MODELLI DI STERILITA'

Induzione alla sterilità femminile attraverso modelli culturali

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  1. wookyee
     
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    "LA SIGNORINA "

    dal post di Angelica

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    Un tipico esempio di stress fisico è quello delle atlete.

    Le donne infatti sono diventate nel corso degli anni sempre più attive fisicamente.

    Mentre sempre più ricerche confermano i benefici dell’esercizio fisico e i media incoraggiano sempre di più le donne ad abbracciare un a tale attività, una rigida attività fisica è anche associata ad un tipico set di disturbi per il sesso femminile.

    L’ apparato riproduttivo femminile è molto sensibile agli stress fisiologici, e le anormalità riproduttive (menarca ritardato, amenorrea primaria o secondaria, oligomenorrea) avvengono in circa il 6-79% delle donne che svolgono regolarmente ed in maniera agonistica tale attività.

    L’attività sportiva, soprattutto a livello agonistico, richiede una preparazione atletica, un regime alimentare e una competizione tali da agire pesantemente sull’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, tanto da alterare la capacità riproduttiva delle donne: sebbene profili ormonali specifici di atlete con irregolarità riproduttive possono variare tra le varie discipline sportive, le anormalità riproduttive associate all’esercizio generalmente originano una disfunzione a livello ipotalamico.

    L’incidenza di un’inadeguata fase luteale, anovulazione e oligomenorrea è considerevolmente più alta in donne atlete rispetto alle non sportive.

    L’esatta incidenza di queste anormalità è difficilmente valutabile, visto che molte atlete “eumenorroiche” soffrono di irregolarità mestruali nascoste come una inadeguata fase luteale o dei cicli anovulatori.

    Uno studio del 1979 mostra come solo il 50% delle corritrici ha un ciclo ovulatorio in un mese di controllo paragonato al 83% dei controlli.

    Il profilo ormonale di donne impegnate in sport che enfatizzano un basso peso corporeo, così come il balletto, ginnastica, pattinaggio artistico e corsa, è caratterizzato da un ipoestrogenismo dovuto ad una alterazione dell’asse ipotalamo-ipofsi-ovaio.

    In particolare la soppressione dei pulse di GnRH, che generalmente avviene ogni 60-90 minuti, limita la secrezione ipofisaria di LH, ed in modo inferiore di FSH, determinando un ridotta produzione di estradiolo da parte dell’ovaio.

    Inoltre una fase follicolare prolungata, o l’assenza del picco di LH a metà ciclo, risulta in una lieve o intermittente soppressione dei cicli mestruali osservate in queste atlete.

    Una originale ipotesi per le disfunzioni riproduttive nelle atlete enfatizza il ruolo della composizione corporea e degli effetti dello stress da esercizio.

    L’ipotesi della composizione corporea suggerisce che il menarca avviene nelle ragazze quando il grasso corporeo è superiore al 17% del peso, e che la funzione mestruale è persa quando il grasso corporeo è inferiore al 22% del peso.

    Benché ampiamente accettata, questa ipotesi è basata interamente su correlazioni piuttosto che evidenze sperimentali.

    Infatti, la composizione corporea non varia significativamente tra le atlete eumenorroiche e quelle amenorroiche.

    La soppressione della funzione riproduttiva in donne impegnate in attività fisica che enfatizza la magrezza potrebbe essere un adattamento neoruendocrino al deficit calorico.

    [..]

    L’assetto ormonale e riproduttivo delle donne amenorroiche impegnate in attività fisica è molto simile a quello di donne affette da disordini dell’alimentazione come l’anoressia nervosa, problema che interessa prevalentemente le adolescenti e le giovani donne.[/color]

    http://www.academiavita.org/template.jsp?s...o&lang=italiano

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    [color=red]Alterazioni della funzione ovarica si può verificare nelle atlete che praticano sport a livello agonistico che presentano una significativa incidenza di irregolarità mestruali e di amenorrea in un quadro determinato dalla soppressione ipotalamica.

    Sembra che esistano due principali motivazioni: un livello critico di grasso corporeo e l’effetto dello stress.

    Una perdita del peso corporeo tra il 10-15 % del peso normale per l’altezza rappresenta una perdita di circa un terzo del grasso corporeo che può sfociare in un’anomala funzione mestruale.

    Oltre il ruolo del peso corporeo, lo stress e il dispendio energetico sembrano giocare un ruolo a sé, infatti un’alta produzione energetica e lo stress possono agire insieme o indipendentemente ad abbassare il grasso corporeo sopprimendo la funzione riproduttiva.

    Nelle atlete si può verificare che un’intensa attività fisica diminuisca le gonadotropine e aumenti la prolattina, l’ormone della crescita, il testosterone, l’ACTH e le endorfine come risultato di un’aumentata secrezione e di una ridotta clearance .

    Inoltre le atlete hanno elevati livelli di melatonina e soprattutto una esagerata secrezione notturna che sembra riflettere la sospensione della secrezione pulsatile del GnRH.

    Inoltre una quantità subottimale di grasso corporeo interferisce sfavorevolmente con il metabolismo estrogenico, portando ad un aumento della conversione di estrogeni biologicamente attivi in catecolestrogeni inattivi: questo potrebbe essere un meccanismo che interferisce con i sistemi di feed-back dell’asse ovaro-ipofisario.

    La maggior parte delle atlete che riducano o smettano l’attività fisica riacquistano l’ovulazione; comunque la terapia ormonale viene consigliata nelle pazienti ipoestrogeniche, per dare protezione sull’osteoporosi e le modificazioni cardiovascolari.


    http://www.scienzaonline.com/sessuologia/d...ne-ovarica.html

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    Functional Reproductive Deficits

    [...]

    Esercizio fisico, dieta e bilancio energetico

    I paragrafi precedenti danno risalto al ruolo dei fattori psicogenici nell'innescare FHA. (functional hypothalamic amenorrea)

    Tuttavia, esistono prove considerevoli che anche l'esercizio fisico eccessivo ed i disordini alimentari, interrompono il generatore di impulsi di GnRH ed inducono FHA)(Hirvonen 1977; Perkins ed altri. 2001; Warren e Fries 2001).

    Fra gli atleti, per esempio, la prevalenza dell’amenorrea è in genere del 25% o più, particolarmente quando le donne si cimentano negli sport con esercizi con pesi che danno risalto alla massa magra del corpo (rivista da Warren e Fries 2001).

    Come con l’amenorrea psicogena, si verifica una variazione individuale considerevole nella capacità riproduttiva in risposta all’attività fisica, anche fra gli atleti agonisti; ed alcuni individui sono resistenti alle alterazioni cicliche indipendentemente dai livelli di esercizio fisico (Loucks e Thuma 2003; Loucks ed altri. 1989).

    Anche se la maggior parte dei dati sugli atleti sono d'osservazione, Bullen ed i colleghi (1985) hanno valutato i disordini mestruali nelle donne non allenate sottoposte ad un programma graduale di esercizio fisico faticoso.
    Questo studio di riferimento ha mostrato che le irregolarità mestruali sono emerse all'inizio del regime di esercizio fisico e sono aumentate severamente con l'aumento dell'esercizio fisico.

    Dalla fine di questi 2 mesi di esercizio fisico, 13 delle 28 donne avevano avuto i cicli in ritardo e così stavano diventando amenorroiche ; 6 Mesi dopo avere completato l'esperimento, tutte le donne hanno riavuto i cicli normali, dimostrando ancora la reversibilità della sindrome.

    Un risultato importante nello studio sopraccennato di Bullen era che i deficit ovarici erano più severi e prolungati nel sottoinsieme delle donne che inoltre sono state sottoposte alla restrizione dietetica.


    [...]

    Edited by wookyee - 29/1/2007, 13:36
     
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