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da Il Messaggero - 3 luglio 2004
LA STORIA:
"Io, padre disoccupato e punito"
ROMA - Padre, ex marito, disoccupato.
"L'unica mia colpa è stata quella di aver perso il lavoro",
e per questo colpa, racconta Renato,"mi trovo adesso nei
guai con la giustizia".
Lo hanno condannato a due mesi di reclusione e al pagamento
di 16 mila euro di arretrati.
"E dove li trovo tutti questi soldi, se con qualche lavoro saltuario riesco
ad arrivare a 750 euro al mese e 650 li devo versare per i miei figli?".
Vivere con 100 euro al mese, capita anche questo agli "ex".
Renato F., 50 anni romano, lavorava in uno studio come disegnatore e non
se la passava male.
"Guadagnavo all'epoca tre milioni e mezzo al mese. Poi sei anni fa, mia moglie
ha voluto che ci separassimo. I nostri figli avevano 7 e 8 anni.
Per non litigare, ho fatto la valigia e sono andato a vivere a Rocca di Papa.
Il giudice aveva stabilito che dovessi versare 770 euro al mese per il mantenimento
dei miei figli. Poi lo studio presso cui lavoravo mi ha licenziato, per sei mesi ho percepito
solo 300 euro al mese di assegno di disoccupazione.
Come potevo versare più del doppio alla mia ex moglie? Tanto più che lei, nel frattempo,
un lavoro l'aveva trovato".
Mesi neri, per Renato.
"Non c'era solo l'assegno mensile da versare, ma anche le spese per lo sport dei bambini
e per la mensa. Un disastro. Ho cominciato a fare qualche lavoro saltuario, un po' guadagnavo,
meno della metà di prima. Il mio avvocato ha chiesto la revisione della sentenza, spiegando
che senza un lavoro fisso non ero nelle condizioni di garantire la stessa somma alla famiglia.
Il primo giudice non ci ha ascoltato, il secondo ha ridotto l'assegno a 650 euro,sempre troppi per me.
Comunque, in tutti questi anni ho continuato a provvedere ai miei figli con un assegno di 415 euro
al mese. Dopo un anno e mezzo, la mia ex moglie mi ha denunciato ai carabinieri".
Lo scorso settembre, Renato è stato condannato a due mesi di reclusione con la condizionale e al
pagamento di 16 mila euro di arretrati per inadempimento all'obbligo di provvedere alla famiglia.
Renato Uzzo, 51 anni,dipendente comunale e fino a qualche anno fa anche dj, separato e padre
di due figli di 12 e 24 anni.
"Sono stato costretto a lasciare questo secondo lavoro perché secondo il giudice dovevo versare
1700 euro di alimenti al mese e non mi conveniva. Adesso guadagno circa mille euro e 775
li devo dare alla famiglia. Come faccio? Vivo con la pensione di mia madre".
di Maria Lombardi
____________________________________________________________________________CITAZIONE Tanto più che lei, nel frattempo, un lavoro l'aveva trovato CITAZIONE Dopo un anno e mezzo, la mia ex moglie mi ha denunciato ai carabinieri
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...Ovvero, uno dei tantissimi casi di femmina crudele, cinica, bastarda, per la quale
l'uomo è soltanto un bancomat umano.
Soluzioni?
Ne esistono due:
1) Domare la femmina esattamente come si fa con una tigre. Cioè quello che hanno fatto
per millenni gli uomini vissuti prima di noi e come tuttora fanno in altri luoghi del mondo.
(Naturalmente, questo non significa né approvare né giustificare metodi talebani.)
Ma il problema è che, in questo preciso momento storico, significherebbe essere ulteriormente colpevolizzati.
2) Abbandonarle a se stesse per almeno una generazione (magari due) e sganciarsi emotivamente.
La sola reale (anche se dolorosa) soluzione, l'unica efficace "medicina"; giacché tale estrema soluzione
renderebbe visibile - una volta per tutte - la VERA natura delle femmine e, quindi, il loro lato oscuro, la loro malvagità, la loro sottilissima e invisibile violenza...
E, finalmente, finirebbe anche la loro innocenza relativa alla Storia; finalmente cadrebbero giù dal quel trono morale sul quale stanno sedute.
Edited by silverback - 15/2/2005, 21:18.