sviluppano i caratteri sessuali.
    Partendo da quello che sta alla base di tutto, il cosiddetto sesso cromosomico.
    Nella parte più interna di ogni cellula umana in 23 coppie di cromosomi sono conservate le istruzioni per costruire l'intero organismo.
    Due di queste coppie sono diverse secondo il sesso: nei maschi hanno forma di XY e nella femmina di XX.
    Il cromosoma Y contiene il gene della mascolinità.
    Il cromosoma X contiene il gene della femminilità, che si chiama Dss ed è potentissimo.
    Infatti è in grado da solo di far diventare femmina un moscerino con sesso cromosomico maschile.
    Le possibilità di variazioni dalla "normalità" iniziano già qui.
    Un maschio ogni 20 mila nasce con i due cromosomi sessuali femminili XX; e ogni 100 mila femmine ne nasce una con i cromosomi sessuali maschili, XY.
    Ogni 30 mila nascite, poi, un individuo XX ha genitali interni sia maschili, sia femminili: un ermafrodita sterile.
    E un maschio ogni 700 ha due X e un Y.
    Alcune di queste varianti possono portare all'omosessualità? No. Almeno gli studi finora effettuati non l'hanno scoperto.
    Ma è molto probabile che possano avere un'influenza sulla sessualità, anche se ancora non si sa quale.
    Molti studi d'altronde dimostrano che i geni possono essere responsabili dell'omosessualità.
    Ralph Greenspan, un genetista della New York University, ha creato (negli anni '90) in laboratorio un moscerino bisessuale inserendo geni femminili in alcune zone del cervello dei maschi che governano l'odorato (molto importante nella sessualità animale).
    Certo,nell'uomo l'odorato svolge un ruolo meno importante.
    Ma se questo carattere sessuale ha una causa genetica è probabile che anche altri la abbiano.
    E infatti Dean Hamer, del laboratorio del National cancer institute,di Betheseda, negli Stati Uniti e uno psicologo dell'Illinois, Mike Bailey, studiando i gemelli omozigoti omosessuali e ricostruendo la presenza di altri omosessuali nella famiglia d'origine, hanno scoperto che c'è sicuramente un'origine genetica dell'omosessualità maschile.
    Ci sono cioè dei geni,che si trasmettono per via materna (perché sono nel cromosoma sessuale X delle femmine, probabilmente in una regione chiamata Hq28), che fanno salire le probabilità di avere figli omosessuali dal 2-4% (media normale) al 13,5%.
    Il che significa che se nella famiglia materna l'omosessualità è più diffusa della media è probabile che sia presente il gene che la provoca.

    Anche l'omosessualità femminile, secondo i ricercatori della Northwestern University, ha una componente genetica: il 48% delle gemelle omozigote figlie di donne lesbiche sono lesbiche a loro volta.
    Ma i cromosomi non sono tutto.
    Se i geni contenuti in essi danno gli ordini, a eseguirli o, meglio, a portare alle proteine gli ordini per eseguirli,sono gli ormoni.
    Sono testosterone e estradiolo, verso la settima settimana di gravidanza, a trasformare un feto ancora con identità sessuale non riconoscibile in un individuo con organi sessuali.
    Non solo danno il via alla costruzione dei genitali esterni,ma anche di quelli interni: ovaie, utero e tube nelle femmine; testicoli, vescicole seminali e prostata nell'uomo.
    Sebbene svolgano un ruolo così importante nel determinare il sesso non ci sono però ancora prove che un diverso dosaggio di ormoni durante la gravidanza possa essere alla base di qualche forma di omosessualità.
    C'è un caso però in cui un incidente embriologico provoca un sovrafunzionamento delle ghiandole surrenali: l'iperplasia surrenalica congenita.
    Le femmine con questa caratteristica nascono con genitali femminili.
    Ma l'eccessiva secrezione di ormone maschile delle ghiandole surrenali le mascolinizza: giocano agli indiani e non sanno cosa farsene di gonne e bambole.
    Da adulte possono diventare atlete di alto livello, con bicipiti eccezionali*(per una femmina*..).
    Il corteggiamento maschile le angoscia, faticano a vivere armoniosamente desideri di femmina anche se sono attirate dagli uomini.
    Per aiutarle ci vuole in questi casi una terapia farmacologica con un anti-ormone maschile.

    Durante il corso dell'adolescenza, gli ormoni sono responsabili della formazione di una serie di caratteri secondari tanto ampia che finiscono per avere una grande influenza sulla formazione dell'identità sessuale della persona.
    Dall'azione degli ormoni dipendono infatti:la distribuzione dei peli e del grasso nelle varie parti del corpo,lo sviluppo del seno, la forma dei muscoli, la lunghezza dei capelli, il timbro della voce, le linee del viso, l'odore del corpo e l'aggressività.
    Hanno anche influenza sul cervello e possono conferirgli capacità maschili (come le abilità spaziali) o femminili (le abilità linguistiche).
    C'è chi ipotizza, perciò, che possano quindi predisporre, in alcuni casi, al sorgere di identità sessuali di fatto in contraddizione con il sesso così come sarebbe determinato dalla forma degli organi genitali.
    Con ormoni si possono allora "curare" forme di omosessualità?
    E' più frequente l'inverso.
    Ovvero che persone con identità femminile dentro un corpo maschile cerchino con gli ormoni di acquistare caratteri sessuali femminili.
    Come fanno molti transessuali.
    Il caso dei trans è molto importante per capire un altro aspetto della sessualità: il cosiddetto orientamento sessuale.
    Ci sono cioè individui perfettamente conformati sessualmente e sani di mente che sono convinti di far parte dell'altro sesso: hanno cioè una rappresentazione interna del proprio sesso diversa dal loro sesso biologico.
    Questo disagio aumenta, finché chiedono aiuto al medico; alcuni prendono ormoni femminilizzanti per far crescere il seno, altri si sottopongono a interventi chirurgici ai genitali.

    Negli ultimi anni molti scienziati sono andati alla ricerca di differenze biologiche che distinguono gli omosessuali e i transessuali dalle persone dello stesso sesso anagrafico.
    E della base biologica dell'orientamento sessuale.
    Sulla base di studi effettuati dapprima sui topi e poi ripresi anche sugli uomini, Simon Le Vay, un neurobiologo del Salk institute di San Diego, sostiene oggi che in una zona del cervello, l'ipotalamo, c'è un nucleo di neuroni, chiamato Inah 3, che ha molta importanza nel determinare i comportamenti sessuali.
    E che questo nucleo è, negli omosessuali, più piccolo che negli eterosessuali, appena più grande di quello delle femmine...
    E Dick Swaab dell'Istituto olandese di ricerche del cervello, ha scoperto che un altro nucleo dell'ipotalamo, chiamato BSTc, potrebbe avere un ruolo nel transessualismo.
    Sono queste differenze nel cervello a determinare l'orientamento sessuale diverso degli omosessuali e dei transessuali?
    E se è così, che ruolo rimane alle cosiddette cause psicologiche?
    Prima che se ne identificassero le basi biologiche, si dava spesso la "colpa" dell'omosessualità alla famiglia.
    Per esempio, a una madre opprimente o "castrante" e a un padre assente e ostile.
    Ma se così fosse, dovrebbe potersi anche "curare" con la psicanalisi..
    E invece, lo stesso Sigmund Freud riconosceva che la terapia della psiche non "cura" l'omosessualità.
    Ora numerosi studi hanno dimostrato che la famiglia, se ha responsabilità, è solo uno dei tanti tasselli, non il principale.
    "Il carattere dei genitori non basta a causare l'omosessualità", sostiene Richard Friedman, psichiatra di New York, uno dei maggiori esperti in questo campo.
    E aggiunge:"Possiamo solo dire che la sessualità non nasce una volta per tutte da un meccanismo unico. I nostri studi sui gemelli mostrano che nel 70% dei casi l'omosessualità non è ereditaria. Ci sono anche altre cause, biologiche o psicosociali".

    In sostanza: l'omosessualità (piaccia o meno) è una variante tra le tante possibili nel sesso, con una legittimità naturale, quanto quella dei capelli rossi tra quelli albini e quelli neri. E che può avere origini molto diverse.


    Per saperne di più:

    LeVAY SIMON, A Difference in Hypothalamic Structure between Heterosexual and Homosexual Men
    in "Science", 253, 30 agosto 1991.

    HAMER DEAN H., HU STELLA, MAGNUSON VICTORIA L., HU NAN e PATTATUCCI ANGELA M.,
    A Linkage between DNA Markers on the X Chromosome and Male Sexual Orientation
    in "Science", 261, pp.321-327, 16 luglio 1993.

    MACKE JENNIFER P., HU NAN, HU STELLA,BAILEY J. MICHAEL,KING VAN L. e BROWN TERRY P.,
    Sequence Variation in the Androgen Receptor Gene Is Not a Common Determinant of Male
    Sexual Orientation in "American Journal of Human Genetics",53,n.4,ottobre 1993.

    LeVAY SIMON, The Sexual Brain, MIT Press, 1993.
    LEWONTIN R.C., ROSE STEVEN e KAMIN LEON J., Il gene e la sua mente,
    Mondadori, Milano, 1983.

    STOLLER ROBERT J., e HERDT GILBERT H.,Theories of Origins of Male Homosexuality: A Cross-Cultural
    Look in "Archives of General Psychiatry", 42, n.4, aprile 1985.

    FAUSTO-STERLING ANNE, Myths of Gender: Biological Theories about Women and Men,
    Basic Books, 1992.

    BYNE WILLIAM e PARSONS BRUCE, Human Sexual Orientation: The Biologic Theories
    Reappraised in "Archives of General Psychiatry", 50, n.3, marzo 1993.

    --------------

    http://www.forumfree.net/?t=5806203



    Edited by *STRIDER* - 1/8/2006, 19:03
     
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